A Cesare, ciò che è di Cesare. Lo spot di Esselunga e Banco Alimentare

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Nel 2024, il numero di famiglie in povertà assoluta è aumentato rispetto agli anni precedenti, raggiungendo circa 2,2 milioni, che corrispondono a circa 6,2 milioni di individui, pari al 10,3% della popolazione. Questi dati mostrano come la povertà assoluta sia in crescita. Le differenze geografiche sono sempre più accentuate. Al Nord Italia, la povertà assoluta incide sul 7,8% delle famiglie, mentre nel Sud e nelle Isole raggiunge il 13,8%, segno di una disparità economica ancora marcata tra le regioni del Paese. La povertà relativa, che misura le famiglie con un reddito inferiore alla media nazionale, ha raggiunto il 13% delle famiglie italiane. C’è quindi un merito, da sottolineare a prescindere, nei confronti di  tutte quelle  iniziative che consentono, come  lo spot di Esselunga  di portare il tema all’attenzione del grande pubblico.

Tutto nasce nel 1989 grazie all’incontro tra Danilo Fossati, fondatore della Star, e Monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione. L’idea del Banco Alimentare nel sogno di Don Giussani era che “potesse nascere un grande gesto educativo alla carità per milioni di italiani, qualcosa che potesse costituire una sorta di “fondo comune degli italiani”, in favore dei più bisognosi”. Eppure all’epoca, nel Banco, erano coinvolte cinque o sei persone, e una vera e propria attività organizzata non era ancora nata. Una decina di anni dopo, di fronte all’imponenza della mobilitazione popolare e delle donazioni alimentari ricevute grazie alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, Giussani dirà che finalmente è nato “il fondo comune degli italiani”».

La Colletta è il modo con cui la Fondazione aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri istituita da Papa Francesco. Il senso è “ricordare a noi stessi, ai volontari che si adoperano per renderla possibile, e quindi a tutti i nostri concittadini, che solo la gratuità, la solidarietà e il dono rendono realmente umana la convivenza civile e vincono l’indifferenza, causa vera di tante ingiustizie». E sono proprio le tradizionali “dieci righe” che si leggono prima del turno al supermercato: «I poveri acquistano speranza vera quando riconoscono nel nostro sacrificio un atto di amore gratuito […] Certo, i poveri si avvicinano a noi anche perché stiamo distribuendo loro il cibo, ma ciò di cui hanno veramente bisogno va oltre il piatto caldo o il panino che offriamo. I poveri hanno bisogno delle nostre mani per essere risollevati, dei nostri cuori per sentire di nuovo il calore dell’affetto, della nostra presenza per superare la solitudine. Hanno bisogno di amore, semplicemente. […] i poveri non sono numeri a cui appellarsi per vantare opere e progetti. I poveri sono persone a cui andare incontro». Perciò andiamo incontro a chi è più povero impegnandoci per «rafforzare in tanti la volontà di collaborare fattivamente affinché nessuno si senta privo della vicinanza e della solidarietà».

Negli anni l’opera del Banco Alimentare si è sviluppata capillarmente sul territorio nazionale con la crescita di una Rete che oggi è costituita da oltre 7.600 organizzazioni partner territoriali che, in tutta Italia, aiutano le persone e le famiglie che ne hanno più bisogno e dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus, che ne guida e coordina l’attività. Solo negli ultimi 20 anni sono stati raccolti oltre 13 milioni di pasti dalla ristorazione e sono state recuperate 95.000 tonnellate di alimenti  dai punti vendita della GDO. Solo  nel 2023 Banco Alimentare ha raccolto alimenti pari a oltre 238 milioni di pasti aiutando oltre 1.700.000 persone.

L’impegno di Esselunga è importante perché vanta radici forti nel tempo attraverso donazioni dirette e operazioni di fidelizzazione che coinvolgono i clienti (10 euro x 500 punti Fidaty) in numerose attività in diversi settori. Sul versante sociale i principali ambiti di intervento riguardano il settore della salute, della ricerca, della cultura, della solidarietà e del verde pubblico. La collaborazione con il Banco Alimentare permette all’azienda e ai suoi clienti di donare ai più bisognosi oltre 2.000 tonnellate di prodotti all’anno, che si possono stimare in oltre 4 milioni di pasti.

«Esselunga è un’azienda del territorio e, come componente di un ingranaggio più grande, funziona grazie all’aiuto di tutti», ha spiegato  il giorno della colletta, Roberto Selva, chief marketing e customer office di Esselunga. «Per noi è importante restituire alla comunità in cui operiamo parte di ciò che generiamo con il nostro business, per contribuire al suo sviluppo e al suo benessere economico, sociale e culturale». Il supporto alla Comunità passa anche attraverso progetti come Amici di scuola, il programma che dal 2015 a oggi ha permesso di distribuire a più di 13.000 scuole italiane oltre 80 milioni di euro in materiale didattico. Esselunga sostiene inoltre la ricerca scientifica e numerose iniziative di solidarietà.

Dal 2019 è partita una sperimentazione presso i negozi con l’obbiettivo di creare una diversificazione nelle referenze donate così da assicurare una dieta equilibrata alle persone che usufruiscono dei pasti. Il personale è stato formato dai colleghi della Direzione Assicurazione qualità riguardo alle caratteristiche dei prodotti ritirati dal Banco. L’azienda fornisce anche formazione ai volontari di Banco Alimentare e degli enti collegati e visita periodicamente le sedi caritative per assicurare un servizio ottimale agli assistiti.

La campagna di oggi nasce da tutto questo. Il claim “Non c’è una spesa che non sia importante. Anche quella che non fai” racconta l’impegno di Esselunga e di Banco Alimentare contro lo spreco alimentare. Il corto (https://youtu.be/6RY-dYsYqU0) realizzato dal regista Dario Fau è firmato dall’agenzia creativa di New York SMALL, la stessa della Noce e della Pesca. È visibile in tv sino al 31 dicembre.

Niente di natalizio in senso tradizionale quanto, piuttosto, un’occasione per riflettere delle buone azioni, possibili tutto l’anno. L’importanza della spesa si arricchisce quindi di un altro punto di vista,  spesso destinato a restare invisibile: quello di chi non può acquistare il cibo ma, attraverso Banco Alimentare, lo riceve in dono…

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