“Settimo, ruba un po’ meno”. Non è solo una commedia di Dario Fo. È un obiettivo di difficile soluzione per la GDO, conosciuto all’interno di quel mondo, con il termine “differenze inventariali”. Nel 2022 hanno raggiunto in media l’1,38% del fatturato annuo. Parliamo di circa 4,6 miliardi di euro. A questo valore va aggiunta la spesa che le aziende sostengono in misure di sicurezza o contrasto alle perdite con un costo economico totale stimato pari a 6,7 miliardi di euro.
Perdite notevoli derivanti non solo da furti e frodi ma anche da errori amministrativi, scarti, rotture e inefficienze varie. È dal 2017 che Crime&tech spin-off di Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore, con il supporto di Checkpoint Systems Italia e la collaborazione dell’associazione Laboratorio per la Sicurezza propongono questi dati presentati all’interno di studio e raccolti attraverso un questionario online distribuito a un campione di security manager appartenenti a 40 gruppi aziendali del settore Retail e GDO, per un totale di oltre 10.300 punti vendita e l’analisi di informazioni su più di 103.000 singoli eventi criminali registrati in punti vendita di tutta Italia tra il 2021 e i primi nove mesi del 2023.
“L’obiettivo dello studio è di provare a quantificare le perdite e fornire alle aziende degli spunti di riflessione sulle soluzioni da poter adottare” commenta Marco Dugato, Amministratore di Crime&tech e Ricercatore di Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore”. Tra i settori coinvolti, il Comparto del Fai da Te (2,00%), i Supermercati, gli Ipermercati e i Discount (1,98%) sono quelli che registrano i valori più alti. Dallo studio risulta che circa la metà delle differenze inventariali sono di natura sconosciuta quindi difficile rintracciarne le cause. Il restante 52% è attribuibile a furti (da clienti e dipendenti), scarti e rotture, errori amministrativi e contabili e frodi commesse da fornitori. In netto aumento, secondo la metà circa di chi ha risposto, i furti di necessità. Già in aumento dal 2019 al 2020 con un valore medio della merce rubata o recuperata nei singoli episodi pari a 40 euro.
Occorre anche considerare che, secondo la Cassazione il furto al supermercato da 50 euro non è punibile data la tenuità del fatto. A questo aggiungo la vexata quaestio rispetto al reato contestabile: “furto” o “tentato furto”. Sempre la Cassazione ci spiega che, nell’ambito di un supermercato, se la merce viene sottratta dagli scaffali e l’autore riesce a superare le casse senza pagare risponderà soltanto a titolo di “tentato furto” soprattutto qualora la sua azione sia stata costantemente monitorata dalla vigilanza e questa lo abbia fermato all’uscita. Ciò in quanto ancorché la merce sia stata sottratta, non vi è stato effettivo impossessamento della stessa. Inutile commentare. Ricordo la vicenda avvenuta in un ipermercato nel quale un dipendente venne filmato mentre sottraeva un piccolo televisore dal reparto. Fermato nel piazzale nel bagagliaio della sua auto è stato rinvenuto, come ovvio, il televisore quindi l’azienda lo ha licenziato. In tribunale il giudice ha dato torto all’azienda respingendo così il licenziamento. Il filmato si interrompeva all’uscita del punto vendita e quindi non esisteva la prova certa che il televisore fosse stato messo sull’auto dal dipendente stesso. Che dire?
Furti e frodi interne sono, purtroppo, la seconda causa delle differenze inventariali. Le modalità maggiormente rilevate sono il furto della merce a opera di dipendenti. In genere sparisce dai reparti, transita nei magazzini e finisce sulle auto nei piazzali. Oppure dalla barriera casse con annullamenti totali o parziali degli scontrini, il reso merce o la complicità di esterni. Lombardia e Lazio sono le regioni dove il valore totale della merce rubata è più alto, ma a livello di singolo episodio i valori medi più alti sono stati registrati in Trentino-Alto Adige, Calabria e Abruzzo.
I metodi più utilizzati dai taccheggiatori sono la tecnica del “prendi e scappa” o la rimozione delle etichette antitaccheggio o foderando lo zaino con dentro la refurtiva di carta stagnola per evitare l’attivazione dell’allarme anti taccheggio. Infine i furti organizzati con la finalità di rivendere la merce sottratta e i furti o le frodi da parte di fornitori di servizi logistici, come corrieri e trasportatori, o da parte di fornitori di altri servizi.
Nella GDO alimentare i prodotti più rubati gli alcolici e lo scatolame. Nell’elettronica di consumo, smartphone, tablet e accessori di telefonia mobile, e utensili , spine e prese elettriche e colla nel Fai da te. Rispetto alle cause di natura operativa, sempre secondo l’indagine, “nel settore Abbigliamento gli errori amministrativi sembrano essere particolarmente importanti, mentre nel settore Supermercati, Ipermercati e Discount sono invece molto rilevanti gli scarti e rotture, i mancati freddi e la merce scaduta o deteriorata. I prodotti freschi o freschissimi rappresentano una fonte rilevante delle perdite per il settore Supermercati, Ipermercati e Discount (41% del fatturato totale). In media nel 2022, il 2% di questi prodotti è stata buttata perché invendibile o scaduta”.
Nella GDO i rimedi sono legati sia alle misure di prevenzione e sicurezza come “la videosorveglianza (94%), le barriere antitaccheggio (86%), così come la formazione del personale (94%). Per la protezione dei singoli prodotti le aziende utilizzano maggiormente placche/etichette antitaccheggio (83%) e scaffali chiusi o vetrine (63%). Un terzo delle aziende (34%) utilizza dei software per l’analisi avanzata delle transazioni di cassa, mentre un’altra metà (49%) delle aziende utilizza degli applicativi per avere una reportistica sistematica su questi stessi dati”. L’azienda francese Veesion, tramite l’IA ha sviluppato una tecnologia di riconoscimento dei gesti che si può installare all’interno del sistema di videosorveglianza già predisposto nei negozi. In Italia è, credo, la più diffusa.
Negli USA una su tutte, Walmart, sta utilizzando la tecnologia di visione artificiale per monitorare le casse e scoraggiare potenziali furti e altre cause di differenze inventariali in oltre 1.000 negozi, ha confermato la società a Business Insider. Il programma di sorveglianza, internamente denominato Missed Scan Detection, utilizza telecamere per identificare e correggere errori e guasti nella scansione dei prodotti. Everdeen, con sede in Irlanda, è una delle numerose aziende che forniscono a Walmart la tecnologia per il suo programma Missed Scan Detection. La start-up giapponese Vaak , fondata da Tanaka Atsushi nel 2017, si è distinta tra le prime creando Vaakeye, un software di intelligenza artificiale destinato a prevenire i taccheggi nei negozi. VaakEye è un sistema di intelligenza artificiale predittivo in grado di individuare i taccheggiatori. Anche se tecnologicamente potremmo essere ad un passo, come nel film Minority Report, dall’individuare addirittura dell’intenzione prima che si verifichi il furto stesso, l’obiettivo resta la dissuasione per evitare che la merce venga prelevata illegalmente dallo scaffale.
Per ridurre gli sprechi, circa tre aziende su quattro, secondo le risposte al questionario, ricorrono a offerte sui prodotti prossimi alla scadenza, mentre circa la metà dei rispondenti utilizza sistemi di riordino intelligente. Per contrastare queste perdite, nel 2022 le aziende hanno speso lo 0,64% del loro fatturato in misure di sicurezza, adottandone contestualmente diversi approcci e variandone numero e tipologie a seconda delle caratteristiche dei punti vendita. La scelta di non denunciare episodi di taccheggio è in larga parte dovuta allo scarso valore del furto e, in subordine, al recupero della merce o del denaro. Per frodi esterne o frodi da parte di fornitori a pesare in maniera significativa è la scarsità di prove. Il settore Retail e GDO in Italia affronta sfide complesse legate alla sicurezza e alle perdite. Questo richiede un approccio sistemico, collaborazione interna ed esterna, integrazione tecnologica e formazione del personale. La ricerca e valutazione continua di strategie innovative è essenziale in un contesto in continua evoluzione.
In un futuro prossimo lo sviluppo dell’intelligenza artificiale aiuterà le aziende a rilevare oltre ai movimenti sospetti nel punto vendita, le rotture a scaffale, le date di scadenza dei prodotti, a facilitare gli inventari, controllare la freschezza di frutta e verdura, sfruttare le opportunità offerte dall’evoluzione della logistica. E, con l’adozione di nuove tecnologie anche con le casse automatizzate il punto vendita sarà monitorato in modo estremamente efficace con sistemi avanzati di controllo e tracciabilità. E forse questo fenomeno che si riflette sui costi del imprese, e quindi sul consumatore finale, sarà destinato a ridursi notevolmente.