Vega era il pianeta da cui partivano i vegani per fare la guerra alla terra. Ci pensava Goldrake con Actarus alla sua guida, a tenerli a bada. Creato da Go Nagai quasi mezzo secolo fa, forse segnalava che già allora i giapponesi non li amavano più di tanto. Infatti ancora oggi, il vegetarianismo e il veganismo non sono diffusi in Giappone come in Occidente.
Le origini del veganismo risalgono al 1847 quando fu fondata la Vegetarian Society, la più antica organizzazione vegetariana esistente al mondo che ha annoverato tra i suoi dirigenti anche il Mahatma Gandhi. È all’inizio del ventesimo secolo che sul tema del consumo dei prodotti lattiero caseario che la Vegetarian Society si ritrovò divisa in due fazioni; nacque così la Vegan Society e il termine Vegan, coniato estrapolando da “Vegetarian” le prime tre lettere e le ultime due. L’esplosione vera e propria della cultura e della filosofia Vegana, e ovviamente della commercializzazione dei prodotti che la caratterizzano iniziano però nel 2010.
La cucina vegana da allora ha preso piede in tutto il mondo con un assortimento molto vasto. Lidl, in Germania si è posta un problema tutt’altro che secondario convinta che il consumo consapevole e sostenibile può essere diffuso solo se la dieta è più facilmente accessibile a tutti. Ad oggi, i prodotti alternativi vegani nella vendita al dettaglio di prodotti alimentari sono significativamente più costosi dei prodotti di derivazione animale.
Lidl, guardando alla probabile evoluzione dei consumi, ha deciso di abbinare sugli scaffali i prezzi di quasi tutta la gamma del marchio vegano Lidl-Vemondo a prodotti comparabili di origine animale. Ha recentemente annunciato che introdurrà la parità di prezzo per la maggior parte delle sue alternative vegetali agli alimenti di origine animale tramite il marchio proprio Vemondo. Di conseguenza, gran parte dei prodotti Vemondo saranno disponibili in futuro allo stesso prezzo base dei loro prodotti di confronto di origine animale.
Vemondo è stato lanciato nel 2020. L’obiettivo era ed è proporre una dieta alimentare a base vegetale. Una gamma vegana che comprende più di 100 articoli e fino a 650 prodotti vegani, a seconda della stagione e delle offerte promozionali. Saranno presenti negli oltre 3200 punti vendita disposti a fianco dei corrispettivi tradizionali. L’obiettivo non sono, ovviamente, solo i vegetariani e i vegani. L’idea è di proporre ai cosiddetti flexitariani (o semi-vegetariani) che vogliono un’alimentazione più sostenibile, un accesso ai prodotti a base vegetale senza dover pagare di più. Sempre più persone in Germania mangiano alternando le diete secondo un sondaggio dell’Associazione federale del commercio alimentare tedesco (BVLH). Il 41 per cento degli intervistati ha detto di mangiare carne solo occasionalmente mentre il 43 per cento sarebbero disposti a comprare più alimenti vegetali se fossero offerti più a buon mercato.
“Con l’adeguamento dei prezzi dei nostri prodotti Vemondo, vogliamo invitare sempre più clienti a provare le alternative a base vegetale – senza che il prezzo sia il criterio decisivo”, spiega Christoph Graf, amministratore delegato Ware di Lidl Dienstleistung GmbH Co. KG. “Solo se permettiamo ai nostri clienti una decisione di acquisto sempre più consapevole e sostenibile ad un costo equo, possiamo contribuire a plasmare la trasformazione in una nutrizione sostenibile. E questo include un dialogo attivo con i nostri partner dell’agricoltura tedesca”.
A inizio anno, Lidl in Germania aveva già fissato gli obiettivi di una strategia che punta ad un’alimentazione consapevole per offrire ai clienti uno stile di vita più maturo e sostenibile al solito prezzo basso Lidl. L’insegna tedesca basa la sua strategia anche sulle scoperte scientifiche della Planetary Health Diet, che, tra le altre cose, prevede l’incremento dell’assortimento vegetale e la trasparenza per quanto riguarda le proporzioni delle fonti proteiche animali e a base vegetale.
Gli obiettivi scientifici della EAT- Lancet Commission per un’alimentazione sana suggeriscono anche che l’adulto medio necessita di 2500 kcal al giorno. Anche se tale importo varia in base all’età, al sesso, ai livelli di attività e ai profili sanitari, il consumo eccessivo è uno spreco di cibo con costi sia sanitari che ambientali. Entro il 2030, Lidl aumenterà la quota di fonti di proteine a base vegetale in Germania, che include legumi, noci e semi, nonché prodotti alternativi vegani per carne, uova e prodotti a base di pesce, al 20 per cento. La quota di prodotti lattiero-caseari alternativi sarà aumentata al 10 per cento. Lidl in Germania è interessato a una metodologia intersettoriale per il calcolo del rapporto proteico e si impegnerà su questo.
È un’iniziativa coerente alla strategia di sostenibilità contenuta le progetto “Lidl 2030”. L’obiettivo è diventare il discount di prodotti freschi più sostenibile in Germania. Nel 2020, il retailer ha lanciato l’offensiva sul clima, ovvero misure coordinate che evitano, riducono o compensano le emissioni di CO₂ lungo l’intera catena del valore, compreso, ad esempio, il passaggio all’elettricità verde certificata al 100% proveniente da energia idroelettrica dell’UE. In questo contesto, Lidl si è posta l’obiettivo di ridurre le emissioni operative di CO₂ di circa l’80% entro il 2030 rispetto al 2019. Lidl ha riadattato e incrementato ulteriormente la sua strategia di sostenibilità 2030 negli ultimi mesi.
Gli obiettivi a breve e lungo termine definiti si baseranno sui sei temi strategici di: clima, biodiversità, risorse, commercio equo, salute e dialogo al fine di affrontare le principali sfide globali. Lidl si basa sui risultati scientifici della Planetary Health Diet, che, tra le altre cose, punta all’ampliamento dell’assortimento a base vegetale e la trasparenza per quanto riguarda le proporzioni tra le fonti proteiche di origine animale e vegetale.
Ovviamente in Germania c’è un livello di sensibilità superiore sull’argomento rispetto a noi ma la tendenza è quella. L’iniziativa di Penny (https://bit.ly/47fc07K) nel mese di luglio in tutte le 2.150 filiali tedesche della catena dove una gamma di nove prodotti, principalmente latticini e derivati della carne, è stata venduta in base al loro costo ovvero a quello che gli esperti di due università tedesche hanno ritenuto essere il loro vero costo, aggiungendo anche il loro effetto indotto sull’ambiente. Sul suolo, sul clima, sull’uso dell’acqua e sulla salute. È molto più di una provocazione. Serve per far riflettere e per far crescere il livello di consapevolezza dei consumatori tedeschi. Da noi le iniziative di sensibilizzazione sono rare e di difficile attuazione nella GDO classica. Coop e pochissime altre insegne mostrano un impegno al di là dell’avere determinati prodotti sui lineari. C’è ancora molto da fare. Ma la strada è quella.