Corpi intermedi. Contratti nazionali omnibus o nuove sfide di filiera?

Da sempre il contratto nazionale firmato da Confcommercio è definibile come una sorta di contratto “omnibus”. Ha altresì prodotto decine di imitazioni in dumping tra di loro. I cosiddetti contratti pirata..

Ad un certo punto ha assunto, forse un po’ pretenziosamente, la denominazione “del terziario” proprio per i suoi possibili sconfinamenti applicativi. È arrivato prima di altri, ci ha creduto ed ha così potuto presidiare un territorio sconosciuto: il terziario di mercato.  Lo può utilizzare chiunque.

Applicato per la sua duttilità  (e il suo basso costo) anche fuori dai confini del comparti di pertinenza stretta ha una caratteristica unica nel panorama della contrattazione. C’è chi lo rispetta nel suo insieme, chi oltre all’applicazione integrale aggiunge una sua contrattazione aziendale e chi utilizza  solo i minimi previsti. Nelle piccole e piccolissime aziende è, di fatto, così. Una salario minimo ante litteram.

Questa flessibilità applicativa è sempre stata la sua forza e ne ha garantito la sua estensione nel tempo. E importanti vantaggi economici per i suoi firmatari. Contemporaneamente garantisce ai lavoratori un interessante  welfare contrattuale. Tutto bene quindi? No. C’è il rischio concreto che questo modello sia arrivato al capolinea.

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Conad/Auchan. Le reazioni della rete e le quattro sfide…

Nell’epoca dei social era prevedibile che un vicenda come quella riguardante l’operazione Auchan/Conad coinvolgesse un dibattito in rete molto ampio. I tempi dei social, però, non sono quelli del business. E nemmeno quelli delle trattative sindacali.

Ai miei post registro migliaia di lettori. Soprattutto su LinkedIn. Timori e preoccupazioni travalicano i tradizionali strumenti di comunicazione delle parti e quindi il rischio di destabilizzazione è molto forte. Tanto più che la comunità coinvolta tra occupati e contesto raggiunge numeri ragguardevoli. Il problema è che in rete prevalgono le semplificazioni. E, come è noto, quando si semplifica un tema complesso, le conclusioni sono generalmente errate.

Da un lato c’è chi ha già capito come andrà a finire e quindi scrive delle corbellerie. Dall’altro chi pensa che Conad abbia già tutte risposte ma le tenga coperte per sua convenienza. In mezzo sottolineature o digressioni  su singoli aspetti della questione.

Il prezzo pagato (tanto per alcuni e poco per altri), la fine o il ridimensionamento della sede centrale, il tema delle sovrapposizioni, il ruolo degli ipermercati (dove alla competenza degli uomini di Auchan, oggi destabilizzati, si sommerebbe l’inesperienza di Conad), il tema degli affiliati, la “fuga dei cervelli” e, infine, il timore degli esuberi e quindi delle prospettive di lavoro. Leggi tutto “Conad/Auchan. Le reazioni della rete e le quattro sfide…”

Corpi intermedi. Confcommercio, la sua Assemblea generale e la salita del Mortirolo…

La recente conclusione del Giro d’Italia mi ha fatto venire in mente, mentre ascoltavo Carlo  Sangalli in streaming, la fatica, il sudore e la tensione mentre i ciclisti arrancano sulla  salita del Mortirolo. Gioia e delizia per gli aspiranti scalatori, quella salita, ne segnala plasticamente i limiti fisici e motivazionali.

L’assemblea generale della Confederazione, d’altra parte,  è una grande messa annuale che raduna l’elite del popolo di Confcommercio. In diretta o in streaming non ne ho persa una, almeno negli ultimi dieci anni. La partecipazione è sempre numerosa, attenta, le persone sono orgogliose di essere lì. L’organizzazione è un po’  “spintanea” ma chi viene si sente importante, trait d’union tra i sempre irrisolti problemi quotidiani e la politica che conta. I selfie con i politici che vanno per la maggiore  si sprecano.

Con gli altri, no. Al massimo una battuta  al bar dell’auditorium o nella sala VIP dove qualcuno cerca di intrufolarsi sotto lo sguardo distratto degli uomini e delle donne di piazza Belli. Sergio Mattarella, dovendo scegliere,  ha scelto l’assemblea di Confindustria quindi qui ha mandato un suo messaggio. Sempre gradito, ovviamente. Il Presidente del Consiglio era impegnato dall’altra parte del mondo, Matteo Salvini era altrove.  Il Presidente del Senato è rimasto giusto il tempo della relazione per successivi  impegni di lavoro.

C’era però Luigi Di Maio. Ha concluso anche lui con un intervento asciutto, di circostanza, prendendosi qualche applauso sull’IVA ma si capiva che non si sentiva a suo agio. E’ stata la conclusione di una fredda giornata iniziata con una relazione che ho ascoltato con grande attenzione letta dal Presidente in modo altrettanto freddo. Leggi tutto “Corpi intermedi. Confcommercio, la sua Assemblea generale e la salita del Mortirolo…”

Corpi intermedi, leadership declinanti e prospettive..

C’è un grande differenza tra leadership manageriali e leadership politico-sindacali. Per i primi parlano esclusivamente i risultati di business. Infatti sono rari quelli che durano a lungo. Soprattutto in tempi di crisi.

Non è sempre così per il mondo dei corpi intermedi dove non sono i risultati (molto difficili da valutare) ma la durata della carica  a determinarne l’avvicendamento. D’altra parte il ricambio delle leadership politiche, fisiologico nei tempi e nei modi nel 900, oggi è fondamentale per allineare le organizzazioni di rappresentanza al contesto.

Coldiretti, che si è dimostrata la più svelta a capire i rischi di smottamento del potere nella filiera, si è attrezzata con una squadra di giovani imprenditori per affrontare la Politica con una autorevolezza di prim’ordine. Confindustria continua a prevedere quattro anni di mandato e li rispetta. Confartigianato segue più o meno lo stesso schema. Altri sono più laschi. Confcommercio costituisce un’eccezione. Il suo Presidente è in carica  dal 2006 e forse cercherà di ottenere una ulteriore rinnovo del suo mandato.

Peraltro, in alcune associazioni datoriali o sindacali, non è un’impresa difficile prorogarsi all’infinito. E’ sufficiente, ogni tanto, mettere mano agli statuti per ricominciare daccapo con i mandati. C’è chi riduce il problema all’età di questo o di quel leader. Personalmente non mi hanno mai convinto coloro che pretendono di giudicare i politici con in mano la carta di identità; in certi contesti, però, sembra manchi la volontà di comprendere quando è arrivato il momento di fermarsi, farsi da parte  e quindi di consentire alla propria organizzazione   di voltare pagina nell’interesse stesso di dare continuità a ciò che si è contribuito a costruire. Leggi tutto “Corpi intermedi, leadership declinanti e prospettive..”

Auchan/Conad tra payoff aziendali e l’isola che non c’è.

Pochi conoscono Antonio Stoppani. Forse un giorno gli verranno riconosciute nella loro originalità le sue osservazioni  sull’impatto dell’attività dell’uomo sulla natura. Un antesignano di Greta Thunberg del 1800. Un ambientalista ante litteram. La sua opera principale fu il Bel Paese Conversazioni sulle bellezze naturali, la geologia e la geografia fisica d’Italia.

L’Abate Stoppani oggi lo si può incontrare sul lungo lago di Lecco, in città, nel monumento posto nella piazza a lui dedicata o sulle etichette del Bel Paese della Galbani fin dal 1906. Non è l’immagine di Egidio Galbani, come pensano in molti. Ma l’azienda casearia, oggi di proprietà della francese Lactalis, resta più nota al pubblico per il  payoff “Galbani vuol dire Fiducia” che l’accompagna dal 1956.

Ho lavorato in quella realtà per lungo tempo. Una grande azienda. Galbani e Fiducia sono diventati, negli anni, sinonimi. Con tutti i rischi che questo comporta quando i tempi cambiano. Un payoff semplice, diretto, distintivo per il consumatore. Ce lo siamo trovato storpiato tutte le volte che abbiamo dovuto affrontare un piano di riorganizzazione negli uffici, negli stabilimenti o nella rete di vendita.

Mi è ritornato in mente in queste settimane nella vicenda Auchan/Conad. “Persone oltre le cose” si presta anch’esso alla manipolazione. Il sindacato non è nuovo a queste storpiature. La più nota credo risalga agli anni 80 in casa Fiat: “Arna. Chilometrissima Alfa” venne trasformata in “Arna. Cassintegratissima Alfa” nel pieno di un duro confronto di lavoro. Comunque la si voglia vedere dimostrano solo una evidente  debolezza.

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Auchan/Conad. La risposta di Marco Marroni della Uiltucs UIL al mio intervento di ieri.

Trovo molto utile pubblicare integralmente ciò che Marco Marroni ha voluto rispondere al mio intervento di ieri. Il mio blog è letto da migliaia di persone molte delle quali lavorano nelle aziende coinvolte. Capisco le loro preoccupazioni che, Marroni, da sindacalista intelligente qual’è, ha rappresentato con grande chiarezza al tavolo del MISE.  

Lo stimo personalmente e anche per questo l’ho citato nel mio pezzo.  La sua risposta dimostra che la stima era ben riposta.

Quello che vorrei fosse chiaro del mio pensiero è che il futuro di queste aziende è importante per il nostro Paese. Per questo vanno accompagnate queste operazioni con intelligenza, cautela, e lungimiranza. Non è un’operazione ordinaria né alla portata di interlocutori superficiali.

Ci potranno essere prezzi da pagare. Ne sono convinto anch’io. Il compito del sindacato e di chi crede nel futuro di queste realtà è ridurli al minimo. Questo è anche il mio auspicio.

Caro Mario,

mi chiami in causa in modo diretto e sento il dovere di risponderti, se non altro per la lunga storia dei nostri rapporti, come tu ricordi non sempre idilliaci, ma fondati sul reciproco rispetto anche nei non rari momenti conflittuali.

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Gli operai di oggi tra voto sovranista e mobilitazione contro il Governo…

L’indagine di Swg è chiara.  In un anno gli operai che hanno votato Lega sono aumentati del 29% raggiungendo il 48% dei votanti. Contemporaneamente sono crollati del 20% quelli che avevano votato solo un anno fa i 5S. La sinistra si è mantenuta sostanzialmente i suoi.

Il dato può sembrare eclatante soprattutto per chi ha in testa la cultura collettiva e di classe dell’operaio metalmeccanico del 900. Gli operai comunque intesi, oggi, sono poco più di sei milioni. I metalmeccanici non arrivano a 1.800.000. Se raddoppiamo quel numero abbiamo, occhio e croce,  il numero di operai dell’industria. Poco più della metà del numero complessivo. Gli altri sono nelle piccolissime imprese, nella logistica e nel terziario in generale.

Dario Di Vico, a pochi giorni dallo sciopero generale dei metalmeccanici proclamato contro il Governo ha lanciato un dibattito interessante. Questa migrazione verso i sovranisti della Lega così marcata ha le stesse caratteristiche dissociative di quelle precedenti o presenta elementi nuovi e specifici? E ancora. C’è una responsabilità della sinistra nell’averlo consentito? E, infine, questo rappresenta un dato irreversibile?

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I licenziamenti ai tempi di whatsapp….

Chi lavora in una piccola azienda in difficoltà sa quanto è facile trovarsi improvvisamente senza lavoro. Lo intuisce subito. Dal clima interno, dall’umore del proprietario quando torna dalla banca. Dal fornitore che non consegna o dal collega anziano preoccupato del suo mutuo e del fatto che quest’anno non riuscirà a cambiare l’auto.

Nella grande azienda non è così. Anche lì ci sono segnali evidenti ma sono meno diretti, attutiti dalla gerarchia interna, mediati dalla forza dei numeri e dai toni e messaggi di sfida nelle sempre più frequenti assemblee sindacali. La fase che va dalle prime voci alla macchinetta del caffè fino allo striscione rosso fuori dai cancelli con la classica scritta in bianco sempre uguale a se stessa  procede tra umori alti e bassi che assomigliano più ad un giro sulle montagne russe che ad una agonia preannunciata.

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Grande Distribuzione. Il gong è suonato. La vera partita è iniziata…

Nel tennis si parlerebbe di un Ace favoloso quello portato a termine da Conad con l’acquisizione di Auchan. E’ una mossa intelligente e ben calcolata di un gruppo di imprenditori poco conosciuti ma nient’affatto sprovveduti. L’Italia, fortunatamente ne è ricca. Nella crisi della GDO e dei suoi formati hanno intravisto una grande opportunità di business. Hanno un ottimo direttore d’orchestra in Francesco Pugliese che ne esprime la sintesi perfetta ma dietro c’è la sostanza di chi vive tutti i giorni nei punti vendita. Imprenditori che volano basso stimati dai collaboratori e attenti alle esigenze dei consumatori.

C’è chi dice che Auchan non vedeva l’ora di andarsene da nostro Paese. Può anche essere però occorre  prendere atto che un’imprenditore francese abituato ad imporre il suo gioco alza le mani, sconfitto, dopo trent’anni di presidio del mercato italiano per sue precise responsabilità mentre oltre duemila piccoli dettaglianti italiani scommettono, attraverso le loro sei cooperative,  sulla loro capacità di intervento. E si rimboccano le maniche.

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Grande Distribuzione tra Auchan e Conad una sfida per veri imprenditori

In un bellissimo film del 1966 “La battaglia di Algeri” in un passaggio importante un leader del FNL, parlando con La Pointe, avverte il giovane ” che la lotta rivoluzionaria è difficile, vincere è  ancora più difficile ma, solo dopo la vittoria, iniziano le vere difficoltà”. Mi è ritornato alla mente oggi mentre ho inviato  i miei complimenti a Francesco Pugliese AD di Conad.

E’ una operazione di grande profilo economico e sociale che mira a cambiare i pesi nella Grande Distribuzione italiana. Oggi, finalmente, abbiamo un player nazionale che mette insieme capacità imprenditoriali diffuse in tutto il territorio con una visione strategica importante. E’ l’affermazione di un modello di piccola impresa che pensa in grande perché sa mettersi insieme e riconoscersi in qualcosa che va oltre il proprio territorio ma che lo rispetta e lo conosce a fondo.

Francesco Pugliese, insieme ad Aldo Bonomi, hanno scritto un libro importante: “Tessiture sociali”. Un libro che  dà senso e contenuto allo slogan “Persone oltre le cose”. Uno slogan che poteva apparire forzato, fuori misura, forse un po’ datato. E’ esattamente il contrario. Rappresenta la consapevolezza che non esiste una impresa che non sa fare i conti con il territorio nel quale interagisce, che non ne rispetta i valori e la cultura. Che non sa mettersi in ascolto di ciò che si manifesta al suo interno. E’ riscoprire che nel commercio, grande o piccolo, multinazionale o locale si vince se si parte da lì.

Poi vengono le promozioni, l’efficienza, le strategie commerciali. Quel libro parla di un grande viaggio nei territori, proprio alla loro scoperta.  E da quella esperienza, che si ripete ogni giorno, che trae energia chi opera nel territorio.Le multinazionali del settore hanno cercato in tutti i modi altre vie. Leggi tutto “Grande Distribuzione tra Auchan e Conad una sfida per veri imprenditori”