Doveva finire così. Ed è finita bene. Lo sciopero di categoria, la ripresa del confronto, la lunga volata finale, le notti insonni. Un rito che nei metalmeccanici mantiene una sua caratura particolare. Roba per negoziatori veri e fino all’ultimo secondo perché il contratto deve essere conquistato, argomento per argomento, parola per parola.
Un negoziato anomalo, diverso da tutti gli altri, catapultato in piena pandemia, con alla base una piattaforma sindacale in parte superata dal contesto e condotta attraverso numerose videoconferenze e poche plenarie tradizionali. Una sorta di “remote negotiation” quasi a voler rappresentare plasticamente un aspetto della nuova fase del lavoro.
Forma e percorso anomalo non hanno però impedito di riaffermare la sostanza innovativa che conferma anche in questo negoziato la centralità e l’importanza del lavoro. Un buon contratto si distingue sempre dall’elemento che lo caratterizza e che ne determina la sua ragion d’essere, la sua particolarità, la sua necessità. Soprattutto se e quando riafferma una strategia e persegue una convinzione condivisa.
La costruzione della stessa piattaforma di categoria aveva risentito dei ritardi e delle contraddizioni della fase precedente e per questo avrebbe potuto pesare negativamente sul percorso producendo contrapposizioni strumentali. Così non è stato. Nessuno ha giocato a dividere né nessuno ha mai pensato di rompere pur avendo sul tavolo il tema della contrattazione aziendale che non è decollata a sufficienza, come era negli auspici del sindacati così come lo stesso diritto soggettivo alla formazione. Federmeccanica è riuscita ad inserire questi elementi in un percorso da realizzare comunque ma che necessitano inevitabilmente di tempi di maturazione più lunghi della durata di un contratto nazionale.
Leggi tutto “Contratto metalmeccanici. Si conferma la volontà di condividere una strategia comune”