Grande Distribuzione. Anche IKEA alza la posta…

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Un’altra dimostrazione importante di come si muovono le imprese multinazionali del settore della Grande Distribuzione è rappresentata da IKEA.

A fine maggio l’annuncio. Jesper Brodin succederà a Peter Agnefjall a partire da settembre come CEO di IKEA. 48 anni, in azienda dal 1995, avrà la responsabilità di 350 store, 45 shopping center in cui lavorano circa 140000 dipendenti distribuiti in poco meno che 30 Paesi.

Una importante scelta di crescita interna. La strategia di espansione tradizionale impostata da Agnefjall sul mercato cinese, indiano e il rafforzamento delle vendite on line proseguirà senza sostanziali cambiamenti.

Brodin, da parte sua, conosce molto bene l’azienda ed è un esperto di acquisti, logistica e nuovi mercati e darà un forte impulso alla diversificazione. In una recente intervista ha dichiarato di avere diversi nuovi progetti da lanciare. La parola d’ordine del colosso partito da Almhult in Svezia nel 1958 è: multicanalità.

La diversificazione per Ikea è un punto importante della strategia di crescita. I conti della multinazionale svedese dell’arredamento sono positivi e dichiarano un utile netto in rialzo del 20% a 4,2 miliardi di euro nell’esercizio 2015-2016. In 10 anni il fatturato è, di fatto, raddoppiato. In Italia continua a crescere: il bilancio 2016 registra infatti ricavi in crescita del 4,5% rispetto all’esercizio precedente.

Ikea Food fattura €1,7 miliardi di fatturato nel mondo. In italia +5,9% con 97 milioni di euro (pari al 5,7% del fatturato dell’azienda). Quindi è un colosso anche della ristorazione con progetti di crescita importanti. Anche in Italia.

A Piacenza ha creato un polo distributivo che serve l’Italia e tutti i Paesi che ruotano intorno al Mediterraneo. L’azienda ha capito benissimo che una logistica efficiente e all’avanguardia può diventare un vero e proprio valore aggiunto in sé se sa mettere al centro i bisogni e le esigenze del cliente.

Il deposito IKEA è uno snodo fondamentale per le merci. È un’altra prova che i confini tra settori perdono di importanza. La logistica diventa sempre più un fattore chiave del successo di un’azienda.

Tra l’altro, l’Italia, è stata scelta dal Quartier Generale per testare la formula del “pick-up & order point”. Negozi più piccoli con assortimento selezionato e, attraverso l’e-commerce, più attenzione ai tempi e alle necessità dei consumatori.

Va sottolineato che secondo un’analisi condotta da Ernst&Young nel 2013 la filiera complessiva di Ikea in Italia generava 21.000 posti di lavoro (tra diretti e indiretti), un valore aggiunto totale pari a 1 miliardo di euro e circa 300 milioni di contribuzione fiscale.

Quindi Ikea come Amazon punta decisamente ad uno sviluppo orizzontale. Logistica, e-commerce integrato, maggiore penetrazione nelle città con negozi più piccoli e, nel food, ristoranti di nuova generazione. E continua l’espansione nel far east..

Anche da noi un futuro di consegne H24 in posti prestabiliti gestiti direttamente dal cliente che supererà le formule contrattuali tradizionali e una forte integrazione con il territorio (IKEA è, tra l’altro, il più grande compratore di mobili italiani).

Infine, come caratteristica importante grande rispetto per le risorse umane, welfare aziendale spinto e lotta decisa alle discriminazioni non solo di genere come ha recentemente dichiarato la responsabile risorse umane del gruppo internazionale.

È un modello profondamente diverso sul piano della gestione dei collaboratori da quello proposto da Amazon ma la direzione di marcia, la centralità dell’insegna, la qualità del servizio al cliente, la piattaforma logistica e l’on line come strumento di successo rappresentano, sostanzialmente, gli stessi drivers su cui puntare nei prossimi anni.

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