Non si può non guardare con una certa curiosità al riposizionamento in corso da parte di Apulia distribuzione. Gli ingredienti per una ricetta diversa dal solito ci sono tutti. Innanzitutto la decisione di mettersi in proprio. Dopo il lungo apprendistato come franchisee di Auchan e poi di Carrefour i proprietari hanno deciso che è arrivato il momento di metterci la faccia e provare a giocare in un altro campionato. Non ci sono più quindi alle spalle i vecchi franchisor responsabili di politiche commerciali rigide da aggirare con cautela, non c’è appesa fuori dall’entrata un insegna famosa ma che al sud è percepita lontana e, di fatto, mai radicata nel territorio.
Apulia Distribuzione è una realtà importante seppure con una dimensione multiregionale. Presenti nel commercio all’ingrosso sin dai primi anni ’80, i fratelli Sgaramella nel 2001 fondano Apulia Distribuzione, che nel 2004 sigla un accordo di master franchising con Auchan. Nel 2020 i PDV diventano Carrefour. L’insegna oggi opera in cinque regioni del sud: Puglia, Calabria, Basilicata, Campania e Sicilia con 378 store, ai quali si aggiunge il format cash & carry all’ingrosso Tuttorisparmio con 4 punti di vendita localizzati in Puglia. Nel 2023 Apulia Distribuzione ha registrato un fatturato pari a 930 milioni di euro.
Che fosse questo l’obiettivo mai dichiarato lo si era intuito, quando, all’arrivo di Conad, Apulia si era defilata, rivolgendosi poi a Carrefour. Il loro DNA, non si sarebbe integrato alla cultura del Consorzio di oggi. Carrefour era l’ideale. Troppo concentrata su sé stessa e i suoi problemi per comprendere che la relazione con il nuovo franchisee, sarebbe durata comunque poco. Non credo si siano lasciati bene. Il dubbio che Apulia facesse buon viso a cattivo gioco, in Carrefour lo avevano percepito ma non potevano fare altrimenti. A Carrefour ha fatto male l’addio dopo quattro anni di partnership commerciale. Inutile negarlo. Una multinazionale in riorganizzazione che viene mutilata della presenza in alcune regioni non è un bel biglietto da visita per gli osservatori più pessimisti che quotano l’abbandono dal nostro Paese come estrema ratio presente nella testa dei manager chiamati a rimetterla in carreggiata. In fondo le multinazionali, oltre ai vincoli, offrono un ombrello che funziona quando piove ma può essere d’impaccio quando tira vento alle spalle. VeGè era l’interlocutore ideale proprio per la sua flessibilità. E gli Sgaramella hanno visto, a mio parere, un compagno di strada ideale in Giovanni Arena presidente di VeGè. È un sud che pensa in grande. Verificheremo presto se il ritmo e gli obiettivi delle due realtà sono gli stessi.
Nel 2024 Apulia Distribuzione sceglie il marchio Rossotono come insegna indipendente assumendo il pieno controllo sulla sua identità aziendale e sulla reputazione del marchio stesso. L’obiettivo, condivisibile, è di poter avere una maggiore flessibilità e adattabilità sui mercati di riferimento. A loro dire, innovazione, convenienza, servizi e valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche del territorio italiano sono i principali punti di forza di Rossotono. Ha sviluppato una gamma di prodotti a marchio con oltre 1.000 referenze, puntando alla qualità, alla convenienza ed alla completezza dell’offerta. Altra distintività, i freschi: carni fresche selezionate dai loro esperti, con un laboratorio certificato CE, per una fornitura quotidiana di carni. L’ortofrutta arriva ogni giorno nei punti vendita, garantendo un assortimento di frutta e verdura, sempre fresca e controllata. Servizio di centralizzazione dei surgelati con parco automezzi di proprietà e consegne giornaliere. Due centri distributivi Rutigliano (BA) e Catania.
L’altra “novità”, non da poco, è Michele Sgaramella (31 anni) Deputy Commercial Director dell’azienda. In un comparto che trascina i figli fino alla pensione e poi, obtorto collo si rassegna al passaggio generazionale, gli Sgaramella vanno applauditi. È vero che “I figli… so’ pezzi ‘e core” ma non metti un giovane a 27 anni a fare il direttore vendite se non capisci che in quel Mezzogiorno da “quite quitting” e altre amenità protoleghiste sulla loro voglia di lavorare ci sono giovani che a quell’età hanno tanto da dire e da dare. Nel 2021 la redazione di Largo Consumo gli ha conferito il premio di “Best Retail Manager 2021” sbaragliando la concorrenza che vedeva tra i candidati alcuni tra i migliori manager a livello nazionale come Giancarlo Paola (Unicomm) e Gabriele Villa (Esselunga). E proprio la vicinanza al territorio e la vivacità commerciale della famiglia Sgaramella, giunta con Michele alla terza generazione di imprenditori, è una delle motivazioni che hanno portato l’azienda di Rutigliano a ottenere questo riconoscimento. Oltre 5mila i consumatori votanti, più di 27mila le esperienze di acquisto valutate, 22 categorie in gara, 1 vincitore assoluto e 4 premi speciali.
Non so se corrisponde al vero ma mi piace pensare che dietro questa accelerazione ci sia la spinta alla crescita e al rischio di impresa che oggi non è facile trovare negli imprenditori più avanti con gli anni e rassegnati a contare ciò che c’è a fine giornata nel “cassetto”. Così poco attenti al futuro delle loro imprese. «Rossotono è diventato a tutti gli effetti, uno dei nostri maggiori asset” sottolinea Michele Sgaramella. “Oggi questo è un brand che ha il 35% di incidenza negli acquistati di salumi e di formaggi e che va a coprire buona parte degli acquisti di carne a peso variabile. Ci siamo prefissati, per il 2024 e per il 2025, l’obiettivo di fare il 70% di quota nel mercato delle carni proprio con il nostro brand».
“L’apertura dei primi due punti vendita Rossotono rappresenta un traguardo storico per Apulia Distribuzione e conferma la validità di un marchio, ampiamente premiato dai nostri clienti, in cui abbiamo creduto profondamente e che adesso siamo orgogliosi di elevare finalmente a vera e propria insegna” ha commentato Michele Sgaramella a margine dell’apertura dei primi due punti vendita indipendenti Rossotono nelle località di Bitritto e Mola di Bari.
Come ho già scritto c’è un fermento al sud nel comparto. C’è voglia di crescere spirito di iniziativa e un ritmo imprenditoriale diverso. Buon segno.