La GDO tedesca va in controtendenza sul servizio al cliente. I casi Edeka e Rewe..

La Germania è sempre più terra di sperimentazioni per la GDO che anticipano scenari possibili anche  da noi. Traiettorie e modelli organizzativi su cui, credo, possa essere utile riflettere. La prima che propongo è una scelta per necessità. Riduce addirittura il servizio nel punto vendita. La seconda, lo aumenta,  rilanciando il servizio di consegna rapido. Due apparenti contraddizioni? Ma procediamo con ordine.

La “Lebensmittelzeitung” riporta che Edeka, una delle più importanti catene tedesche, sta sperimentando, in alcune realtà territoriali, il superamento del banco servito. Il motivo: molte filiali non dispongono più di personale sufficiente per rifornire e gestire i banchi del fresco. Secondo il rapporto i cambiamenti coinvolgeranno le regioni del Nord e Minden-Hannover, del Sud-Ovest e della Baviera settentrionale e meridionale. Dal banco del fresco assistito, ricercato dai consumatori, al quale i clienti chiedono qualità superiore e consigli al banco self service che punta a soddisfare esigenze di praticità e rapidità. L’organico, il suo dimensionamento e la sua formazione specialistica sono un problema vero ovunque. E quello di Edeka è un segnale su cui riflettere.

Altra notizia in controtendenza il rilancio del quick commerce dato per morto da molti osservatori nostrani. L’innovazione non segue percorsi lineari e, oggi, più di ieri, la rete, che è un amplificatore di tendenze che enfatizza le idee e proposte nella loro fase di start up sottovalutando il percorso  che necessariamente trasforma un’idea, spesso geniale, in un prodotto o in un servizio finito. Una fase lunga, tortuosa e spesso caratterizzata  da contraddizioni, errori e ripartenza sotto altre formule. Per questo assistiamo a lanci, fallimenti, chiusure e successive concentrazioni attraverso acquisizioni. Il problema è semplice nella sua complessità. Non basta individuare la  potenzialità innovativa di un servizio. Occorre renderlo sostenibile con nuovi e solidi modelli di business. Il cosiddetto “ultimo miglio”, in altre parole ciò che ci può essere dalla decisione di acquistare un prodotto (online o offline) all’indirizzo del cliente,  è uno di questi. Il rapporto tra retailer e food delivery è strategico per costruire un modello di business efficace. Uber Eats ha dichiarato in una presentazione agli investitori a febbraio che il settore retail  rappresentava già il 10% delle sue attività di consegna totali nel quarto trimestre del 2023 e vale quindi già dieci miliardi di dollari su base annua. Per il food delivery è un completamento dell’offerta, per il retailer una quota di e-food aggiuntiva al proprio business tradizionale Oltre alla consegna a domicilio tradizionale.

La novità questa volta  viene da REWE. I clienti Lieferando in molte città tedesche possono ora ordinare generi alimentari da Rewe direttamente a casa loro. L’assortimento, ordinabile tramite Lieferando, comprende oltre 3.000 prodotti, tra cui i marchi propri di Rewe come ja!, Rewe Beste Wahl e Rewe Bio. Lieferando è una piattaforma di consegna di cibo online tedesca che consente ai clienti di ordinare cibo e riceverlo a domicilio. Fa parte della galassia Just Eat che gestisce varie piattaforme di ordinazione e consegna di cibo in venti paesi e collabora anche con IFood in Brasile e Colombia. Lieferando opera in Germania e Austria ed è leader per l’ordinazione di cibo, generi alimentari e prodotti di uso quotidiano.

L’azienda fornisce la piattaforma, un’infrastruttura e i servizi per l’attività di ordinazione digitale. Della consegna  se ne occuperà Flink con i suoi autisti e i suoi magazzini. Società  di cui Rewe detiene il 12%. Rewe già oggi consegna la spesa a domicilio. Il valore minimo dell’ordine è di 20 euro e per i carrelli della spesa più grandi, superiori a 69 euro, non verranno addebitate spese di spedizione. La consegna con Lieferando dovrebbe avvenire entro 45 minuti dall’ordine. Il servizio funziona da lunedì al sabato dalle 7:30 alle 23:30. L’amministratore delegato di Lieferando, Lennard Neubauer, ha spiegato che con la nuova partnership “integriamo il nostro portafoglio di servizi”. Clemens Uwe Bauer, direttore e-commerce di Rewe, spiega: “La collaborazione con Lieferando ci consentirà di espandere ulteriormente la nostra offerta nel segmento espresso del mercato e-food”.

Lieferando è stata fondata in Germania nel 2009. In precedenza, solo i singoli retailer offrivano la propria merce tramite piattaforme di consegna. Il servizio di consegna Wolt (una società finlandese di food delivery acquisita dalla società americana di consegna di cibo Door Dash oggi presente  in 29 paesi, 25 dei quali con il prodotto e il marchio Wolt), è stato scelto come partner dai negozi Edeka o Penny, mentre i singoli negozi Spar Express o le gastronomie offrono i loro prodotti tramite Lieferando. Rewe vuole consegnare in più di 40 città. Tra queste figurano metropoli come Berlino, Colonia, Monaco e Amburgo, ma anche città più piccole come Oldenburg, Bottrop, Krefeld e Kiel. Anche altre catene di supermercati hanno sperimentato piattaforme di consegna, con vari gradi di successo. La catena regionale Tegut ha avviato una collaborazione con Wolt.

Altre si sono ritirate dal mercato tedesco come Gorilla e Getir. Flink è ancora ben lontano dall’essere redditizia.  Per questo sono circolate voci secondo cui Rewe puntava a separarsene. Con questo accordo Rewe sembra, al contrario, di  volerla rilanciare perché Flink è strettamente integrato nell’accordo tra Rewe e Lieferando. Flink e i suoi rider si faranno carico della consegna completa della merce ordinata tramite Lieferando. Le consegne non verranno effettuate dalle filiali Rewe, ma piuttosto dai magazzini  che Flink utilizza già oggi.

Scelte organizzative evidentemente complesse ma finalizzate a rilanciare il business di entrambe le due realtà tedesche. Due progetti opposti. Il primo ridimensiona un servizio (Edeka), il secondo lo amplia (Rewe). Entrambi lontani dalle nostre discussioni. Eppure la difficoltà a trovare personale di qualità è destinata aumentare e imporrà scelte organizzative e sperimentazioni anche da noi. E così, come la logistica necessità di specializzazione e di investimenti fuori dalla portata dei singoli  retailer, la stessa cosa varrà per la consegna dell’ultimo miglio. Soprattutto in tempi di maggiore integrazione online e offline. Il mercato dell’e-food va oltre il perimetro di attività delle singole insegne e della tradizionale consegna a domicilio. Le concentrazioni nel food delivery di cui ho accennato ne sono un indizio evidente. 

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