Nell’atto prodotto dai Pubblici Ministeri milanesi Marcello Viola e Paolo Storari c’è un lungo elenco di indagini dello stesso genere che hanno portato a sequestri e iniziative giudiziarie nei confronti di aziende della logistica, della grande distribuzione, del facchinaggio e anche della vigilanza privata, tra cui diversi colossi nei rispettivi settori. L’obiettivo contestato a numerose società, è di aver costituito o utilizzato false cooperative e società schermo per sottopagare il personale della logistica, non aver versato interamente i contributi sociali dovuti ed aver evaso il fisco grazie anche a un “fraudolento giro di fatture false”.
Nell’ultimo caso che ha coinvolto GS-Carrefour, secondo il procuratore Marcello Viola, sarebbe stato rilevato che i rapporti di lavoro con GS “sono stati ‘schermati’ da società ‘filtro’ che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società ‘serbatoio’), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’IVA, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale” ai lavoratori. Una cosa ovviamente gravissima se dimostrata in questi termini.
Quello che, solo il processo potrà accertare, è il grado di coinvolgimento e di responsabilità reale del committente nelle contestazioni. Ho già avuto modo di scriverlo. Con le tensioni della logistica in rapporto alla GDO ho avuto a che fare fin dal 2005. Sono passati quasi vent’anni. Ed è cambiato poco. Non ricordo la quantità di notti passate a Lacchiarella per certificare che alcune cooperative con cui avevamo un rapporto, che per noi era assolutamente corretto, sostituissero lavoratori regolari contrattualizzati e certificati con irregolari in nero dopo una certa ora. Cercando di operare a totale insaputa dell’azienda committente con lo scopo evidente di risparmiare sui costi della mano d’opera. La mia cautela di giudizio nasce da qui.
Ci sono responsabilità soggettive e precise che vanno dimostrate. Dire assolute banalità come: ”Non potevano non sapere”, significa non avere nessuna contezza della natura del fenomeno. E soprattutto di come spesso funzionano gli appalti nella logistica. Secondo la ricostruzione tra il 2018 e il 2022, in particolare, GS spa avrebbe “fatto largo ricorso all’esternalizzazione dei servizi di logistica, movimentazione merci, facchinaggio e trasporto”.
Più che la denuncia di una scoperta sensazionale è ciò che ha fatto buona parte del comparto della GDO. E non solo. E tutto ciò “ha comportato”, si legge nel decreto del PM, “non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all’erario” quantificato in quasi 110 milioni di euro e, in più tabelle, vengono indicate 13 società in rapporto con GS nello schema di presunta “somministrazione illecita di manodopera”.
Tra i fornitori principali di manodopera della catena di supermercati, come si legge, figura, tra le altre, Cedica srl, poi “incorporata” in Samag Holding spa. Società questa in forte crescita che ha acquisito BLG Logistics Solutions Italia, filiale italiana dell’omonima compagnia logistica tedesca BLG Handelslogistik con un fatturato consolidato di 195 milioni di euro nel 2020, un indotto di oltre 5.500 addetti e la gestione di più di 110 impianti per una superficie di oltre 1 milione di mq. Interlocutore tutt’altro che marginale nel complesso della logistica italiana dove è assolutamente fisiologico (ovviamente nel rispetto delle leggi) assistere a cessioni, incorporazioni e chiusure di società. In un settore giovane, e in grande crescita, è una prassi normale.
Dagli atti, poi, risulta che GS spa, sarebbe indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. E per le presunte frodi fiscali, tra aprile 2019 e marzo 2023, sarebbero indagati quattro “soggetti apicali” dell’insegna. “In attesa di conoscere ulteriori dettagli sul procedimento, Carrefour Italia conferma di essersi prontamente attivata per offrire il massimo supporto e collaborazione alle autorità competenti”. In casi come questi dove le responsabilità devono essere accertate concretamente, vale sempre la presunzione di innocenza.
Quello che sta emergendo sul fronte dell’impiego di mano d’opera è una prassi, purtroppo, che si è consolidata nel tempo. Le cooperative cosiddette spurie, parte integrante di un sistema complesso, non sono un fenomeno recente. Hanno occupato uno spazio sempre più rilevante e conosciuto da tutti. Persino il sindacato confederale, che ha cercato di arginare il fenomeno, è stato spazzato via dai piazzali della logistica. La stessa Esselunga, una volta accortasi del livello di inaffidabilità degli interlocutori e avendone subito, essa stessa, un grave danno, ha individuato operatori logistici di ben altro spessore che, a fatica, stanno rimontando una situazione di grave difficoltà operativa. Un comparto, quello della logistica, tutt’altro che “bonificato”.
Detto questo condivido ciò che ha scritto Francesco Riccardi su Avvenire: “La politica è chiamata a riflettere su come migliorare le leggi sui subappalti di lavorazioni e manodopera, per evitare che vengano troppo facilmente eluse e i sindacati a vigilare sulle esternalizzazioni (su questo la funzione del nuovo CCNL della Distribuzione Moderna sarebbe decisiva). Ma è soprattutto dagli imprenditori e dai manager a tutti i livelli che ci si attende un riscatto morale. Prima ancora che sia una legge o una direttiva europea ad obbligarli”.
Lo schema della Procura milanese, a mio modestissimo parere, dà però per scontato una cosa che scontata non è. Ipotizza uno scenario di complicità verticale costruito subdolamente dall’azienda committente su contratti di appalto e subappalto. Individua una “filiera della manodopera” con lo scopo di omettere il versamento dell’IVA e gli oneri di natura previdenziale e assistenziale” ai lavoratori a vantaggio esclusivo di GS-Carrefour individuato come vertice decisionale della supposta cupola. Personalmente sono più propenso a credere che l’intero schema emerso evidenzi carenze di controlli sulla cosiddetta “filiera della manodopera”, responsabilità precise degli interlocutori logistici Individuati nel tempo, sottovalutazione, questa si, delle conseguenze possibili da parte del management di GS-Carrefour.
Altra cosa che cambierebbe il quadro sarebbe riuscire a dimostrare la complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale, ossia GS, “del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti per un ammontare complessivo superiore a 362 milioni di euro”.
Accuse evidentemente tutte ancora da dimostrare che credo abbiano determinato il provvedimento di sequestro preventivo di 64 milioni di euro ai danni della società della Grande distribuzione organizzata. Versati, credo, non come ammissione di colpa ma come necessari per poter continuare ad operare. Adesso la partita si sposterà nelle sedi giudiziarie preposte dove le tesi della Procura devono trovare riscontri oggettivi.