L’Opas di Fnac Darty a questo punto non si può definire ostile né la proposta incongrua ma la reazione a Forlì ci sta. L’acquisizione è stata avanzata ufficialmente dal gruppo francese Fnac-Darty, assieme alla società Ruby Equity Investment del suo principale azionista, il miliardario ceco Daniel Kretinsky, con lo scopo di creare un gruppo, forte in Europa occidentale e meridionale (Francia, Italia, Spagna, Benelux, Svizzera), con l’obiettivo di superare i 10 miliardi di euro di ricavi nell’elettronica di consumo e negli elettrodomestici, acquisendo un operatore che in Italia ha il 17% del mercato. Per l’operazione i francesi avrebbero messo sul piatto circa 250 milioni di euro.
Leggo che gli azionisti valutavano le azioni in portafoglio a 8 euro mentre l’offerta francese è di 12 euro. In Fnac Darty si aspettavano questa reazione. “Deciderà il mercato”, è la loro convinzione. C’è tempo fino alla fine di ottobre. Avuto il via libera della Consob –, tutti gli azionisti potranno vendere fino al 25 ottobre. Nel primo incontro formale del CDA (sette componenti indipendenti, due rappresentanti di Iliad e due manager) cinque consiglieri hanno ritenuto il corrispettivo non congruo, cinque lo hanno ritenuto congruo e uno si è astenuto. Per la valutazione negativa sul prezzo offerto si sono espressi Alessandra Bucci, Pietro Caliceti, Paola Elisabetta Galbiati, il ceo Giancarlo Nicosanti Monterastelli e il Dg Maria Bruna Olivieri, mentre l’astensione è arrivata da Daniele Pelli. L’hanno giudicata “congrua”, Laura Cavatorta, Stefano Meloni, Alessandra Stabilini, Giuseppe Nisticò, Sales and Customer care Director di Iliad Italia e Benedetto Levi, CEO di iliad Italia. Questi ultimi, hanno fatto di necessità virtù, sottolineando che l’offerta “si colloca nella parte bassa della forchetta di valori individuati e non cattura pienamente le potenzialità dell’azienda”. Questo primo risultato interlocutorio era prevedibile. Senza accordo l’alternativa è, ovviamente, andare a una conta “sul campo”.
Il Board ha poi rilevato altre criticità in riferimento alle informazioni fornite dai francesi “circa le motivazioni dell’offerta, i programmi futuri e le eventuali operazioni straordinarie successive all’offerta stessa, confrontati con gli obiettivi strategici avviati e perseguiti dal gruppo Unieuro e comunicati al mercato”. Difficile però pretendere in questa fase un dettaglio maggiore. Gli stessi sindacati di categoria sono preoccupati “per la mancanza di informazioni e per le possibili conseguenze di tale operazione per le lavoratrici e i lavoratori di Unieuro spa”. “Filcams Fisascat e Uiltucs ritengono che l’eventuale acquisizione possa minacciare gravemente la continuità dell’attuale perimetro aziendale e occupazionale di Unieuro in Italia, minandone l’autonomia gestionale”, da qui una urgente richiesta di incontro. “Appare a maggior ragione preoccupante dal punto di vista commerciale, il fatto che tra i soci di Fnac-Darty figura con oltre il 20% Ceconomy AG, gruppo che controlla Mediamrkt/Saturn, marchio già presente in Italia con insegna MediaWorld e principale competitor di mercato nel nostro Paese”, proprio di Unieuro. “Si ritiene pertanto indispensabile, a tutela degli oltre 5000 dipendenti della Società in Italia, che Unieuro spa ponga in essere tutte le iniziative utili a garantire, in questo contesto, la continuità aziendale e la salvaguardia integrale dell’occupazione, a partire dal personale di Sede, oltre che di tutta la rete vendite”.
Il piano di Fnac Darty (insieme al veicolo di investimento Ruby Equity, a sua volta controllato da Daniel Kretinsky) è già scritto. Iliad e l’asset manager Amundi cedono le loro quote (oltre il 17%) a quelle già possedute da Fnac Darty (4,4%) portando l’Opa ad oltre il 20%. Tanto Fnac Darty, quanto Iliad e Amundi (controllata da Crédit Agricole) sono tutte e tre francesi. In Unieuro manca un azionista di maggioranza visto che il primo socio è il magnate delle tlc, anch’esso francese, Xavier Niel con il 12,1% mentre il figlio del fondatore, Giuseppe Silvestrini, ha il 6,1%. Il resto è parcellizzato fra azionisti con quote sotto il 5%. L’offerta è oltremodo interessante per i piccoli azionisti soprattutto perché nei piani del gruppo francese c’è prima il delisting di Unieuro dalla Borsa di Milano e quindi possibili operazioni straordinarie di fusione e ristrutturazione con il veicolo finanziario Holdco detenuto al 51% da Fnac e per il 49% da Ruby. Leggi tutto “Unieuro. A Forlì tirano la corda senza però spezzarla..”