Anche quest’anno si è concluso. Per il blog è stato un anno impegnativo che si è via via trasformato da occasionale in un appuntamento quasi quotidiano. Oltre settemila contatti al mese di media con punte che crescono esponenzialmente quando vengono trattate situazioni specifiche, come ad esempio, la vertenza Conad/Auchan poco proposte dai media tradizionali e dagli stessi protagonisti. Ha funzionato il collegamento del blog con gli altri social e la presenza costante su LinkedIn, Twitter e la pagina di Facebook (il blog notes di Mario Sassi) che hanno consentito una ulteriore crescita costante dei contatti. In questo modo la presenza è aumentata sia sul piano quantitativo che qualitativo. Un incentivo a insistere.
Dei quattro argomenti proposti (grande distribuzione, corpi intermedi, relazioni industriali e singole situazioni aziendali) quest’anno il focus principale, nella seconda metà dell’anno, è stato posto sulla operazione Conad/Auchan. Fondamentale per capire la GDO. Nella prima parte su Embraco, Whirpool, l’evoluzione di Confcommercio, i rinnovi dei contratti nazionali e i cambiamenti della grande distribuzione e della logistica. Ma tutti gli argomenti scelti sono stati trattati approfonditamente e posti all’attenzione di chi ha scelto di seguire il blog.
L’idea, credo originale, nelle singole vertenze aziendali o nelle situazioni trattate e scelte perché emblematiche, è di accompagnarle, passo dopo passo, da ciò che le determina e poi via via fino alla loro conclusione. Non limitandosi a prendere atto della narrazione proposta unilateralmente dalle parti ma analizzandone i comportamenti, sostenendoli o criticandoli, fornendo spunti e proposte. E scontando il fatto che questo può innervosire i protagonisti più fragili e meno strutturati.
Nel 2020 continuerà e si completerà la prima parte dell’integrazione dei PDV della multinazionale francese in Conad, l’assegnazione dei punti vendita ad altre insegne e l’inizio della riorganizzazione degli ipermercati. Fatti concreti che precedono e accompagnano la vertenza sindacale in atto che presto vedrà scendere in campo le segreterie confederali che affiancheranno i sindacati di categoria. Una scelta inevitabile in questa fase di impasse di un negoziato che deve assolutamente cambiare passo perché fondamentale per lo sviluppo del comparto e delle dinamiche dell’intera filiera ma anche per le conseguenze sull’occupazione eccedente.
E da qui continueremo a seguire insieme quel filo rosso che consentirà di capire dove va la grande distribuzione. A parte qualche troll anonimo e qualche nervosismo di troppo di chi non ama i riflettori accesi su ciò che sta facendo (o che non sta facendo), il blog resta uno dei luoghi dove questa operazione viene trattata con maggiore continuità. Non è un caso che da questi approfondimenti si sono costruiti e consolidati nel tempo i rapporti con molti giornalisti e diverse testate on line e off line. E, cosa molto importante, con molti lavoratori e manager coinvolti in prima persona che interagiscono fornendo notizie di prima mano, spunti e riflessioni. Questa è indubbiamente la maggiore soddisfazione.
Seguiranno altri focus sulla crisi dei corpi intermedi, le elezioni al vertice di Confindustria e Confcommercio e sui rinnovi dei principali contratti dell’industria. Sarà così anche per il contratto del terziario che, dopo l’uscita di Federdistribuzione, troverà probabilmente sulla sua strada altri concorrenti importanti e verranno approfondite le ripercussioni che questo potrebbe provocare sul principale contratto nazionale del Paese e sulla bilateralità ad esso collegata. Così come lo stesso contratto nazionale dei dirigenti del terziario ormai scaduto.
Presto si capirà se il diritto/dovere all’occupabilità, il welfare e nuove forme di collaborazione tra imprese e lavoratori assumeranno la centralità che dovrebbero avere o se i contratti nazionali ripiegheranno su materie meno incisive relegando il sindacato e l’insieme della rappresentanza a ruoli più tradizionali rallentandone i cambiamenti necessari. Se la probabile introduzione del salario minimo, entrerà o meno in concorrenza con la contrattazione nazionale, e se aprirà scenari nuovi.
Ritorneranno d’attualità le proposte sulle chiusure domenicali e, probabilmente, ci saranno altre concentrazioni nella GDO e, forse, si creeranno le condizioni per altri addii. Come è facile intuire, quindi, l’anno che si apre sarà particolarmente impegnativo nel quale il blog continuerà ad offrire un punto di vista diverso e originale. Buon 2020 a tutti…
Buon anno Mario e buon anno a Margherita distribuzione spa.
Inizia oggi infatti l’attività di questa società in cui sono confluite SGD, Erregest e Sma Spa. Termina quindi l’attività di questa storica società Sma Spa nata a Milano quasi 60 anni fa, nel 1961.
Da oggi siamo circa 13.000 colleghi e siamo dentro ad un’unica società Margherita distribuzione spa.
Inizia oggi un percorso che vedrà questa società assottigliarsi nei numeri ogni giorno che passa, ad ogni negozio che passerà a coop.ve Conad o che sarà ceduto ad altri players della GDO a causa dell’intervento dell’antitrust o per non interesse da parte di Conad. Anche noi delle sedi ex Auchan, oggi a tutti gli effetti dipendenti di BDC, società controllata da Conad al 51% possiamo dire che siamo all’interno della galassia Conad. Non so se ad oggi Conad può contare noi 13.000 suoi dipendenti insieme ai 59.000 già dentro le coopve Conad e società di servizi controllate. Questa è una domanda per te Mario.
Ci sarà poi, forse i primi gg di gennaio la comunicazione di riduzione dei dipendenti e messa in mobilità delle sedi e forse di alcuni negozi e Iper in fase di ristrutturazione.
Spero che si inizierà una fase di incontri e colloqui personali per ridurre al massimo i dipendenti in esubero e che ognuno se ne vada o resti nella galassia Conad soddisfatto, anche perché in questa situazione ci siamo trovati non per nostra colpa, ma per scelte scellerate e irresponsabili di managers francesi, portoghesi e “Yes Man” italiani.
Grazie e Buon 2020.
Approfitto del tuo intervento per augurare a tutti i colleghi di BDC e a tutti i collaboratori di Conad un grande in bocca al lupo per il 2020. Ne avete bisogno. La tua domanda è legittima ma nei rapporti di lavoro non esiste la proprietà transitiva. BDC e Conad sono due realtà diverse dal punto di vista giuridico. Ed è questa la ragione per cui io continuo ad insistere su un punto preciso. I tempi laschi del negoziato sindacale non sono quelli richiesti per chi deve muoversi il più rapidamente possibile per ricollocarsi sul mercato. Per chi non è in grado di fare da solo occorrono dai sei mesi ad un anno secondo le stime degli esperti di OTP. Questa indeterminatezza incide sulla motivazione e sulla necessità di guardare avanti. L’idea che tenendo sulla corda migliaia di persone aumenti la forza contrattuale al tavolo negoziale è molto rischiosa per chi ha bisogno di tempo per ricollocarsi e estremamente ingenua viste le forze in campo. E sette mesi se ne sono già andati. Ecco se devo esprimere un desiderio di inizio anno spero che i prossimi passi saranno all’insegna delle soluzioni possibili che non coincidono mai con quelle auspicate in partenza.
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Vertenza Auchan/Conad
Effetto domino nell’ indotto Licenziamento collettivo per 13 persone del deposito Ceva Logistics Fiumicino ricevuto il 31 dicembre un bel regalo per fine anno. NO COMMENT
In genere non pubblico gli interventi che hanno come unico scopo la denuncia fine a sé stessa. Che siano polemiche nei miei confronti o esternazioni inconcludenti le lascio agli appassionati della materia. Inutile discutere. Faccio un’eccezione per due ragioni. Innanzitutto perché il problema lo merita. In secondo luogo perché mi dispiace vedere l’energia e la determinazione di chi scrive qui o altrove (in buona fede) nella direzione sbagliata. L’operazione Conad/Auchan produce indubbi effetti collaterali. In questo caso 13 persone rischiano di perdere il posto di lavoro. Ce ne saranno altri. Nel breve è inevitabile. A meno che il sindacato dei trasporti non solleciti Ceva al repechage. Aggiungo che se il progetto Conad non dovesse raggiungere gli obiettivi che si è posto (penso agli Iper) le conseguenze potrebbero essere ben peggiori. Quello che cerco di spiegare è che non esistono alternative. Non si può tornare indietro. Si può solo andare avanti stabilendo però alcune priorità per l’occupazione. Le garanzie purtroppo non esistono. Innanzitutto sul fronte Conad, poi sui partner interessati. E contemporaneamente occorrerebbe lavorare sui ricollocamenti esterni per le sedi. Le regioni possono fare molto. Meno documenti inutili e più posti di lavoro. Anche perchÉ più passa il tempo più aumentano i rischi che BDC vada per la sua strada. Con tutto quello che può comportare. Anche per l’indotto. Questa non è una vicenda che si risolve con qualche sciopero negli ex Auchan oggi BDC. O con qualche articolo di stampa. Se qualcuno lo pensa non posso che augurare loro buona fortuna.