Global Optimism ha co-fondato The Climate Pledge con Amazon nel 2019. Oggi è composto da oltre 450 aziende che stanno lavorando insieme per produrre soluzioni pratiche per il clima. Le aziende Climate Pledge sono importanti marchi provenienti da quasi tutti i settori. L’ambizione è quella di raggiungere, insieme, zero emissioni di carbonio entro il 2040. Il Climate Pledge Fund, investirà in aziende che creano prodotti, servizi e tecnologie per proteggere il pianeta.
Lanciato in Europa nel 2020, il programma Climate Pledge Friendly punta ad aiutare i clienti a scoprire e acquistare prodotti più sostenibili. La Commissione Europea (CE) ha riconosciuto il programma Climate Pledge Friendly di Amazon come uno strumento per aumentare la visibilità di prodotti più sostenibili tra i milioni disponibili online. Attraverso le sue proposte “Empowering Consumers for the Green Transition” e le ultime proposte di “Green Claims”, l’UE sta cercando di combattere il greenwashing inasprendo le norme sulle indicazioni verdi e sui marchi di qualità ecologica.
La pubblicazione del rapporto sulla sostenibilità 2023 di Amazon è un avvenimento importante perché conferma questa direzione di marcia. Alla sua uscita Tony Hoggett SVP worldwide grocery store Amazon ha scritto su LinkedIn: “Sappiamo che i progressi appariranno diversi ogni anno in questo viaggio verso la sostenibilità ambientale e, man mano che l’attività di Amazon si evolve e cresce, sappiamo anche che i nostri sforzi produrranno risultati diversi. Tuttavia, rimaniamo convinti che mentre inventiamo e progrediamo, faremo la nostra strada per soddisfare il nostro impegno per il clima”.
Dalla lettura del rapporto si evidenziano alcuni punti interessanti. Innanzitutto l’obiettivo di arrivare al 100% da energia rinnovabile nel 2030 nelle operazioni globali, compresi i data center, edifici aziendali, negozi di alimentari e centri di distribuzione è stato raggiunto con sette anni di anticipo, grazie a più di 500 progetti solari ed eolici a livello globale. Inoltre, Amazon dichiara di essere stato il più grande acquirente aziendale di energia rinnovabile per quattro anni consecutivi, secondo Bloomberg NEF (società di ricerca che fornisce dati analisi e approfondimenti indipendenti). Nel 2023, Amazon ha ridotto l’impronta di carbonio del 3%. In poche parole il calo dell’intensità di carbonio (-13%) indica che crescita del business e delle emissioni non procedono più in parallelo come in passato.
Inoltre il lancio del progetto Amazon Sustainability Exchange consente di offrire informazioni precedentemente proprietarie in grado di aiutare le aziende di tutte le dimensioni a compiere passi significativi verso lo zero netto. Sull’eliminazione dei rifiuti e della plastica monouso nelle consegne ai clienti, salvaguardando ovviamente il fatto che qualsiasi soluzione deve consentire la protezione del prodotto affinché arrivi al cliente senza danni, Amazon ha ridotto, dal 2015, il peso medio dell’imballaggio per spedizione del 43% ed evitato più di 3 milioni di tonnellate di imballaggio, tra cui quasi mezzo milione di tonnellate solo nel 2023. In Europa, gli imballaggi di consegna in plastica monouso sono stati sostituti con imballaggi di carta e cartone riciclabili al 100%. Più di recente, Amazon ha sostituito il 95% dei cuscini d’aria in plastica dagli imballaggi di consegna nel Nord America con riempitivo di carta e sta lavorando per la completa rimozione entro la fine dell’anno.
I clienti di tutto il mondo ricevono pacchi ogni giorno e, in molte città, li vengono consegnati da veicoli elettrici (EV): Amazon utilizza più di 24.000 veicoli elettrici sulla strada in tutto il mondo e nel 2023, 680 milioni di pacchi sono stati consegnati da veicoli elettrici. Nel 2023, Amazon Fresh negli USA ha ridotto l’uso di materiale di imballaggio isolante, evitando circa 1.180 tonnellate di rifiuti da imballaggio. Whole Foods Market evitato 1.300 tonnellate di imballaggi utilizzando un processo che traccia e regola la quantità di imballaggi isolanti utilizzati nelle consegne per assicurarsi che vengano utilizzati solo quando necessario per determinate temperature. Inoltre, l’88% degli imballaggi per la consegna è riciclabile.
Altro dato importante, ha sottolineato Hoggett è che quasi il 98% del cibo gestito da Amazon non viene sprecato. “Miglioriamo costantemente le nostre modalità di acquisto, offriamo sconti sugli articoli vicini alla scadenza che rischiano di diventare rifiuti, collaboriamo con i banchi alimentari locali per donare ciò che non possiamo vendere e forniamo, ciò che non possiamo donare, agli animali da allevamento ove possibile”.
Ultimo ma non meno importante, l’utilizzo del lavoro lungo l’intera catena di approvvigionamento. Insisto su questo punto perché non ho mai condiviso la retorica contro le multinazionali additate a sproposito sulle problematiche del lavoro. Nel 2023, Amazon ha lanciato una partnership con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni per promuovere i diritti e l’inclusione socioeconomica dei lavoratori migranti nella sua catena di approvvigionamento e per migliorare la migrazione sicura della manodopera in tutti i settori.
Sottolinea il report 2023: “Quest’anno, abbiamo migliorato il nostro lavoro su luoghi di lavoro sicuri e sani nella nostra catena di approvvigionamento manifatturiera unendoci a NIRAPON (un’organizzazione non-profit guidata dal settore che collabora con marchi globali, rivenditori, produttori e ONG per creare e sostenere una cultura di sicurezza sul posto di lavoro nelle fabbriche del Bangladesh) e all’iniziativa Life and Building Safety (LABS). Nirapon è un’iniziativa guidata dall’industria incentrata sulla promozione della sicurezza sul posto di lavoro nelle fabbriche del Bangladesh. Amazon, come membro sta contribuendo, sostenendo la catena dei fornitori, attraverso l’istruzione e lo sviluppo delle capacità, promuovendo un approccio alla sicurezza che è in continuo miglioramento.
Come membro di LABS, un’iniziativa del settore incentrata sulla mitigazione dei rischi di sicurezza degli edifici prevenibili antincendio, elettrici e strutturali, stiamo collaborando con altri marchi per aumentare la sicurezza nella nostra catena di approvvigionamento dell’abbigliamento in Cambogia, India, Indonesia e Vietnam”.
È evidente che a valle delle filiere c’è un importante ruolo di “sollecitatore” di buone pratiche nei confronti delle imprese a monte. Su questi temi le imprese a valle anche nella comunicazione ai consumatori finali possono fare molto. E questo vale anche per la GDO. Per questo motivo ritengo importante il rapporto. Non solo per la dimensione di Amazon a livello mondiale ma anche per l’esempio e l’effetto di trascinamento positivo che può mettere in campo per tutta la filiera a monte.