Grande Distribuzione. Le borse della spesa si riempiono anche con l’innovazione…

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Nella Grande Distribuzione l’innovazione vera costa e non è alla portata di tutte le insegne. Però tutti possono, a loro modo, innovare luoghi, offerta e servizi. Clienti e dipendenti ne sono coinvolti, a seconda dei diversi progetti, trasformandosi sempre più  in protagonisti attivi anche perché la dimensione online, pur ancora marginale,  incombe e spinge ad un miglioramento continuo.

In fondo è nella natura del comparto. Le insegne, chi più chi meno, si muovono. Le principali, ovviamente,  segnano il campo da gioco. Le altre seguono, copiano, sperimentano, aggiungono valore ciascuna a modo proprio. Tre recenti esempi tra i tanti che mostrano interessanti cerchi concentrici con un unico obiettivo: cambiare per continuare a crescere. C’è chi punta al bersaglio grosso e quindi a cambiare in profondità, chi al back office per migliorare le performance nella gestione dei punti vendita e chi al front  office intervenendo su addetti e servizi per attrarre e intrattenere  i clienti.

Il Gruppo Carrefour partecipa al lancio di Dastore, un fondo di venture capital.  Punta a partecipazioni di minoranza in startup emergenti attive nel settore del retail digitale. L’iniziativa si inserisce nella strategia digitale 2026 di Carrefour annunciata dal CEO Alexandre Bompard, che mira a trasformare la catena di supermercati e ipermercati francese in una Digital Retail Company.

Il fondo, lanciato insieme alla società europea di venture capital Daphni, mette 80 milioni di euro per startup emergenti ad alto potenziale (non solo in Francia) con focus su nuove attività di ecommerce, dati e strumenti digitali nel retail, logistica e supply chain. Elodie Perthuisot, Direttore Esecutivo di E-Commerce, Data and Digital Transformation del gruppo Carrefour ha dichiarato che: “Investire nelle startup è un’opportunità per Carrefour di accelerare la propria trasformazione digitale, aiutando allo stesso tempo le aziende in fase iniziale a crescere più velocemente”. Sostanzialmente un volano di innovazione a 360°.

In Italia si muove il leader di mercato. Conad, con la  cooperativa centro nord punta dritto sia all’efficienza che all’efficacia. È il passaggio successivo e coerente alla concentrazione avvenuta attraverso l’acquisizione di Auchan. Crescere in dimensione è indispensabile ma non basta.

Alcuni osservatori tra quelli più legati al passato della GDO impegnati in valutazioni ragionieristiche sulla riuscita dell’operazione in sé, faticano a comprenderne il potenziale effetto moltiplicatore, il beneficio sui costi, l’acquisizione di peso sociale e  politico, la possibilità di fare investimenti significativi nell’innovazione. In poche parole faticano a comprendere il sostanziale passaggio di categoria anche perché solo concentrandosi si creano condizioni e risorse economiche per affrancarsi da un modello di business costruito nel 900 destinato a declinare. 

L’accordo  con Tuidi, una interessante  startup pugliese, punta a migliorare redditività e produttività lavorando sia con i punti vendita che con i depositi fornendo a Conad Centro Nord uno strumento in grado di monitorare costantemente l’ambiente competitivo in cui l’azienda si muove. Stefano Elli, Direttore pianificazione strategica, controllo conferma che: “la partnership con Tuidi, attraverso le sue soluzioni innovative di AI e Machine Learning,  ci supporterà nell’ottimizzazione delle scorte di magazzino per evitare sprechi e rotture di stock.

Attraverso algoritmi all’avanguardia saremo in grado di intercettare in tempo reale le variazioni di mercato e trend di consumo per offrire ai nostri clienti una migliore esperienza di acquisto”. Senza sottovalutare l’obiettivo di Tuidi: “Questa collaborazione per noi è molto importante perché ci permetterà di far conoscere il nostro know how e le soluzioni innovative e tecnologiche anche ad altre aziende della grande distribuzione organizzata”.

Il terzo riguarda un approccio su cui insiste da tempo l’interessante  lavoro dei consulenti di  Cavalieri Retail che ha trovato una importante condivisione e applicazione concreta nel gruppo Vegé: il futuro del luogo e dei protagonisti del punto vendita. In una GDO ripiegata su prezzi e promozioni in una sorta di  avvitamento infinito è necessario differenziarsi puntando sui due principali attori che lo frequentano: collaboratori e clienti.

In una recente intervista Giorgio Santambrogio AD del Gruppo è stato chiaro: “il collaboratore dovrà evolvere il proprio profilo professionale in “food consultant”. La vera sfida oggi è conoscere ricette, filiera, abbinamenti, caratteristiche dei prodotti, valori nutrizionali per poter contrastare i grandi player dell’e-commerce come Amazon. Il “cortese ed affabile” servizio di consulenza al cliente sarà il vero asset vincente dei punti vendita fisici del futuro”.

E così il cliente da attrarre e coinvolgere in un nuovo spazio di relazione e di coinvolgimento non più costruito sulla semplice  “toccata e fuga” del tradizionale luogo di vendita ormai sempre più in concorrenza con altri modelli più  “fast and furious”.

Tre strade diverse assolutamente integrabili e compatibili.

L’innovazione intesa  come ricerca e sviluppo della multinazionale francese come sfida a tutto campo ai giganti della rete. Quella su cui scommette Conad che fornisce in tempo reale un cruscotto gestionale efficace migliorando redditività e produttività e, ultima ma non ultima, l’idea di rivitalizzare il luogo di vendita non solo dal punto di vista estetico intervenendo sul “software”, sui due protagonisti principali puntando sull’ascolto, il coinvolgimento, il tempo da dedicare all’acquisto  e l’evoluzione della professionalità degli addetti. 

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