Grande Distribuzione e festività lavorative.

Ci risiamo. Con l’avvicinarsi del Natale riesplode la polemica sulle festività diventate lavorative. Da oggi i detrattori possono contare sul supporto anche del movimento 5 stelle.

Pensavo però di aver letto la motivazione più grottesca in rete da parte di una supporter del movimento: “ I centri commerciali servono ad abituare il popolo al superfluo spendendo soldi che non ha e quindi ad indebitarsi mentre gli distruggono scuola e sanità”.

Davide Casaleggio però l’ha superata sostenendo che gli italiani devono restare a casa per passare le feste in famiglia e così, finalmente, imparare a comprare on line.

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Sindacato, lavoratori, consumatori e media

Dopo la stagione della Politica che insegue i sondaggi e gli stati d’animo della gente rischiamo di avere i sindacati che inseguono gli stati d’animo dei consumatori per interpretare o ottenere nuove relazioni industriali?

Tra l’altro Molte  aziende lo fanno già per conto loro e da tempo. Un brand importante comprende valori che vanno ben oltre la qualità di un prodotto o il suo prezzo.

Secondo il sociologo Renato Curcio i clienti di un supermercato sono, per definizione, avversari dei lavoratori quando, in fila alle casse, cercano di lasciare, il più velocemente possibile, il punto vendita. E si innervosiscono se la cassiera se la prende comoda perché, dopo un turno di lavoro pesante, si sente stanca.

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I corpi intermedi sotto i riflettori…

Nel mondo del lavoro le contraddizioni sono più evidenti. Le ultime vicende che coinvolgono il sindacalismo confederale con la divaricazione sulle pensioni  ma anche su singole vicende che lo vedono unitariamente in campo, segnalano la difficoltà ad interpretare una realtà che è profondamente cambiata.

Mentre la CGIL insiste nel collocare gli avvenimenti in uno schema le cui chiavi di lettura sono sostanzialmente le stesse da sempre, CISL e UIL ne hanno forse compreso l’insufficiente lettura ma la strumentazione di cui dispongono è rimasta sostanzialmente la stessa.

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Le organizzazioni di rappresentanza e il rischio di miopia..

A settembre 2017 il CNEL ha certificato 868 contratti nazionali. Probabilmente anche Confindustria riuscirà ad avere il suo contratto del “terziario avanzato”. Sarà il numero 869. Prima o poi toccherà anche a Federdistribuzione. Così saranno 870. E altri verranno poi.

Siamo ormai “alla via così” in gergo marinaro. Tutti sono concordi nel ritenerli troppi. Ovviamente solo quelli degli altri. Ciascuno cerca di delimitare o incrementare il proprio recinto a spese altrui. Nessuno crea le premesse per andare oltre. È una politica francamente suicida.

E questo a scapito anche del sindacato confederale o delle sue categorie che, anziché reagire, abbozzano. Quello che è avvenuto nel perimetro del contratto del terziario lo dimostra in modo inequivocabile.

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Relazioni “industriali” e terziario di mercato….

Se togliamo le grandi organizzazioni datoriali di rappresentanza del terziario e degli alberghi che hanno fatto una scelta diversa, le relazioni industriali con i sindacati confederali nel settore sono generalmente in affanno.

Diversi contratti nazionali attendono di essere siglati e la contrattazione aziendale è scarsamente praticata. Così come nei trasporti e nella logistica dove i confederali tengono a fatica mentre crescono o si consolidano, soprattutto nel mondo delle cooperative fasulle, COBAS e USB.

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Amazon. Uno sciopero sano?

Contrapposto allo sciopero dei mezzi pubblici e proclamato da USB, secondo il prof. Tiraboschi e Francesco Seghezzi, quello messo in scena nel piazzale del magazzino di Amazon di Castel San Giovanni sarebbe uno sciopero sano. Personalmente non condivido questa valutazione  proprio per le ragioni portate a supporto della tesi.

Il settore della logistica e dei trasporti è in grande espansione. Amazon, Alibaba e altri player internazionali sono sotto i riflettori mediatici per il modello di business e per la prorompente crescita che li caratterizza mentre in un enorme cono d’ombra rimangono i veri punti di crisi irrisolti che, sul piano del lavoro, marchiano un intero settore dove cooperative vere e fasulle, autisti assunti con contratti est europei, impieghi di etnie spesso contrapposte tra di loro hanno consentito a soggetti economici di dubbia fama e a COBAS e USB, tanto per non fare nomi, di aggirare contratti, imporre la loro legge, mettere in un angolo i sindacati confederali e vessare le imprese con richieste spesso supportate con atteggiamenti ricattatori. Leggi tutto “Amazon. Uno sciopero sano?”

Sindacati e GDO “circondano” Amazon?

Con una intuizione azzeccata Dario Di Vico su Twitter ha sintetizzato la manovra a tenaglia che in rapida successione ha coinvolto prima ADM dove gli Stati Generali della GDO hanno reclamato “stesso mercato, stesse regole” nei confronti dei giganti del web e poi i sindacati che hanno cercato di sfruttare il black friday, non solo in italia, per portare all’attenzione dell’opinione pubblica il tema del lavoro nei grandi magazzini della logistica.

Per i primi è un po’ la legge del contrappasso. Nella seconda metà del secolo scorso hanno puntato alle liberalizzazioni, senza se e senza ma, conquistando uno spazio assolutamente legittimo ma a scapito dei piccoli operatori e oggi si trovano in una condizione analoga con i grandi operatori logistici e con la flessibilità del web. Leggi tutto “Sindacati e GDO “circondano” Amazon?”

Quadro politico e forze sociali. Un passo avanti e due indietro?

Continuando così la prossima legislatura rischia di essere veramente quella del commissariamento del nostro Paese. Da un lato una Politica litigiosa e inconcludente che sembra voler affrontare la prossima contesa elettorale scontrandosi su contenuti tanto popolari quanto improponibili. Dall’altro i corpi intermedi che stanno procedendo in ordine sparso illudendosi, forse, di poter condizionare in modo tradizionale, la Politica.

Il lavoro, le pensioni, le tasse e il reddito dei cittadini diventano in questo modo centrali, seppur posti in modo contraddittorio e superficiale mentre ritornano sullo sfondo la necessità di rimettere in ordine i nostri conti e di ridurre conseguentemente il nostro debito pubblico.

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Se i muri potessero raccontare di Maurilio “Rino” Riva

Ho conosciuto l’autore proprio poco prima che decidesse di entrare in fabbrica. Io avevo 18 anni, lui sei più di me. L’ho reincontrato, molti anni dopo su Facebook ormai in pensione.

In quegli anni di grande effervescenza sociale e politica ci vedevamo praticamente ogni sera, sabato compreso. Rino Riva vendeva libri per gli Editori Riuniti e, insieme ad altri giovani, stava maturando l’idea, proprio in quel periodo, di andare a lavorare in fabbrica.

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Una sfida stimolante per le organizzazioni di rappresentanza

Qualcosa di interessante e forse poco osservato si sta muovendo intorno al mondo della rappresentanza. Nel mondo agroindustriale nasce “Filiera Italia”, una nuova realtà associativa che vede per la prima volta il mondo agricolo, i mezzi tecnici per l’agricoltura, la tecnologia avanzata per la trasformazione alimentare e l’industria agroalimentare italiana dei diversi settori, insieme. Manca la distribuzione alimentare e la logistica ma è certamente un primo passo significativo.

Nel nostro Paese l’idea di proporre un modello di rappresentanza che affronti e ricomponga gli interessi presenti in una determinata filiera è una novità stimolante. Sarà interessante seguirne l’evoluzione.

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