Da osservatore esterno trovo veramente incomprensibile l’epilogo verso cui sta progressivamente avviandosi la vicenda sindacale collegata alla cessione e al salvataggio di Auchan. Ogni incontro fotografa esclusivamente lo stallo della situazione e l’impermeabilità delle rispettive posizioni.
Da una parte la strategia seguita da BDC fin dall’acquisizione. Chiara e lineare. Seppure estremamente cruda sul piano sindacale. Accelerare i passaggi dei punti vendita e i cambi di insegna in modo da garantire una ripartenza immediata, impostare, attraverso il ripensamento del vecchio modello ipermercati i progetti di rilancio laddove è possibile, attendere la conclusione della pratica antitrust per decidere la collocazione presso altri operatori commerciali della rete in sovrapposizione e, infine, ricollocare gli esuberi dentro o fuori al sistema Conad.
Questa strategia impone una complessa navigazione a vista. Quantità e qualità degli organici, loro collocazione nel tempo e nei modi all’interno del sistema o presso chi subentrerà, laddove l’autorità della concorrenza stabilirà limiti precisi ed esuberi finali non sono predeterminabili se non nei numeri complessivi. Così come i relativi costi che non sono una variabile indipendente dell’operazione.
Al di là delle evidenti spigolosità dell’approccio dei consulenti in campo non mi sembra difficile capire che questi elementi per quanto complessi non possono essere bypassati facilmente senza compromettere il risultato finale. Quindi l’unico accordo possibile dovrebbe prevedere un’intesa di massima sui numeri da gestire (i famosi 3105) a cui si aggiungerebbero formalmente tutti coloro che, ad oggi, hanno una soluzione teorica ma che dovrà essere riconfermata dalle operazioni in corso e dalla loro conclusione positiva.
Leggi tutto “Conad/Auchan. Un dialogo tra sordi?”