Non tutto ciò che arriva al blog, viene reso pubblico. È nelle mie facoltà e le esercito fino in fondo. Come potete immaginare arriva di tutto. Politici di periferia in cerca di spazio, dirigenti infuriati per come sono trattati, gole profonde che non hanno il coraggio di esporsi con nome e cognome. Sfoghi legittimi di chi si sente tradito. Persone che temono per il loro futuro.
Il mio filtro come owner è doveroso. I miei pezzi passano su LinkedIn, Facebook, Twitter e, ovviamente sul blog. Il mio publico è formato da manager, giornalisti, quadri, professionisti e gente comune con i quali dialogo da dieci anni. Migliaia di persone che, solo in parte, provengono dalla GDO interessati alle mie opinioni sugli argomenti che tratto con maggiore frequenza. La vicenda Conad/Auchan è una di queste. Purtroppo non siamo in molti ad occuparcene. O ad avere la competenza per farlo.
Non ho mai nascosto il mio punto di vista senza se e senza ma. Spero che l’operazione promossa da Conad vada in porto e realizzi gli obiettivi che si propone. Mi rendo conto delle contraddizioni e degli errori di percorso che trovo giusto raccontare e sottolineare e della necessità che a tutte le persone coinvolte vada data un’opportunità di lavoro dentro o fuori il nuovo perimetro.
Di questo scrivo in qualità di esperto di gestione di piani di riorganizzazione aziendale che, a fronte alle problematiche che emergono, fa delle proposte agli attori in campo. Proposte già personalmente sperimentate in passato.
È una vicenda che mi ha stimolato fin dall’inizio sia perché attraversa il settore sul quale scrivo maggiormente sia perché la trovo paradigmatica dell’evoluzione della GDO che prevederà ulteriori passaggi di mano, concentrazioni, riorganizzazioni con forti ricadute sulle persone sul piano quantitativo e qualitativo.
Continuerò a farlo semplicemente esprimendo le mie idee. Nessuno è obbligato a leggerle né a condividerle.
Buona lettura.