Delle tre insegne tedesche della GDO che mirano a sfatare il pregiudizio sulle difficoltà che incontrerebbero le multinazionali nel nostro Paese, sotto i riflettori ci vanno quasi sempre Lidl e Aldi. Entrambe insediate e partite dal nord est. Terra feconda che ha partorito sia Eurospin, il leader tra i discount, IN’s nato da una costola di PAM e ha dato i natali all’unico imprenditore italiano, Patrizio Podini da Bolzano, che come gli altri discounter non si è fermato ai pregiudizi o alle difficoltà e ha creduto possibile pensarsi come realtà realmente nazionale.
Solo un’altra insegna tedesca, entrata nel nostro Paese grazie ad un’alleanza tra Rewe e un lombardo doc come Bernardo Caprotti, non è partita dal triveneto: Penny. Avendo lavorato nel gruppo Rewe non posso negare una personale simpatia per ciò che si è confermato di quel gruppo in Italia e di ciò che è diventato nel mondo anche grazie a manager come Lionel Souque oggi CEO di Rewe che, in Italia, si è “fatto le ossa” una ventina d’anni fa di cui conservo un ottimo ricordo personale. O come Gotthard Klingan transitato da Billa Austria a Penny. Il Gruppo REWE oggi vanta un fatturato di oltre 92 miliardi e 389.270 collaboratori. PENNY Deutschland ha raggiunto i 9,5 miliardi di euro. PENNY International è presente in Italia, Austria, Romania, Repubblica Ceca e Ungheria (leggi qui ), ha aumentato le entrate del 16% arrivando a 7,7 miliardi di euro con una forte crescita in Romania, seguita dall’Ungheria e dalla Repubblica Ceca.
In Italia Penny procede la sua marcia come un diesel. “La road map prevede un budget di circa 65 milioni l’anno nel periodo 2024-2026 – ha spiegato Nicola Pierdomenico, Presidente e AD di PENNY Italia -. Prevediamo l’apertura di 25-30 punti vendita l’anno e non escludiamo ulteriori acquisizioni, rilevando negozi e rami d’azienda”. Nel 2024 puntiamo a un giro di affari vicino a 1,8 miliardi con una crescita attesa del 5,7%”. PENNY Italia oggi ha una rete di vendita di oltre 450 negozi in 18 regioni e la società, lo scorso anno ha investito 70 milioni per 34 aperture e una ottantina di rinnovi di punti vendita. Si è anche lavorato sulle infrastrutture con la realizzazione di una nuova piattaforma logistica a Buti in Toscana e l’hub dedicato ai prodotti ortofrutta e la gastronomia a Buccinasco, nei dintorni di Milano. A fine 2024, l’azienda raggiungerà i 5.400 occupati.
Per quanto riguarda l’offerta il 56% delle vendite è realizzato con i prodotti con il marchio del distributore “vogliamo arrivare al 60%” ma si lavora anche sul servizio al cliente aumentando il numero dei negozi con i reparti del fresco, la gastronomia e la macelleria. In tutta Italia i negozi PENNY si sono rinnovati e trasformati, diventando più sostenibili ma anche garantendo reparti serviti che celebrano l’italianità, confermando a fine anno 120 macellerie e 117 gastronomie. Oltre mille le persone assunte lo scorso anno e centinaia le crescite interne anche grazie alle oltre 30mila ore di formazione erogate. “Persone, Sostenibilità, Sviluppo e Innovazione”: questi gli asset fondamentali con cui PENNY Italia concepisce e vive il proprio business, con una profonda passione per il nostro Paese, e un approccio da “azienda aperta”, in continuo dialogo e confronto con le proprie persone e i propri partner.
Tre progetti su tutti per rimarcare una distintività interessante. Penny è il primo brand a sviluppare 12 referenze in collaborazione con AIRC per un’alimentazione che supporta la prevenzione a marchio Welles, ispirate ai principi della sana alimentazione e capaci di sensibilizzare sulla prevenzione oncologica. Fondazione AIRC ha affiancato l’insegna nell’individuazione dei plus dei prodotti: meno sale, meno zuccheri e grassi saturi, più fibre e alimenti vegetali; ricettazioni semplici e liste ingredienti corte. Penny è la prima insegna, in Italia, ad avere una private label da vertical farm. Si tratta di Planetiamo by Natura è, il marchio con cui l’insegna firma i prodotti ortofrutticoli provenienti da agricoltura integrata e 100% made in Italy. Lanciata nel luglio 2023, la linea Planetiamo conta al momento tre referenze, ossia Lattughino e due mix, Balsamica e Piccantina. Tre referenze da agricoltura aeroponica, con il 95% di acqua risparmiata.
Nicola Pierdomenico, CEO & President Penny Italia, ha inserito gli ottimi risultati del 2023 all’interno di un percorso iniziato trent’anni fa: “Ripercorrendone le tappe emerge chiaramente lo spirito innovativo, coraggioso e appassionato della squadra Penny in tutti gli ambiti di azione, economici, di sviluppo e di sostenibilità; dietro ciascuno dei piccoli e grandi risultati di un anno di forte crescita e soddisfazione, si sente forte tutta la professionalità e la determinazione delle nostre persone, insieme alla grande passione e rispetto per il nostro paese e le sue eccellenze”.
L’obiettivo è accompagnare lo sviluppo dell’azienda costruendo un clima interno di fiducia e di collaborazione come mi ha confermato Piero Pisoni Direttore Risorse Umane di Penny. Da qui il terzo progetto interessante, l’innovativa partnership con Family+Happy. Ogni anno in Italia, quasi 40 mila neo-mamme lavoratrici si dimettono e lasciano il lavoro per dedicarsi alla cura dei figli. La ex manager Diageo la biellese Cinzia Tessarolo, ha fondato Family + Happy , una società che aiuta a conciliare vita lavorativa e famiglia. Dopo realtà come Banca Intesa, con 57mila dipendenti, la Compagnia di San Paolo, il gruppo Talent Garden e altri anche Penny ha costruito con loro una risposta ad un problema vero: arrivare lì dove lo Stato non aiuta. Una collaborazione che mira ad offrire a tutti i dipendenti Penny un aiuto sicuro e di qualità per contribuire a gestire la complessità di tutti i giorni e trovare un equilibrio tra vita privata e lavorativa. Il 50% del costo di ogni ora (fino ad un massimo di 60 mensili per ciascun collaboratore) verrà preso in carico da Penny all’interno del progetto “Penny per Noi”.
Checché se ne dica i cosiddetti discount si stanno trasformando da follower in trend setter anche e soprattutto nella gestione dei collaboratori….