Conad/Auchan. Ricollocare significa condividere un percorso

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Ho avuto l’opportunità di occuparmi di ricollocamento fin dal 1995 implementando in Italia il modello francese nel gruppo Danone e ho potuto incontrare diversi e validi professionisti della materia ma anche, purtroppo, consulenti inadeguati che hanno contribuito a rallentare il decollo dell’OTP nel nostro Paese.

Per queste ragioni bene hanno fatto le società più performanti a riconoscersi in AISO che è l’associazione che raggruppa le principali realtà che si occupano di outplacement e che si riconoscono in una impostazione comune. Sono società serie e altamente professionali.

Se dovessi consigliare un collega gli  proporrei indubbiamente  di rivolgersi ad una di queste. In un caso come quello che si profila in BDC sarei più cauto a limitarmi a consigliare questa via come risolutiva. C’è un lavoro da fare che non può essere delegato ad un professionista esterno.

Questa non è un’azienda che lascia a casa una parte delle sue risorse perché le ritiene inadeguate o a fine corsa. E’ un’azienda che se ne è tornata a casa sua lasciando in strada tutti i sui uomini e le sue donne. L’ossatura portante dell’intera azienda. La stragrande maggioranza dei suoi manager e dei suoi quadri più tutti i loro collaboratori. Nelle sedi ma anche in molte filiali.

È ovvio che il problema non riguarda chi può cavarsela da solo. O chi persegue soluzioni individuali e vorrebbe monetizzare al massimo possibile. Riguarda però tutti coloro che non sono in questa condizione. Che sono la maggioranza degli esuberi dichiarati.

Questa fuga disordinata e sostanzialmente improvvisa di Auchan rende, a mio parere, più complessa la fase del distacco conseguente all’accettazione dell’enormità di ciò che è accaduto per chi non è in posizione di forza contrattuale o personale. Questo dato non può essere bypassato semplicemente ricorrendo esclusivamente  a forme tradizionali di outplacement.

Va costruito un progetto complessivo, innanzitutto  interno, che recuperi un rapporto per quanto possibile positivo con le persone in una logica esattamente contraria al disorientamento e allo scoramento di oggi. È vero che BDC è poco credibile. Non è percepita né come Auchan né come intermediaria vera per conto di Conad. Non ha, oggi, l’autorevolezza necessaria. 

Ma Conad, proprio perché non può assorbire tutti gli esuberi nella propria organizzazione può e deve assumere necessariamente un approccio  trasparente e concreto. Quindi deve farsene carico, pur per interposta organizzazione, credendoci fino in fondo insieme alle organizzazioni sindacali.

Le persone non devono essere lasciate sole nel momento più difficile con il loro problema dopo essere già state abbandonate da Auchan. Lasciarle al loro destino  una seconda volta sarebbe un errore con conseguenze inevitabili.  Il ricollocamento esterno, in casi come questo, vale quello interno in posizione diversa da quella occupata i precedenza. Sarà parte fondamentale dell’accordo. Non è un di cui.

Nell’esperienza conclusa nel 2015 attraverso il CFMT e in rapporto stretto con Manageritalia abbiamo accolto, formato e supportato gratuitamente nel ricollocamento oltre 1200 dirigenti. È forse il progetto più importante del Centro di Formazione Manageriale voluto da Confcommercio e Manageritalia e affidato al CFMT.  Di fatto si è creata una struttura intermedia che nel momento più acuto della crisi economica ha supportato i manager facendoli sentire protagonisti e importanti. Come appartenessero alla stessa azienda.

Sono stati progettati percorsi in più fasi per aiutarli  a ripensare il proprio futuro modulandoli sugli impegni e le esigenze delle persone. Ogni partecipante  è stato aiutato a definire il proprio piano di azione anche attraverso la condivisione e il supporto dei colleghi. Le persone nel loro tragitto hanno ricevuto costantemente consulenza orientativa e di sostegno al loro sviluppo professionale, nonché un aiuto concreto nella ricerca attiva e nella raccolta delle opportunità professionali disponibili.

Una volta individuato il proprio obiettivo, ogni partecipante ha ricevuto supporto ed orientamento anche nella preparazione e gestione del proprio progetto lavorativo. Per fare tutto questo non è sufficiente delegare a terzi. L’impegno deve essere assunto innanzitutto dall’azienda. Il raccordo con professionisti esterni viene in un secondo momento. E tutto  questo si può e si deve fare anche in costanza di rapporto lavorativo.

Almeno per la fase dove è necessario assumere determinate consapevolezze. La  persona che viene avviata al percorso non è uno scarto di un progetto che non la prevede. È una conseguenza di una decisione resa inevitabile da Auchan che però non può essere messa in carico a Conad.

A quest’ultima può essere chiesto che partecipi con convinzione alla soluzione. La persona deve poter ripensare a sé stessa e ridisegnare le proprie capacità e competenze così da individuare il percorso da intraprendere per ricollocarsi al meglio sul mercato, in coerenza con i propri obiettivi personali e professionali. Chi l’ha scaricata non è più qui. È altrove. Occorre farsene una ragione. 

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