Quando penso ad UNES, oltre al proprietario Marco Brunelli, mi vengono in mente Mario Gasbarrino, Rossella Brenna e Mario Spezia. Il primo, tra l’altro, aveva preso un’azienda caduta in una sorta di anonimato contribuendo a darle un’identità precisa. Gli altri due, veri professionisti della GDO, ne hanno gestito fasi delicate di passaggio la cui uscita testimonia la presenza di evidenti problemi relazionali ai vertici. Tre AD in quattro anni. Un segnale chiaro che qualcosa non funziona.
Adesso tocca a Gianluca Grassi, head of omnichannel marketing di Unes presentare l’azienda. Credo comunque sotto Cristophe Mosca direttore generale di Finiper Canova e quindi della business unit supermercati a insegna Unes. Da quello che leggo, tanta buona volontà, impegno e qualche idea presa dal passato e presentata con eccessiva enfasi nelle riunioni interne e alla stampa di settore. Personalmente ho sempre avuto una sana diffidenza, tipica di chi ha fatto il Direttore Risorse Umane a lungo come il sottoscritto, per i top manager, commerciali o meno, che appena insediati al vertice di un’azienda, propongono di reinventare la ruota. Ma tant’è. Dal mio punto di vista ci sono fasi nella vita di un’azienda, che possono essere gestite solo da ristrutturatori e riorganizzatori esperti. O da chi, ed è forse questo il caso di UNES, è veramente in grado di integrare questa rete con altre sviluppando sinergie sui costi e sulla logistica o sulla gestione di alcuni punti vendita. Sotto questo punto di vista l’apporto di Conad credo sia tutt’ora determinante.
Sicuramente i manager devono affrontare un pesante clima interno nei punti vendita a cui il piano di riduzione dei direttori di filiale, per come è stato presentato, ha dato un forte contributo (https://bit.ly/3s3RGpW). L’insegna nata a Milano negli anni 60, presente in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna con oltre 200 punti vendita diretti e in franchising sembra, dalle dichiarazioni, voler ricominciare da dove era partita. Una sorta di ritorno alle origini. La catena di supermercati che dal 2002 è parte del gruppo Finiper volta quindi pagina, riunendo sotto un unico “ombrello” le insegne “U! Come tu mi vuoi” e “U2 Supermercato”. Funzionerà? Per ora, i numeri, mostrano una situazione in salita. Vedremo come si concluderà il 2023.
Il 21 dicembre si è finalmente conclusa la procedura di riduzione di personale. Una procedura partita il 29 settembre che indicava 101 esuberi da ricercarsi tra Direttori e Vice Direttori inquadrati come prevede il CCNL nel primo livello. Queste figure sarebbero dovute essere sostituite da “referenti di negozio” di secondo livello. Nell’incontro successivo, avendo compreso l’impraticabilità della proposta, come peraltro avevo già scritto (https://bit.ly/3ROU6Dh), l’azienda l’ha modificata, smentendo le iniziali dichiarazioni, lasciando i responsabili di negozio al primo livello accontentandosi di modificarne il nome formale come prevede il CCNL (gestore o gerente di negozio, di filiale, o di supermercato).
Gli esuberi, quindi, sarebbero dovuti rimanere comunque 101 ma, al posto dei licenziamenti, l’azienda dichiarava la disponibilità ad un accordo che avrebbe dovuto privilegiare uscite volontarie rivolte a chi era a non oltre due anni dalla pensione. O con un incentivo pari a 18 mensilità con l’aggiunta di una mensilità per ogni 5 anni di anzianità fino ad un massimo di 22. Un buon pacchetto che, ovviamente, ha attirato anche chi era certo della propria professionalità e della sua potenziale rivendibilità sul mercato.
Nel terzo incontro (probabilmente dopo aver fatto i conti sui costi dell’operazione e sulle uscite già avvenute spontaneamente) gli esuberi da 101 erano scesi a 65, sempre però da ricercare tra i direttori e vice. Arriviamo così al 21 di dicembre dove la situazione si sblocca, i direttori e vice usciti sono stati 47. Altre figure però si sono aggiunte.
Gli altri posti sono stati occupati da Capi Reparto e magazzinieri. L’elenco finale è così composto: 24 Direttori, 1 Allievo Direttore (sic!), 22 Vice Direttori, 2 magazzinieri normalmente di terzo livello, 5 Capi Reparto di Macelleria, 5 Capi Reparto di Frutta e Verdura, 6 Capi Reparto di Salumeria. Alcuni di loro vicini alla pensione. Figure professionali che non c’entrano nulla con la scelta iniziale della procedura e che, probabilmente, costringeranno l’azienda a cercare analoghe professionalità altrove… Questa decisione era, forse, l’unico modo (costoso) per uscire dal cul de sac dove si erano infilati con la procedura di riduzione di personale.
A Maria Teresa Giannini di Distribuzione Moderna il top manager ha dichiarato: ”Abbiamo avviato la nostra ripartenza semplificando e riorganizzandoci, ma soprattutto cercando un vero e proprio ritorno alle origini: abbiamo scelto di armonizzare il nome delle insegne per uniformare l’immagine di Unes e, con il nuovo pay-off “Vicini di spesa”, ci impegniamo a comunicare l’altro grande obiettivo dell’azienda, cioè quello di essere vicini al cliente, sia in termini di prossimità fisica, sia in termini di esigenze economiche. Entro il 2024 contiamo di modificare l’insegna a tutta la rete. È la nuova filosofia di Unes: diventare un punto di riferimento per la spesa quotidiana sotto casa di un numero sempre maggiore di persone, avvalorata da un nuovo piano commerciale e servizi come la Loyalty App”.
Pur rispettando l’ottimismo dichiarato resta un tema ineludibile che tocca il profilo stesso di UNES. Negli anni c’è stata una grande attenzione condivisa (lo dico da cliente) sull’impegno aziendale teso a limitare gli sprechi e gli impatti ecologici negativi. Oggi questa sensibilità sembra venir meno. I tagli colpiscono anche quest’area. Dalla raccolta dei rifiuti plastici con le presse per schiacciare le bottiglie, ai contenitori per la raccolta delle batterie esauste, dall’attenzione a non sprecare carta con i volantini, agli ordini sempre più mirati per limitare lo spreco di alimenti e via discorrendo. Mettendo in discussione questo profilo distintivo di rispetto per l’ambiente si rischia, però, di trasmettere un messaggio contraddittorio e sbagliato. Soprattutto far pensare al cliente UNES che si voglia mettere in discussione quella specificità. In controtendenza con altre insegne che, in ritardo, stanno affrontando, oggi, gli stessi temi.
Vista da fuori, sinceramente, non è chiaro se chi deve decidere le future traiettorie aziendali stia prendendo tempo, in funzione di altre scelte che si manifesteranno più avanti, o si sta solo perdendo tempo prezioso. Lo capiremo presto.
Buongiorno, io da semplice cliente ritengo che, sia meno importante il nome della catena….U! U2 UNES…vanno bene tutti! Quelli che (a mio modesto avviso) sono fondamentale, senza addentrarmi in discorsi di marketing “troppo impegnativi ” credo siano: Prezzi Qualità e Personale…Tutto il resto è fuffa…Buona giornata.