Tra lo scetticismo dei critici nostrani Carrefour Italia procede la sua corsa. Da un lato il continuo processo di riorganizzazione interna e di riorientamento e, dall’altro, la sperimentazione di formule che si affiancano al modello tradizionale in linea con i progetti della multinazionale. Nel 2023 è toccato al flagship store di Milano “Terre D’Italia” e a “Carrefour Contact”, oggi tocca, a “Carrefour Sprint” il nuovo progetto implementato a Firenze nato dalla collaborazione tra Carrefour e Glovo. È un “dark store” interamente gestito da Glovo, attraverso il proprio magazzino che consentirà le consegne entro 30 minuti, tramite app, sette giorni su sette. Un test importante ed estensibile.
“Carrefour Sprint” nasce in Francia. Per comprendere però le traiettorie della multinazionale francese, nelle quali “Carrefour sprint” si inserisce, bisogna fare un passo indietro. Nel 2021, nel corso del suo Digital Day, Carrefour ha presentato tra i driver chiave della sua strategia digitale al 2026, l’accelerazione dell’e-commerce e la trasformazione, attraverso il digitale, delle attività tradizionali della vendita al dettaglio. Alexandre Bompard, presidente e CEO, allora ha dichiarato: “Vogliamo trasformare Carrefour, un retailer tradizionale con capacità di e-commerce, in una Digital Retail Company, che pone il digitale e i dati al centro di tutte le sue operations e del suo modello di creazione di valore. Questo profondo cambiamento, che intendiamo realizzare entro il 2026, permetterà di sfruttare tutto il potenziale dell’omnichannel, che è oggi il DNA di Carrefour e un patrimonio unico nel settore”.
Nella strategia digitale, al primo punto, prevedeva una accelerazione dello sviluppo dell’e-commerce stabilendo la sua leadership nei formati a più alta crescita: Express delivery (meno di 3 ore), e quick commerce (meno di 15 minuti), per rafforzare la sua leadership nella consegna a domicilio nei suoi mercati chiave. Da qui il lancio nel 2021 di Carrefour Sprint in Francia, in collaborazione con Uber Eats e Cajoo, servizi innovativi come il personal shopper, che sembra abbia molto successo in diversi paesi del Gruppo (attraverso Bringo) e che, in Francia, ha il marchio OK Market! La presenza di Carrefour France nel settore delle consegne rapide risale quindi alla fine del 2021. Carrefour Sprint è partito in Francia con quasi 2.000 prodotti alimentari e non, tra cui frutta e verdura fresca, piatti pronti, piatti surgelati, bevande e prodotti per la cura e la pulizia della persona. Tra l’altro Carrefour già collaborava con Uber Eats in Francia dove già allora erano quasi mille i negozi Carrefour disponibili sull’app Uber Eats, distribuiti in 160 città francesi.
Dalla collaborazione tra Carrefour Italia e Glovo nasce a Firenze il primo “Carrefour Sprint d’Italia” a conferma dell’importanza sempre più strategica, per il gruppo francese, del quick commerce. Dalla piattaforma di Glovo, gli utilizzatori dell’APP potranno scegliere tra un’offerta di oltre 3.500 prodotti del supermercato, tra cui “Terre d’Italia, Carrefour Bio oltre ad una selezione di prodotti locali, di cura della persona, e articoli per la casa. Questa partnership è un modo per continuare la diversificazione dei servizi offerti che soddisfa un bisogno di rapidità combinato con la tecnologia e la competenza logistica del partner individuato.
Alberto Dolcetta, direttore Quick-commerce & Brands Ads di Glovo Italia ha dichiarato a Pambianco Wine&Food: “Il quick commerce è un fattore chiave di crescita per Glovo, che ha vissuto una forte accelerazione: negli ultimi 5 anni, gli ordini degli utenti dell’app sono cresciuti in questo ambito del 500%. La partnership con Carrefour, nata nel 2019 e che coinvolge 400 store in Italia è già un grande successo. Il lancio di “Carrefour Sprint” rappresenta una nuova frontiera della nostra partnership e l’ambizione di creare un servizio sempre più completo ed innovativo per i nostri utenti. Se funzionerà, prevediamo di espandere il modello anche in altre città d’Italia con Carrefour, con cui abbiamo un rapporto molto solido”. Qualora emergesse la possibilità, “non escluderemmo di realizzarlo anche con altri player”.
Per Alessandra Grendele, direttrice marketing, eCommerce, data, IT & digital transformation di Carrefour Italia questo accordo è “in linea con l’obiettivo di Gruppo di diventare la prima Digital Retail Company, con un approccio sempre più omnicanale, questa soluzione permetterà di offrire ai nostri clienti consegne rapide tramite app sette giorni su sette, con oltre 3.500 prodotti tra cui scegliere, inclusi i nostri marchi di private label come Carrefour Bio e Terre d’Italia, un passo avanti nella costante ricerca di nuovi modi per offrire servizi innovativi che garantiscano la migliore qualità e freschezza del prodotto e rendano più facile l’esperienza di shopping quotidiana dei consumatori”.
Iniziative queste che dimostrano un impegno e non, come sostengono alcuni osservatori che hanno puntato il dito sull’addio di Apulia Distribuzione al sud, come premonitore di un disimpegno complessivo dal Paese che, a mio parere, non ci sarà. Almeno fino a quando i risultati daranno ragione alle scelte dell’insegna francese. La continua riorganizzazione è fisiologica. Cristophe Rabatel e il suo team stanno ridisegnando il nuovo perimetro di business dove il franchising, il servizio, l’innovazione e la sperimentazione giocano un ruolo decisivo. Certo la riorganizzazione e la riduzione del personale diretto, il passaggio a terzi solleva diverse perplessità nei sindacati ma la traiettoria è inevitabile. E i risultati, ad oggi, danno ragione al management dell’azienda. L’Italia è il terzo paese europeo per importanza, dopo la Francia e il Belgio (4.390 milioni e un più 3% sull’anno precedente).
Resta da capire se, la vicenda che coinvolge un franchisee importante ma contemporaneamente un’azienda solida e interessata a crescere nel sud come Apulia Distribuzione che ha retto, con alti e bassi, per quattro anni comporterà definitivamente strade diverse o una profonda ridefinizione del rapporto stesso. Cosa che, a mio parere, converrebbe ad entrambi. Se così non fosse, come sembrerebbero confermare le dichiarazioni di entrambe le realtà, la separazione sarà operativa per la fine del 2024. Comunque sul lavoro, sull’innovazione, sulla cultura manageriale, sulla necessità di muoversi pensando globalmente e agendo localmente, nell’incertezza del nuovo secolo, ci troviamo solo le multinazionali del settore (discount compresi) e qualche grande aziende nazionale. Su questi temi, per una questione di risorse economiche e umane, la dimensione aziendale è decisiva, Dietro c’è purtroppo il vuoto.