Il suo nome originario, nel 1999 era Topdì poi trasformato in Todis e non come qualcuno insinua bonariamente dovuto all’abbreviazione di Toppetti Discount (l’AD di Pac 2000A). L’ibrido che ne è nato è una via di mezzo, a mio parere riuscita, tra un supermercato e un discount. La differenza sul campo la fanno i singoli imprenditori e un management giovane e inclusivo che li supporta. Todis ha chiuso il 2023 con un fatturato di 1,167 mdi con una crescita del 16% e oltre 300 punti vendita nel centro-sud.
È un peccato che i bolognesi del Consorzio abbiano preferito non esserci. Si sono persi un grande spettacolo. Soprattutto una dimostrazione positiva di condivisione di quello che dopo 25 anni è ormai molto più di un progetto. In tempi di grande affanno che mettono a dura prova lo stesso spirito imprenditoriale, non è poca cosa. Eppure nel rapporto imprenditoriale tra il Consorzio nel suo insieme e il “suo” discount qualcosa va sempre storto. Sarà il fato o la semplice sfiga ma cinque anni fa al traguardo dei vent’anni è toccato a Francesco Cicognola il direttore generale di PAC 2000A bucare una gomma e arrivare tardi all’evento. Questa volta, per i 25 anni un incidente in autostrada ha rischiato di non far arrivare in orario i dirigenti della cooperativa che più di tutte le altre ha creduto nel progetto Todis. Hanno poi recuperato sia Danilo Toppetti AD di PAC2000A che lo stesso Francesco Cicognola con un discorso non convenzionale di stima e fiducia in Todis e nel suo management.
Per Conad Adriatica c’era la squadra di testa capitanata da Antonio Di Ferdinando e Giovanni Mastrantoni neo eletto Presidente. L’altra cooperativa che ha scommesso sul progetto Todis. Il rapporto tra le due cooperative di Conad e Todis è buono. Certo sconta una competizione tra ciò che sulla carta dovrebbe essere un semplice discount ma non lo è e qualche punto vendita della cooperativa che fatica a reinventarsi di fronte ad un consumatore che cambia. Peccato però non sentire i suoi dirigenti sul palco. La sala era stracolma. Centinaia di affiliati presenti.
Un’azienda non si misura solo dai numeri. Quello che conta veramente è il clima che vi si respira. Nei corridoi c’era un entusiasmo sincero. Queste iniziative coinvolgenti tendono poi ad esaltarlo. A far sentire le persone parte di un percorso comune. Un affiliato nei corridoi mi ha spiegato che anche lo stesso Luca Panzavolta Amministratore Delegato di CIA-Conad che ha visitato i punti vendita di Roma lo ha constatato. Il clima che si respira nei corridoi è probabilmente parte del “carburante” che ne alimenta il successo. Anche in un anno come questo dove volumi e margini faticano a confermarsi. E questo potrebbe far riemergere qualche mal di pancia. Un successo, seppure faticoso, se è tale, non può essere fonte di imbarazzo. O lo si contesta o lo si condivide. Lascio stare le liturgie tipiche di questi incontri. Vedere però un palco dove, per esempio, le donne (affiliate) erano più numerose degli uomini già segnala un approccio diverso. Una inclusività spontanea non costruita fatta da giovani imprenditrici partite da zero, o figlie di imprenditori, impegnate in azienda e disponibili a portare il loro contributo di determinazione, diversità ed entusiasmo ai colleghi.
Tutti gli interventi hanno sollevato due concetti fondamentali. La collaborazione nella filiera con i fornitori, alcuni ormai partner da molti anni e il gioco di squadra che coinvolge tutti, al di là dei ruoli nei punti vendita, ma anche e soprattutto, in sede. Una sede snella, coesa, orientata al risultato. Qui si vede la mano di Massimo Lucentini e il rapporto di intesa con il Presidente Gianni Capobianco. Un manager inclusivo, determinato e trascinatore. Tra l’altro l’esempio di IGES S.r.l., società che detiene il marchio Todis, controllata da Pac2000A e Conad Adriatico mi fa pensare al modello Rewe. Laddove non è stata in grado di individuare singoli imprenditori motivati ha creato società ad hoc costruite per gestire situazioni dove i margini di miglioramento necessitano di interventi più manageriali, piuttosto che limitarsi alla ricerca di singoli imprenditori disposti a rischiare in proprio. L’evoluzione del modello Conad credo stia nella formula mista. Rewe è cresciuta in Europa, così. Conad se vuole avere una prospettiva deve continuare a crescere integrando modelli imprenditoriali a modelli manageriali.
Oltre alle persone, imprenditori e manager, che sono gli elementi che osservo con maggiore interesse, esistono traiettorie e progetti. E Todis ne ha lanciati parecchi. Tre mi sembrano interessanti. Innanzitutto il progetto “Todis management” che ha coinvolto 400 persone tra imprenditori affiliati e loro collaboratori sui temi della digitalizzazione e della sostenibilità. Leve strategiche di Todis. Sull’innovazione e sulla sostenibilità sta accelerando. Sul primo tema Sara Pifferi ha presentato la nuova App Fidelity Todis che punta a costruire un rapporto personalizzato con i clienti e ad aumentare le loro visite (e i loro acquisti) nei punti vendita.
Sulla sostenibilità una interessante tavola rotonda per presentare “l’Attestato di Sostenibilità”, un progetto su cui sono coinvolti i fornitori che producono i prodotti a marchio per l’insegna. Da sottolineare quello presentato con “l’insalata dell’orto” tra i primi gruppi ortofrutticoli in Italia a dotarsi di un bilancio di sostenibilità, e che fornisce a a Todis insalate pronte a residuo zero. Quello della “Fiammante” marchio di punta di una produzione semi artigianale di conserve che promuove la valorizzazione dei prodotti legata però alla valorizzazione del lavoro, delle comunità e dei territori. Un rapporto di filiera che si basa su relazioni autentiche e valori condivisi sia sul piano della qualità del prodotto ma anche per combattere efficacemente il fenomeno del caporalato. Una sostenibilità certificata da SGS attraverso audit finalizzati sui fornitori. L’obiettivo è quello di garantire standard elevati per i prodotti a marchio Todis. Insomma un bel traguardo raggiunto e uno sguardo verso il futuro.