Il carico di aspettative sull’incontro al MISE mi sembra francamente esagerato. Nulla fa prevedere che possa essere esaustivo per una vicenda così complessa. Se dovesse essere inteso in questo modo credo riserverà amare sorprese.
Può essere però il luogo dove, dopo le legittime prese di distanza e il consueto scambio di insulti, le parti dovrebbero provare azzerare un percorso che fino ad oggi non ha prodotto nulla di significativo e quindi individuare le priorità per una convergenza utile al proseguimento del confronto.
L’obiettivo comune dovrebbe essere quello di garantire 18.000 soluzioni ai lavoratori coinvolti. Non uno di meno. Ed è la ragione, a mio parere, della “fuga” di Auchan dalle sue responsabilità e dal Paese.
Conad deve diventare il perno centrale di questa operazione attraverso BDC e il sindacato confederale dovrebbe mettere tutto il suo peso su questa ipotesi di lavoro. Innanzitutto chiedendo a Conad di convergere su questa sfida reciproca. Senza se e senza ma. Nessun lavoratore deve essere lasciato solo con il suo problema.
Tutti coloro che a vario titolo hanno responsabilità dirette (Auchan e Conad) o indirette (altre attività di Auchan in Italia, aziende interessate a parti della rete, fornitori, gestori di immobili, ecc.) possono contribuire alle soluzioni occupazionali principali sia acquisendo le filiali che non entrano nell’universo Conad che offrendosi di valutare, in altri punti delle loro organizzazioni, gli esuberi di sede e di punti vendita Auchan sul territorio.
Se è vero come è vero che stiamo parlando di ottime risorse umane questo impegno sociale può essere condiviso. Ovviamente affrontando il problema del costo, di una sua eventuale ripartizione in rapporto alle opportunità create e alla disponibilità delle persone.
Aggiungo gli strumenti classici (incentivazioni, pensionamenti, ecc.) tesi a ridurre le persone coinvolte. Sulle incentivazioni sarà comunque necessario trovare un equilibrio economico tra i dirigenti, i quadri e l’insieme delle risorse coinvolte da queste proposte. Non si possono creare soluzioni troppo sbilanciate. Per questo non andrebbero sprecate.
Infine occorrerà costruire una robusta operazione di ricollocamento esterno fatto di un mix di bilancio di carriera, formazione e sostegno che a mio parere dovrebbe essere gestita con un coinvolgimento diretto tra BDC e sindacati ma che può trovare anche interlocutori privati esterni esperti di outplacement soprattutto per alcuni segmenti specifici o zone del Paese.
Il ruolo del MISE su questo può essere determinante per agevolare un’operazione che coinvolge, più o meno, l’intero territorio nazionale. Ci sono i fondi professionali attivabili (comprese le risorse di Auchan 2019/2020), i fondi europei, il ruolo di Anpal e strumenti interni a BDC che possono essere messi in campo. Brilla, in tutto questo, l’assenza delle organizzazioni di rappresentanza datoriale, che continuano a non comprendere il loro ruolo in operazioni di queste dimensioni sociali.
E non basta dichiararsi disponibili nei convegni o negli incontri riservati. Occorre esercitare il proprio peso con le istituzioni, le imprese aderenti e le controparti sindacali. Tra l’altro questo consentirebbe sviluppi interessanti in vista dei prossimi rinnovi contrattuali. Ma tant’è.
Ad oggi l’operazione Auchan/Conad non è stata gestita per quello che merita. Da entrambe le parti. Il rischio che sfugga di mano a tutti è molto elevato. Non è più tempo di rassicurazioni, dilettantismi e indecisioni. Soprattutto non serve moltiplicare i fronti aperti.
Sul piano sociale l’incontro del MISE dovrebbe essere l’occasione per riprendere il filo interrotto. Vincenzo dell’Orefice della Fisascat ha ragione quando dice che è partita una “lotta contro il tempo”. Gli incastri sono complessi perché è un negoziato anomalo diverso da ogni altro in passato con ipotesi di soluzioni a ventaglio che possono aprirsi o chiudersi e quindi vanno colte e gestite nelle modalità praticabili.
Bruciarle sarebbe solo un autogol. L’operazione in corso è irreversibile. Anche nelle conseguenze.
Più è trasparente e meglio sarà per tutti.
Buongiorno Mario.
Dove di trova il piano industriale oggi?
È già arrivato al Ministero dello sviluppo economico?
Lo stanno vagliandoin questi giorni in modo da essere pronti il 30 per favorire un accordo tra le parti?
Aspetto tue news. Grazie.
Credo che tu stia sbagliando indirizzo..
In che senso sto sbagliando indirizzo?
Non ci sarà accordo o non c’è ancora il piano?
Stai chiedendo a me una cosa che non è nelle mie disponibilità. Come faccio a sapere cosa farà BDC o Conad al MISE? Spero come te che presenti qualcosa di più chiaro rispetto ad oggi.