Delle quattro confederazioni/federazioni titolari di un contratto nazionale applicato dalle insegne della Grande Distribuzione le discussioni si sono sempre concentrate sulla scelta di Federdistribuzione di realizzare il proprio uscendo da quello storicamente firmato da Confcommercio. Comprensibile sul piano dell’immagine interna (essere firmatari di CCNL è un plus apprezzato dagli associati), inutile sul piano strategico perché come ho sempre sostenuto, l’obiettivo di un settore non dovrebbe mai essere l’indebolimento della sua rappresentanza per gli effetti negativi che provoca nel tempo sul piano del peso economico e sociale complessivo.
L’ombrello confederale inoltre porta con sé livelli di interlocuzione istituzionali e politici spesso sottovalutati ma decisivi nelle fasi controvento. Così non è stato. Ed è facile comprendere come sarebbe importante in una fase come quella che stiamo attraversando. Moltiplicare gli interlocutori ha generato una fragilità di fondo, un pericoloso senso di autosufficienza e, purtroppo, forme di concorrenza sleale tra imprese.