Nell’incontro ufficiale di ieri si è finalmente materializzata la tanto attesa proposta di “rinnovamento contrattuale” di Federmeccanica. Chi si aspettava la solita strumentale presentazione limitata alle pessime condizioni del settore e alle prospettive altrettanto incerte non è stato accontentato. Ieri, secondo me, è accaduto qualcosa di nuovo che contribuirà, nel bene o nel male, a ridisegnare il sistema delle relazioni industriali nel nostro Paese. Mentre mi aspetto un “respingimento” pavloviano dalla FIOM credo che, in queste ore, in casa FIM e UILM prevalga la cautela pur nell’insoddisfazione complessiva. Non essendo presente all’incontro mi posso solo limitare ad una lettura di ciò che è presente in rete. Innanzitutto non è previsto alcun aumento automatico per tutti. Il contratto nazionale diventa il regolatore economico autentico dei minimi di categoria. Solo chi nel periodo precedente di riferimento è rimasto sotto quel minimo potrà percepire l’adeguamento salariale. Ed è questo il punto su cui i sindacati sono in maggiore difficoltà perché sostengono, a ragione, che ci si troverebbe di fronte ad un rinnovo contrattuale che, per la parte economica, riguarderebbe solo una modesto numero di lavoratori. E questo non è positivo. Per Federmeccanica, questo aspetto, va messo però in relazione con una apertura a nuove forme di adeguamento salariale aziendale legata ad obiettivi. Non è chiaro però se, questi adeguamenti avvengano attraverso forme di contrattazione, di che tipo, tra quali soggetti e con quale cadenza. Fino a qui il salario. Il punto vero di svolta è, però, sul resto. Se azienda e dipendenti, attraverso i propri rappresentanti, investono sul welfare, collaborano. Questo è il punto. E decidere di collaborare è il primo gradino verso forme più o meno ampie di partecipazione. Il fatto che la proposta venga da Federmeccanica è una novità importante e significativa. Credo che nessuno possa sottovalutarla. Si può discutere la dimensione della proposta, i suoi limiti, la sua praticabilità in decine di migliaia di imprese piccole e piccolissime. Non la novità che sottende. Non sarà un percorso contrattuale facile. Non lo sarà perché costringerà tutti i soggetti coinvolti a scoprire le proprie carte e a decidere quale strada percorrere. Per certi versi questa proposta rende già un po’ vecchia la stessa posizione di Cgil Cisl Uil sulla contrattazione. Nel migliore dei casi la mette immediatamente alla prova dei fatti. Vedremo quali saranno le reazioni.