Se la Politica invade (di nuovo) il campo delle forze sociali.

Quando Renzi annunciò la strategia degli 80 euro e del Jobs Act qualche autorevole opinionista pensò che la disintermediazione segnasse un punto definitivo a favore della Politica nel suo tentativo di mettere in un angolo i corpi sociali.

Ricordo che solo Dario Di Vico, in quei mesi ad un convegno della Fondazione Welfare Ambrosiano, tentò una lettura meno ultimativa e dirompente tra una disintermediazione necessaria e finalizzata ad interrompere il potere di veto di rallentamento delle decisioni causato dalla concertazione rispetto ad un attacco in grande stile temuto dai sindacati.

Renzi pur forte di un orientamento presente allora tra l’opinione pubblica sottovalutò comunque il ruolo e il radicamento delle rappresentanze sociali. L’attacco fu però, di fatto, più formale che sostanziale.

Leggi tutto “Se la Politica invade (di nuovo) il campo delle forze sociali.”

Intese confederali sulla rappresentanza e accordi separati

Ricordo che Luciano Lama in una situazione dove le interpretazioni dello stesso accadimento sindacale erano fortemente discordanti ebbe a dire che “se ci troviamo in due in una stanza buia con l’orologio che segna le dodici e io sostengo che è mezzogiorno e l’altro, mezzanotte, basta aprire la finestra. Se è chiaro ho ragione io, se è scuro, il mio interlocutore.

Questa affermazione mi aveva colpito perché “spogliava” un fatto sindacale dall’interpretazione di parte. Lo rendeva oggettivo. Mi è ritornato in mente sia dopo la vicenda Castelfrigo che, in questi giorni sulla conclusione dell’accordo aziendale LIDL dove FISASCAT CISL e UILTUCS UIL di categoria hanno siglato un intesa sul nuovo contratto aziendale senza la FILCAMS CGIL.

Con una differenza sostanziale. Nel caso della Castelfrigo la FAI CISL ha firmato una intesa con un’azienda difficile ben sapendo che l’accordo non sarebbe stato risolutivo sul tema delle cooperative spurie, che si sarebbe attirata le ire della FLAI CGIL egemone in quella fabbrica fino a poco tempo prima e che non avrebbe risolto i problemi di tutti i lavoratori. Leggi tutto “Intese confederali sulla rappresentanza e accordi separati”

Una lezione non solo per la Politica…

La fretta con cui alcuni imprenditori hanno cercato di saltare sul carro dei vincitori delle elezioni non testimonia forse la loro viltà come sottolinea Marco Follini su Twitter.

Semmai la certezza che questa “nuova” politica, comunque uscita dal voto, se non presa in custodia, non andrà da nessuna parte. Certo il rischio che si sottovaluti l’incompetenza distruttrice accontentandosi di fare le mosche cocchiere per compiacere i nuovi vincitori è molto alto.

Anche perché, il disagio di chi si è espresso in modo così radicale, resta e va, in qualche modo, guidato. Pierluigi Battista ( http://bit.ly/2p3xhx1 ) ne tenta un’analisi seria cercando di andare oltre la constatazione del tramonto di un mondo che dal 900 traeva linfa vitale e ragion d’essere. Un mondo che, inevitabilmente comprende anche i corpi intermedi.

Leggi tutto “Una lezione non solo per la Politica…”

Embraco. Quando si spengono i riflettori…

Una vicenda complessa come quella che ha coinvolto i 500 lavoratori dell’Embraco non si esaurisce certo con un accordo.

I media hanno unanimemente riconosciuto a Carlo Calenda un ruolo decisivo nel convincere la Whirlpool ad impegnarsi in prima persona nella ricerca di una soluzione che consentisse il passaggio tra la chiusura delle attività Embraco nel sito di Chieri e la sua reindustrializzazione. L’accordo quindi certifica dettagliatamente come questo passaggio debba evitare al massimo gravi  traumi sociali.

Leggi tutto “Embraco. Quando si spengono i riflettori…”

Segnali importanti da lanciare per il futuro del Paese

Con l’assise di Verona Confindustria sta dando un importante segnale di presenza e di forza propositiva al Paese. E questo non va assolutamente sottovalutato.

I corpi sociali pur con modalità differenti sono tutti scesi in campo per tentare di condizionare una campagna elettorale che ha preso una brutta piega e che rischia di compromettere i pur deboli segnali di ripresa.

Certo se avessero concordato unitariamente alcuni punti fondamentali presentandosi compatti ad un appuntamento pubblico avrebbero ottenuto ben altro risultato in termini di condizionamento della campagna elettorale e di credibilità, anche sul piano internazionale. Così non è stato almeno fino ad oggi.

Manca in campo, è inutile nasconderselo, la percezione netta che ci sia un Paese che non vuole risse inutili e che crede nella possibile risoluzione dei problemi senza le demagogie tipiche di questa contesa politica. Leggi tutto “Segnali importanti da lanciare per il futuro del Paese”

Relazioni industriali tedesche e loro trasferibilità.

Il nostro è uno strano Paese. Sui braccialetti di Amazon siamo stati gli unici a scatenare l’inferno su una cosa che non esiste.

È vero che c’era la scusante della campagna elettorale. Ma il senso del ridicolo avrebbe dovuto frenarci in qualche modo. Così non è stato. All’ILVA un accompagnatore dell’assessore Mazzarano del PD aggredisce Marco Bentivogli perché sta cercando di salvare una fabbrica che buona parte del PD regionale vorrebbe scomparisse dai loro occhi senza però volersene assumere la responsabilità.

Ai lavoratori della Embraco, incolpevoli attori protagonisti di una delle conseguenze della globalizzazione, mentono quasi tutti i soggetti in campo limitandosi a minacciare verbalmente la multinazionale proprietaria per prendere tempo sperando in una soluzione terza a cui nessuno, di chi oggi grida allo scandalo,  ha mai pensato fino all’apertura della procedura di licenziamento.

Leggi tutto “Relazioni industriali tedesche e loro trasferibilità.”

Metalmeccanici tedeschi e entusiasmi italiani…

È così dopo i braccialetti di Amazon tocca al contratto dei metalmeccanici tedeschi infiammare il dibattito politico italiano sul lavoro.

Spero solo che Meloni e Salvini non si rechino anche nel Baden Württemberg per poi garantire ai lavoratori italiani la futura trasferibilità in Italia dei contenuti.

Contemporaneamente all’Acea il M5S acconsente all’abolizione dell’articolo 18. I sindacati applaudono e incassano convinti che sia una loro vittoria. Ma è proprio così?

Innanzitutto c’è da dire che sui braccialetti abbiamo fatto una pessima figura a livello planetario. Una cosa che non esiste è stata trasformata in una farsa nazionale. Leggi tutto “Metalmeccanici tedeschi e entusiasmi italiani…”

Embraco. Anatomia di un negoziato complesso.

Una multinazionale decide di delocalizzare la propria produzione in Slovacchia. Sembra una mossa violenta e improvvisa a cui è difficile replicare. Lavoratori e sindacati reagiscono cercando anche di mediatizzare la vicenda per coinvolgere l’opinione pubblica. Le istituzioni annaspano.

È parso chiaro fin da subito che la vicenda Embraco sarebbe stata di difficile composizione. Da una parte una multinazionale che decide di chiudere una attività produttiva in provincia di Torino, licenziare quattrocentonovantasette lavoratori e trasferire la produzione di motori per frigoriferi altrove.

Leggi tutto “Embraco. Anatomia di un negoziato complesso.”

Confindustria-Sindacati. Un accordo comunque necessario.

Il prof. Michele Tiraboschi sembra non avere dubbi: un accordo che, sostanzialmente lascia i nodi irrisolti rischia di non servire a nulla. Tra Confindustria e Sindacati confederali, l’accordo sulla contrattazione e sulla rappresentanza sembrerebbe in dirittura di arrivo.

Cosa sta succedendo allora nel mondo delle relazioni industriali, lato Confindustria? Tra un’intesa utile e innovativa e una solo possibile perché comunque politicamente significativa prima delle elezioni la scelta sembra sia caduta su quest’ultima opzione. Almeno così raccontano gli “spifferi” che precedono la firma finale.

Il cosiddetto “Patto di fabbrica” evocato da Vincenzo Boccia fin dal suo discorso di insediamento a Presidente di Confindustria partiva dalla convinzione che il necessario rinnovamento della cultura imprenditoriale, la capacità stessa di affrontarne le sfide che la rivoluzione tecnologica e la globalizzazione metteva loro davanti e la necessità di crescere in dimensione per poter competere su tutti i mercati avrebbe reso necessario rompere gli schemi e i limiti novecenteschi proprio a partire da un profondo cambiamento del sistema delle relazioni industriali e quindi dei modelli contrattuali. E, tutto questo, avrebbe dovuto essere all’insegna di una rinnovato disegno collaborativo tra imprenditori e lavoratori.

Una convinzione che aveva fatto nascere la speranza che, finalmente, le organizzazioni di rappresentanza avrebbero potuto convergere su modelli sociali e contrattuali innovativi. Leggi tutto “Confindustria-Sindacati. Un accordo comunque necessario.”

Trattativa Confindustria/Sindacati. Si va verso il patto di fabbrica?

Credo sia interesse di tutti che il “Patto di Fabbrica” tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil segni l’inizio di una svolta nel sistema delle relazioni industriali italiane.

C’è sicuramente la necessità di accompagnare la ripresina in corso irrobustendo il ruolo dei protagonisti in campo, c’è la necessità di coinvolgere le PMI per estendere o consolidare le opportunità legate all’innovazione, c’è, infine, la necessità di dare un segnale forte di vitalità dei corpi intermedi alla Politica.

Leggi tutto “Trattativa Confindustria/Sindacati. Si va verso il patto di fabbrica?”