Grande Distribuzione. Si chiude anche il contratto nazionale delle Coop…

Dei quattro contratti scaduti (Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione e Cooperazione), tre si sono quindi rinnovati. Resta aperto il principale, quello firmato da Federdistribuzione. Si chiude quindi una fase nella quale le distanze tra imprese e rappresentanti dei lavoratori  sono rimaste incolmabili per ben cinque lunghi anni. Il 29 marzo 2024, è stato siglato, da parte delle Associazioni Cooperative ANCC-COOP, CONFCOOPERATIVE CONSUMO E UTENZA, A.G.C.I Settore consumo e le Organizzazioni Sindacali FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTuCS, l’accordo di rinnovo del CCNL per i dipendenti da imprese della Distribuzione Cooperativa.

Resta aperto il contratto principale della GDO quello gestito da Federdistribuzione. Quello Coop è importante, non tanto per i numeri che coinvolge (oltre 60.000 dipendenti, 1,8 miliardi di retribuzioni e oneri sociali versati, oltre il 90% di contratti di lavoro a tempo indeterminato) ma per due ragioni fondamentali. Innanzitutto perché  nel panorama delle relazioni  industriali  italiane e per la cultura che permea il sistema cooperativo,  è ritenuto uno dei più rispettosi del ruolo della parti sociali. Il secondo è che i temi che lo caratterizzano sono, in buona parte, gli stessi che coinvolgono le imprese che aderiscono a Federdistribuzione.

L’accordo, che avrà vigenza fino al mese di marzo 2027, prevede un aumento retributivo a regime di 240 euro lordi al quarto livello ed una indennità una tantum di 350 euro riparametrati e riproporzionati per tutte le posizioni. Essendo un testo che taglia trasversalmente le attività del mondo cooperativo tratta argomenti che, in altre situazioni sono coperte dalla contrattazione di secondo livello. È comunque interessante sottolineare ciò che prevede: 

– nuovi compiti per l’Osservatorio nazionale e per la Commissione paritetica nazionale per valorizzarne il ruolo nell’ambito del sistema delle relazioni sindacali settoriale;

– misure di contrasto alle molestie sessuali nell’ambiente di lavoro, nonché ad ogni forma di violenza morale e persecuzione psicologica;

– possibilità di prorogare il congedo indennizzato dall’INPS per donne vittime di violenza di 90 giorni di ulteriori 90 giorni a carico delle imprese;

– riconoscimento del II° livello per i farmacisti abilitati allo svolgimento dell’attività e per gli optometristi laureati in ottica e optometria con abilitazione;

– previsione di una Commissione per la riforma del sistema dell’inquadramento;

– franchising ed appalti più selettivi, poiché saranno oggetto di un confronto strutturato fra imprese e sindacati, nonché condizionati all’applicazione, rispettivamente, di CCNL somministrazione a tempo determinato) per le causali specifiche e ben delineate che sono state pattuite (festività natalizie, pasquali, nuove aperture e sostituzione ferie), per la durata ragionevole (massimo 24 mesi) connesse alle predette causali e, da ultimo, per il tetto massimo di utilizzo di tali figure del 13% dell’organico di singola unità produttiva, che è di gran lunga inferiore rispetto a quanto previsto dalle norme di legge in materia;

– innalzamento dell’indennità annuale per i part-time con clausole elastiche (da 120 € a 155 € all’anno);

– 72 ore di permessi retribuiti per i dipendenti dalle imprese cooperative minori in luogo delle attuali 66, a cui si arriverà col riconoscimento di 6 ore di permesso in più a decorrere dal 1° aprile 2025 e di ulteriori 6 dal 1° aprile 2026;

– durata minima dell’orario di lavoro dei dipendenti part-time delle imprese cooperative minori innalzata da 16 a 20 ore settimanali;

• riconoscimento di una ulteriore mensilità per il dipendente affetto da patologia oncologica con invalidità non inferiore al 50% in caso di superamento del periodo di comporto;

– implementazione delle tutele garantite per legge per congedi di maternità, parentali, deigenitori e di paternità;

– periodo aggiuntivo (a quello previsto dalla legge) di astensione facoltativa per maternità (coperta economicamente con un’indennità corrispondente al 30% della mensilità lorda), nonché congedo non retribuito fino al compimento di un anno del bambino;

– 10 giorni aggiuntivi (al periodo previsto dalla legge) per il padre lavoratore in occasione della nascita del figlio (coperti economicamente da un’indennità giornaliera pari al 100% della retribuzione);

– un mese di astensione facoltativa dal lavoro retribuito con la stessa indennità prevista dalla legge per agevolare il reinserimento della madre lavoratrice al lavoro;

– 30 giorni di permesso non retribuito per le lavoratrici ed i lavoratori che ne faranno richiesta dopo aver fruito dei permessi previsti dalla legge per fecondazione assistita;

– congedo non retribuito di 30 giorni continuativi per ricongiungimenti familiari a beneficio dei lavoratori in possesso di permesso di soggiorno;

– introduzione di una Indennità di vacanza contrattuale pari al 30% dell’IPCA al netto degli energetici importati in carenza di rinnovo contrattuale per più di 6 mesi;

  • incremento, a partire dal 1° gennaio 2025, della contribuzione a carico delle imprese di 3,00 € per migliorare le prestazioni sanitarie di Coopersalute (a seguito di tale incremento la quota mensile che le imprese dovranno pagare ammonterà a 14,00 € per ciascun dipendente.

Siamo soddisfatti dell’accordo, è il contratto nazionale di lavoro più impegnativo degli ultimi 30 anni: permetterà un importante recupero del potere di acquisto dei lavoratori delle cooperative, in una fase di  grande incertezza economica, inflazione e rincari energetici – è il commento di Marco Pedroni, Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) – L’accordo assicura alle imprese cooperative gradualità nelle dinamiche del costo del lavoro nei prossimi anni, in un quadro quindi di sostenibilità economica. Contempla elementi importanti anche in termini di supporto alle famiglie e alla genitorialità e consolida le prestazioni di assistenza sanitaria erogate dal Fondo Coopersalute. Sono ulteriori elementi di distintività cooperativa rispetto al resto della grande distribuzione”.

“Questo contratto rappresenta il giusto equilibrio per entrambe le parti – sottolinea la vicepresidente di Confcooperative Consumo e Utenza Clara Mazzucchi –. siamo riusciti a tutelare allo stesso tempo l’interesse dei lavoratori e le piccole cooperative che rappresentiamo. Cooperative che spesso rispondono a bisogni di comunità e territori di scarso interesse per le grandi imprese. Significative anche le misure a sostegno della genitorialità e per le pari opportunità, tema caro al mondo cooperativo”.

Spero che questo ulteriore passo in avanti solleciti il buon senso necessario e favorisca l’individuazione  dell’ultimo tassello del puzzle e porti alla firma anche il CCNL di Federdistribuzione.  

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