Non è certo la fase due che ci si poteva aspettare. Quella della aperture di tutte le attività economiche pur vincolate da tutte le cautele e le protezioni necessarie.
Nelle numerose task force messe in campo, per attenuare le responsabilità della politica, diverse esigenze non sono state prese in considerazione. Tre su tutte. Famiglie con figli in età scolastica e con genitori che lavorano, lavoratori autonomi e commercio in genere. Per questi l’impegno al rispetto delle norme individuali e le protezioni e le cautele richiesti alle altre attività economiche non sono stati ritenuti sufficienti.
Tra il rischio del contagio che resta potenzialmente presente in tutte le attività in ripresa e la certezza di essere lasciati soli con il proprio problema il Governo sembra abbia scelto questa seconda opzione. Su altre questioni la partita tra “aperturisti” e “chiusaioli” almeno c’è stata.
La semplice passeggiata pur rimasta “attività motoria” così come prevede il linguaggio burocratico è passata. I metri di distanza sono diventati due anziché uno quando aumentando la velocità di movimento la classica corsetta nel parco si trasforma in “attività sportiva” a tutti gli effetti. Ci sono almeno le regole.