Corpi intermedi, congressi e nuovi orizzonti da esplorare.

L’interesse che suscita il prossimo congresso della CGIL credo sia dovuto non tanto al confronto interno sul futuro segretario ma sulla capacità o meno di quella organizzazione di traghettare fuori dal 900 fordista milioni di iscritti mantenendo la propria anima, i propri valori  e la propria capacità di mobilitazione su quei temi che mettono al centro la comunità intesa come antidoto all’individualismo, la speranza in un mondo inclusivo e solidale come antidoto al populismo e, infine, la capacità di non lasciare indietro nessuno in questa fase di transizione del lavoro che cambia e che manca, che impone a tutti un approccio diverso.

Dario Di Vico pone correttamente la questione ( http://bit.ly/2Esyk4y) guardando alla CGIL ma allargando la riflessione a tutti i corpi intermedi in un contesto di disintermediazione. Credo sia l’approccio corretto. Soprattutto per evitare l’errore di farsi trascinare nelle “beghe interne” come le descrive con la consueta ruvidezza lo stesso Di Vico.

Leggi tutto “Corpi intermedi, congressi e nuovi orizzonti da esplorare.”

Verso il congresso di gennaio della CGIL.

Maurizio Landini: “I miei modelli sono Di Vittorio e Claudio Sabattini, Pierre Carniti e Bruno Trentin, Berlinguer e Ingrao”. Pausa. “E ovviamente Massimo Troisi”. Perché? “Voleva fare nel cinema quel che io vorrei fare nel sindacato: ridare dignità alla rabbia, all’indignazione, lui con la potenza del riso, io con la potenza del lavoro. Voglio cambiare l’Italia cambiando il sindacato”.

Per capire meglio il candidato alla segreteria generale della CGIL è necessario partire da qui. Manca Papa Francesco. Ma è affidata alla presenza di Pierre Carniti in quel pantheon e forse a Massimo Troisi la dimostrazione della laicità del pensiero e della presenza di un senso dell’umorismo non elitario di cui gli altri personaggi citati non ne hanno mai dato segnali.

Riconosciuto come l’ultimo dei giovani pronipoti di «Sandino», come veniva anche chiamato il leader FIOM Claudio Sabattini, Maurizio Landini sta cercando di realizzare con questa candidatura, da un punto di partenza di sinistra-sinistra, ciò che a nessuno nella CGIL era mai riuscito: dare  continuità all’aspirazione dei metalmeccanici Cgil di dettare la linea a tutta la confederazione.

A dire il vero anche Susanna Camusso veniva da lì ma la sua estrazione riformista l’aveva posta spesso in contrasto con i duri e puri della FIOM. E questo l’aveva (forse) immunizzata da quel l’atteggiamento di superiorità  tipico di chi viene da quella esperienza.  Anzi. Leggi tutto “Verso il congresso di gennaio della CGIL.”

Maurizio Landini futuro segretario generale della CGIL. Una riflessione.

In tempi di leadership forti è evidente che Maurizio Landini si presenta con molte più chance di Vincenzo Colla come futuro segretario della CGIL. E anche come appeal per militanti sempre più spaesati.

Fa bene Giuseppe Sabella a rilanciare ciò che è stata una sua intuizione in tempi non sospetti  (http://bit.ly/2CySkAD). Il segretario generale ha fatto il suo endorsement. Adesso la parola passa al direttivo confederale. Un metalmeccanico che sostituisce un altro metalmeccanico di estrazione (Susanna Camusso).

Maurizio Landini ha mostrato diverse facce in questi anni e ha interpretato diverse parti in commedia. Difficile capire se anche questa volta si produrrà in giravolte politiche positive cercando di portare a sintesi  tutte le sensibilità presenti in CGIL oppure la scelta è la conseguenza logica dell’incomunicabilità che a sinistra ormai sta mettendo su sponde contrapposte i cosiddetti ricostruttori.

La CGIL è profondamente diversa dalle altre due organizzazioni sindacali. Sarebbe troppo semplice divedere categorie e dirigenti arruolandoli da una parte o dall’altra. Però il problema esiste. Impostazioni  diverse hanno prodotto una visione dell’azione sindacale, della contrattazione e del riformismo pur di radice socialdemocratica, molto  differenti. E ultimo ma non ultimo una inevitabile competizione interna tra queste visioni.

Il mandato di Susanna Camusso ha dovuto i fare i conti inizialmente con la riottosità che i metalmeccanici hanno sempre riservato ai dirigenti della loro Confederazione sentendosi sempre un po’ un’altra Confederazione  e all’astio che una parte della segreteria della categoria le aveva personalmente riservato in forza dei suoi trascorsi in FIOM.

Leggi tutto “Maurizio Landini futuro segretario generale della CGIL. Una riflessione.”

La formazione in azienda. Come dare sostanza al diritto soggettivo

I prossimi rinnovi dei Contratti nazionali riporteranno al centro del confronto il tema della formazione come diritto soggettivo. Ad oggi i fondi interprofessionali per i lavoratori dipendenti   coprono la quasi totalità delle richieste delle imprese pur essendo previsto, ad esempio nel CCNL del terziario un fondo dedicato ai Quadri.

E’ una specificità singolare in rapporto agli altri contratti che potrebbe rappresentare un buon punto di partenza per una riflessione a 360° sulle nuove opportunità della  formazione proponibile dalla contrattazione. Il fatto stesso che chi se ne occupa per nome e per conto delle parti sociali preferisca utilizzare un termine generico e lontano dalle logiche  contrattuali come “Middle Management” la dice lunga sulla vetustà stessa dei confini imposti dall’articolo 2095 del codice civile.

Dentro questa categoria ormai c’è di tutto. Dal merito, alla professionalità fino all’anzianità di servizio. Una parte, la più alta,  è decisamente sotto inquadrata perché probabilmente meriterebbe la dirigenza per ruolo, compiti e funzioni, un’altra, la più bassa  arriva a volte a premiare una lunga e onorata carriera aziendale non sempre legata a criteri professionali.

E’ il risultato dell’essersi dovuti concentrare su di un livello contrattuale che è un sotto prodotto del taylorismo novecentesco quindi  di una cultura ormai decisamente superata. Questo è uno dei motivi, non l’unico ovviamente, per il quale le imprese hanno dovuto compiere sforzi enormi per adattare l’evoluzione dei loro modelli organizzativi all’inquadramento professionale applicabile rischiando cause legali, malintesi e sovrapposizioni di ruoli, soprattutto nel terziario di mercato.

Leggi tutto “La formazione in azienda. Come dare sostanza al diritto soggettivo”

Staff meeting di CFMT a San Patrignano

Lunedì e martedì tutto il CFMT andrà in “ritiro” in quel di San Patrignano. Partiremo domenica pomeriggio tutti insieme da Milano e da Roma con l’obiettivo di riflettere su di noi e su come possiamo fare meglio il nostro lavoro al servizio delle imprese e dei manager del terziario.

Con i formatori di San Patrignano lavoreremo su due concetti importanti: “Cambiamento e Consapevolezza”. E’ senza dubbio  il luogo più adatto per farlo. Un giorno intero a stretto contatto con i ragazzi, lavorando e pranzando con loro e cercando di capitalizzare la loro esperienza, il loro impegno, la loro determinazione a cambiare ma anche le loro speranze nel futuro.

CFMT ha bisogno di un “tagliando” organizzativo.

L’obiettivo che ci siamo dati è importante. I numeri delle partecipazioni alle nostre iniziative, la nostra capacità di accogliere i dirigenti  e di consigliarli, i nostri percorsi di eccellenza, le partnership con i principali atenei italiani, parlano per noi.

Abbiamo in cantiere idee e progetti da implementare per supportare i manager nelle transizioni professionali e per sostenere la competitività delle nostre imprese, due sedi all’avanguardia a Milano e Roma e una Learning House dotata di strumentazioni sofisticate e siamo impegnati in ulteriori investimenti tecnologici.  Leggi tutto “Staff meeting di CFMT a San Patrignano”

Grande distribuzione, audizioni parlamentari e ipotesi di soluzione

Credo che i parlamentari dei 5S non si sarebbero mai aspettati di trovarsi di fronte ad un tema così complesso e di difficile soluzione come quello della regolazione del lavoro festivo e domenicale.

In fondo sembrava tutto così semplice. Lavoratori sfruttati e mal pagati da un lato e piccoli commercianti incazzati per la arroganza della Grande Distribuzione, entrambi parte significativa del loro neo elettorato,  chiedevano a gran voce la chiusura delle domeniche e dei festivi. Procedere manu militari sembrava essere la soluzione migliore. La domenica? Tutti davanti alla televisione o, al massimo, al computer per acquistare sul web o ad ordinare una pizza. Mai più a fare la spesa in un centro commerciale.

Le audizioni parlamentari stanno, al contrario, facendo emergere la realtà per quella che è. Uno spaccato di un settore economico importante che coinvolge decine di migliaia di persone e di attività  grandi e piccole, modelli di consumo in evoluzione, interessi da ricomporre e equilibri da individuare.

E così i parlamentari, anziché interlocutori plaudenti si stanno trovando di fronte ben  quarantacinque soggetti che, a vario titolo e in rappresentanza di specifici punti di vista stanno riscrivendo davanti ai loro occhi una materia che va ripensata, soppesata con grande cautela e sulla quale, le soluzioni possibili non coincidono con le semplificazioni iniziali. Intanto i tempi si allungano. E’ evidente che la deadline non può più essere la fine dell’anno. Occorrerà trovare un compromesso soddisfacente per tutti. E questo compromesso non è materia per gli estremisti di entrambi gli schieramenti.

Leggi tutto “Grande distribuzione, audizioni parlamentari e ipotesi di soluzione”

L’eclissi di ruolo (momentanea) della rappresentanza nell’epoca della disintermediazione

Il recente attacco di Carlo Calenda ai vertici di Confindustria mi ha fatto riflettere. Non credo all’accusa di opportunismo rivolta a Vincenzo Boccia né alla strumentalità del dibattito scatenato in rete che ha preso di mira sia Confindustria che la CGIL elevandoli a simboli di un 900 oggi improponibile.

Certo non sottovaluto il problema delle imprese partecipate dal Tesoro, le difficoltà del Sole 24 Ore però sono temi, credo,  sui quali il Presidente di Confindustria si trova più nelle vesti di gestore di una eredità del passato e non certo di responsabile diretto.

C’è, ed è vero,  la preoccupazione nel mondo datoriale che i 5S perseguano pervicacemente una politica anti industriale e punitiva contro le imprese  in un momento in cui il Governo dovrebbe mettere in campo, al contrario,  strumenti a sostegno della ripresa. Da qui l’appello alla Lega.

A caldo io stesso ho puntato il dito su ciò che sembrerebbe essere evidente. L’eccessivo tatticismo delle organizzazioni di rappresentanza di fatto annichilite dalla vittoria giallo verde e dal decisivo contributo dei rispettivi associati a quel risultato.

Alle insistenti richieste di autocritica rivolte al PD non c’è stata un’analoga richiesta alle organizzazioni di rappresentanza e questo ha favorito una fuga dalle rispettive responsabilità. Il 4 marzo è stato rovesciato integralmente sulla Politica. Su chi ha vinto, assumendone le supposte buone ragioni e su chi ha perso ribaltando su di loro tutte le responsabilità. Una autoassoluzione molto pericolosa e gravida di conseguenze su  un futuro che rischia di non essere tanto remoto. Leggi tutto “L’eclissi di ruolo (momentanea) della rappresentanza nell’epoca della disintermediazione”

Le organizzazioni di rappresentanza tra strategia e tattica

Nel film il Papa Re di Luigi Magni  monsignor Colombo magistralmente interpretato da Nino Manfredi afferma: “È certo che c’hanno torto, ma mica è detto che per questo c’avemo ragione noi”. Deve essere questa la sensazione che ha attraversato gli imprenditori dopo il discorso di Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria, ieri a Vicenza.

La preoccupazione sulle decisioni del Governo in materia di impresa e lavoro è molto forte, così come la sensazione che i continui ribaltamenti di fronte proposti dagli stessi vertici confindustriali rischiano di non approdare a nulla. C’è disorientamento, questo è certo.

Dario Di Vico lo ha colto immediatamente (http://bit.ly/2xPE2Yf). Le preoccupazioni indotte dalla possibile affermazione delle tesi grilline, le deboli reazioni dell’Europa preoccupate più del contagio in vista delle elezioni europee del prossimo anno, il nervosismo e la vacuità delle opposizioni che non riescono a metabolizzare il senso della sconfitta del 4 marzo, inducono alla cautela l’intero mondo della rappresentanza.

Un Governo che ha nel suo DNA la disintermediazione quindi la volontà di rappresentare e interpretare in prima persona  il popolo non è un interlocutore da sottovalutare. Accorgersi poi che una parte consistente dei propri associati ha scelto movimenti politici che per loro natura non amano i corpi intermedi è stato un duro colpo. Da qui le improvvise accelerazioni accompagnate da retromarce altrettante rapide.

Leggi tutto “Le organizzazioni di rappresentanza tra strategia e tattica”

Mall di Segrate. Se dieci anni vi sembrano pochi…

Un documento di cinque pagine fitte nel quale sono riassunti oltre dieci anni di discussioni, contrasti e progetti dà il via libera finale ai lavori per la costruzione del più grande centro commerciale d’Europa in quel di Segrate vicina all’aeroporto di Linate e a meno di mezz’ora dal centro di Milano.

Trecento negozi, cinquanta ristoranti, sedici sale cinematografiche e diecimila posti auto su 240.000 metri quadrati di superficie. Almeno diciassettemila occupati senza parlare dei ventimila che saranno impegnati nella sua costruzione. Un investimento di 1,4 miliardi di euro, oltre 50 milioni di euro di oneri di urbanizzazione e tre anni di lavoro per completare l’opera.

Una struttura impressionante che si installa in un comprensorio già saturo di attività di grandi dimensioni, concepita in anni dove la crisi dei centri commerciali non aveva ancora dato segni evidenti di accelerazione.

I dati, (https://read.bi/2NAaE2a) negli USA parlano chiaro segnalando come sempre più vincenti strutture meno invasive come i centri commerciali naturali allocati preferibilmente nei centri urbani ma anche  il commercio on line ormai in crescita esponenziale. Nonostante questo, c’è chi crede su iniziative  di queste dimensioni che, pur cannibalizzando in parte il contesto commerciale circostante, propongono novità e rilanci di grande impatto.

Leggi tutto “Mall di Segrate. Se dieci anni vi sembrano pochi…”

Ma un impresa può aver paura del Governo?

Non era mai successo che il mondo delle imprese fosse così preoccupato alla vigilia di una legge finanziaria. E’ vero che, per ora, le notizie che filtrano sono generalmente volute e pilotate per sondare le reazioni ma il quadro complessivo resta preoccupante.

Condoni, nuove tasse, patrimoniale sulle pensioni alte accompagnano in sottofondo e compensano gli interventi più mediatici. Quelli che hanno caratterizzato la campagna elettorale.

E’ chiaro che una coalizione così eterogenea come quella uscita dalle urne il 4 marzo vanta, comprensibilmente, priorità in conflitto tra loro sia nell’efficacia proposta che in termini di costo per la collettività.

Ma quello che preoccupa le imprese è che, mentre  i risultati contenuti nelle promesse elettorali non aiutano né la ripresa né il lavoro, il rastrellamento di risorse, necessario per consentirne la spendibilità politica e mediatica, rischia di provocare un aggravio d costi e nuovo piombo alle ali.

L’aumento dell’IVA è l’incognita principale. Ed è singolare che ci si trovi quasi costretti ad accettarne, almeno concettualmente,  una sua “rimodulazione” per evitare un risultato ben più pesante.

Così la realtà viene edulcorata con nuove parole, slogan soavi nella forma ma ben più preoccupanti nella sostanza, proposti  come risolutivi e positivi che rischiano di confondere l’opinione pubblica. “Rimodulazione dell’IVA”, “pace fiscale”, “domeniche in famiglia”, “decreto dignità”, “quota 100”, “spazza corrotti” e via discorrendo ci preparano ad un futuro prossimo che rischia di essere ricco di incertezze e preoccupazioni soprattutto per chi è obbligato a fare i conti non fermandosi al fascino diabolico delle parole. Leggi tutto “Ma un impresa può aver paura del Governo?”