Banco Fresco. Si ricomincia da capo…

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Passaggio di consegne a Banco Fresco. Dopo un top manager italiano, Gianluca Monfrecola, tocca  ad un manager francese. E siamo, di fatto,  al quarto cambio al vertice. Arrivata nel 2017 dopo un primo test con i due punti vendita di Torino e Beinasco, già nel 2021 prevedeva 6 nuove aperture nello stesso anno, 10 nel 2022 e 20 nel 2023, puntando in tre anni a poco meno di 40 negozi. Non è andata così.

I grandi progetti di espansione sull’Italia sono da tempo fermi al palo. Purtroppo la lunga esperienza che ho fatto in Danone mi porta a sottolineare sommessamente  che quando un’azienda dipende dalla Francia per comprendere cosa può succedere in Italia o altrove bisogna partire da come si muovono oltralpe. È successo con  Auchan, ma vale anche per Stellantis o, in questo caso, per Banco Fresco. Sarebbe un errore fare il percorso inverso. Non serve osservare solo le performance nel Paese per trovare le ragioni di un ritiro dal mercato, di un ridimensionamento  di progetti o di un loro rilancio. 

Le aziende francesi all’estero quando avvengono cambi nell’Head Quarter o nei fondi che ne orientano l’attività, tendono inevitabilmente a reinventare la ruota. Spero non abbiano intenzione di lasciare il Paese. L’Italia credo sia passata in secondo piano per quanto riguarda lo sviluppo.  Tutto qua. Crescerà più lentamente baricentrandosi  nelle città? Lo vedremo presto.  Il progetto, in sé resta comunque interessante. Un category killer del fresco è un’ottima idea. Purtroppo prima la pandemia poi  l’inflazione e ciò che ha determinato nelle abitudini di consumo, hanno frenato i piani di espansione di molte  aziende che sembravano interessate al nostro mercato e raffreddato i fondi di investimento che ne muovevano le fila. 

I risultati di Grand Frais in Francia sono diminuiti di oltre il 35% nel 2022. Dopo la fallita vendita del marchio nel 2021. Il gruppo aveva allora attirato sei offerte da parte di fondi anglosassoni ed era stato valutato fino a 3,2 miliardi di euro. Questo tira e molla  ha poi portato alla messa in discussione di Philippe Poletti, presidente del consiglio di amministrazione di Ardian che, infatti ha lasciato il Gruppo a fine dicembre 2023.  Lo stesso Herve’ Vallat e’ stato sostituto a maggio 2024 con Mochet nuovo AD Prosol sas che controlla Grand Frais. Ardian è una delle società di private equity più importanti a livello globale, gestisce asset per un valore di 140 miliardi di dollari in Europa, Nord America e Asia, per conto di oltre 1.400 clienti in tutto il mondo.

La storia di Grand Frais ha un certo fascino. Inizia nella regione di Lione, quando un ex grossista di nome Denis Dumont ebbe l’idea, negli anni ’90. Un’idea semplice. A Grand Frais, frutta, verdura, formaggi, pesce e carne arrivano direttamente dal produttore. Hervé Vallat, allora  amministratore delegato di Prosol, l’azienda ideatrice del concetto Grand Frais che rifornisce i reparti di frutta verdura frutti di mare e latticini, ne sintetizzò molto bene il posizionamento  “il 100% dei nostri clienti farà acquisti in altri negozi perché non offriamo articoli non alimentari. Quindi, affinché vengano ad acquistare i nostri prodotti, devono essere eccezionali”. La differenza con il resto della GDO francese e ovviamente il progetto italiano è racchiudibile in questo concetto.

Il problema è che il progetto  è rimasto sostanzialmente sulla carta. Quando Gianluca Monfrecola è arrivato nel 2022 a Banco Fresco per sostituire Riccardo Coppa che l’aveva preceduto ho pensato che questo innovativo format avrebbe trovato una sua precisa collocazione sul mercato. Monfrecola è un manager che ha alle spalle una lunga esperienza nella GDO. Oltre vent’anni nel retail in LIDL, Eurospin e Tedi dove, in quattro anni ha aperto una ottantina di store.

Gli obiettivi erano sfidanti. Progetti a lungo termine, break even a 25/30 PDV, presenza  nei centri città. Fiore all’occhiello l’ortofrutta. Ma rafforzato con un’offerta completa come richiede  il mercato Italiano.  Per il sottoscritto che frequenta spesso come cliente il punto vendita di via Moscati un vero passo in avanti rispetto alla GDO tradizionale presente su piazza. 500 mq, 300 referenze, Fresh è il format cittadino di Banco Fresco, che integra il freschissimo con i prodotti di grocery e con il resto consente  una spesa praticamente completa. In tutto 3.000 le referenze. All’inaugurazione di Milano Moscati, Monfrecola aveva  alzato il tiro: “Abbiamo in previsione l’apertura di un centinaio di PDV in Nord Italia: Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Liguria. Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, rilanciava offrendo un confronto sugli spazi di alcuni mercati rionali coperti.

Allora, parlando di Banco Fresco,  avevo scritto: “Negozi di vicinato ce ne sono già molti, un po’ tutti uguali. E abbiamo  in arrivo altre insegne su Milano  ma il format un po’ “fighetto” era una  esclusiva Esselunga. Adesso arriva un binomio interessante. Dall’ortofrutta, elemento distintivo di Banco Fresco a tutto il contorno però puntando ad una filosofia fondata su qualità e sostenibilità. Se sarà così credo potrà dire la sua in una città come Milano. Anche la scelta di mantenere la partnership con Erbert è interessante. È presto per capire se è tattica o strategica”.  Milano resta un puzzle di difficile comprensione. Ci sono diverse declinazioni  del termine “convenienza”. La città non è tutta uguale. Ci sono tante aspettative e il 2025 con quello che rappresenterà per la città è dietro l’angolo. E poi c’è l’inflazione che rimodulerà i consumi per tutte le fasce di reddito. Però di fronte ad un’apertura bisogna sempre essere ottimisti”.

Continuo a pensare che con una maggiore visione da parte della casa madre quella storia avrebbe potuto essere diversa. Purtroppo quella pagina si chiude con l’uscita di Gianluca Monfrecola e di Alberto De Caro, Direttore Commerciale di Banco Fresco che vanta  una notevole esperienza nel comparto. Adesso tocca ad altri raccogliere il buon lavoro fatto e i progetti  sulla carta purtroppo rimasti tali.  Lo faranno? E soprattutto hanno veramente intenzione di farlo? Li seguiremo con attenzione. 

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