Skip to main content

I francesi hanno un’espressione utile in questi casi: “Reculer pour mieux voir”. Prendere una certa  distanza a volte aiuta a vedere e capire meglio la situazione. Per questo è stato giusto aspettare qualche giorno per comprendere  meglio,  prima di esprimere un giudizio che tenga conto di una serie di elementi oltre ai dati e ai commenti autorevoli che ne sono seguiti. Un dato sembra evidente. Questo gruppo dirigente Carrefour non gode di buona fama presso gli investitori. I risultati finanziari 2024 sono complessivamente positivi ma non convincono. Il Gruppo Carrefour si regge su due pilastri fondamentali. Francia e Spagna da una parte, Brasile, dall’altra. La Francia soffre, la Spagna tiene, il Brasile corre.  Il resto, Italia compresa,  ruota intorno arrancando perché la cura finanziaria imposta a livello complessivo sottrae risorse anche laddove servirebbero per accelerarne il rilancio.

Alexandre Bompard, presidente e CEO, ha dichiarato: “Il gruppo presenta solidi risultati finanziari e indicatori che confermano i forti progressi del suo piano strategico”. Dichiarazione condivisa dagli azionisti. Molto  meno da  investitori, dipendenti e subsidiaires sotto pressione. Se osserviamo il Gruppo  attraverso lenti  finanziarie, i risultati sono complessivamente buoni (visto il contesto). Ma per chi indossa occhiali commerciali (gli unici che preparano i risultati finanziari di dopodomani), il giudizio appare diverso. C’è un pessimismo di fondo. E questo è immediatamente registrato dall’andamento del mercato azionario. Chi si aspettava l’annuncio della chiusura della fase acuta dei “sacrifici” e sperava nello sviluppo deve fare i conti con una redditività inferiore alle attese e pure con prospettive deludenti per il 2025. Il Gruppo stesso ha dichiarato  una leggera crescita dell’EBITDA, del ROI e del Cash Flow  nel 2025 e ha anche annunciato il lancio di una ulteriore revisione strategica delle sue attività di fronte alle difficoltà persistenti su alcuni dei suoi mercati, con un focus particolare sulla Francia. Il vero malato del Gruppo.

Carrefour Group prevede di continuare a investire sui prezzi nel 2025 per sostenere la quota di mercato raggiunta nel 2024 e prevede un nuovo piano di risparmio sui costi di 1,2 miliardi di euro confermando la tabella di marcia strategica “Carrefour 2026”. Bompard ha aggiunto: “Il passaggio al franchising continua, le vendite di private label ed e-commerce stanno crescendo e il gruppo ha raggiunto il 111% del suo obiettivo di indice CSR”. La mia personalissima impressione che  ad Alexandre Bompard difficilmente verrà rinnovato il mandato che scade nel 2026. Sempre che non succeda nulla prima. Il  giudizio complessivo del mercato sulle prospettive del Gruppo non lo premia. Ha messo mano ai costi, ha arrestato la caduta, ha rilanciato la reputazione sui media. Ha riportato Carrefour nel salotto buono. Difficile dimenticare  che quando arrivò alla guida, nel 2017, trovò un ex “testa di serie” europea in gravi difficoltà, la cui crescita era stagnante e la quota di mercato diminuiva di anno in anno. Il marchio, che fino a qualche anno prima era ancora leader del settore, con una quota di mercato superiore al 24% e un vantaggio di sette punti sul suo inseguitore nel 2010, aveva appena perso la sua posizione di leader a favore di Leclerc.

Per rimettere in sesto Carrefour, Bompard gli ha però imposto uno shock competitivo con forse in testa  l’obiettivo, condiviso con gli azionisti, di cedere l’azienda (Couche Tard) o di inserirla in un progetto che qualcuno ha pomposamente definito di “Wal-Mart francese” (fusione con Auchan). Non è certo mancata da parte sua una visione del futuro. In un primo piano strategico lanciato nel 2018, ha spronato Carrefour a diventare “il leader mondiale nella transizione alimentare”. In parallelo ha imposto un importante piano di razionalizzazione, con l’obiettivo di generare 2 miliardi di euro di risparmi in due anni puntando ad una profonda riduzione dei costi. La cura di austerità ha continuato a produrre risparmi (circa un miliardo di dollari all’anno). Carrefour ha implementato investimenti sui prezzi nel 2024 per soddisfare le richieste dei consumatori, accelerare la trasformazione digitale ed espandere i prodotti a marchio Carrefour. Una scommessa che solo in parte ha funzionato.

E la cura complessiva, sia in Francia che altrove, sembra funzionare sui conti ma rallenta ogni ipotesi di rilancio sul piano commerciale. Carrefour France ha aumentato il numero di punti vendita affidati in franchising e in gestione tramite leasing. Anche il numero di negozi che probabilmente effettueranno il cambio nel 2025, pari a 39, è in linea con gli anni precedenti, dopo 37 negozi di cui 16 ipermercati nel 2024 (41 negozi di cui 16 ipermercati nel 2023, 43 negozi di cui 16 ipermercati nel 2022, 47 negozi di cui 10 ipermercati nel 2021). In totale, secondo il sindacato francese CFDT, da quando Alexandre Bompard ha assunto la direzione del gruppo, “344 punti vendita (95 ipermercati e 249 supermercati) sono stati venduti ad acquirenti e più di 27.000 dipendenti hanno lasciato il lavoro” come Carrefour passando ad altri imprenditori.

La visione finanziaria e la visione commerciale hanno preso strade diverse. Purtroppo i dati di chiusura lo confermano. Il valore delle azioni è sceso del 13,6% in tre mesi e del 17% lo scorso anno, registrando una delle dieci peggiori performance nel CAC40 (Cotation Assistée en Continu) l’indice che comprende i 40 titoli francesi o esteri a maggior capitalizzazioni quotati presso la sede parigina di Euronext. Carrefour ha registrato una crescita delle vendite per l’intero anno del 9,9% “like for like” a 94,6 miliardi di euro, mentre l’EBITDA rettificato è cresciuto dell’1,7% a 4,6 miliardi di euro. Pesano le performance commerciali del mercato interno francese. La Spagna progredisce del +1,8% in LFL (-0,2% sull’anno), con una crescita delle vendite sia nel settore alimentare che in quello non alimentare, e la Romania progredisce del +1,4% (+1,2% LFL sull’anno).

In Italia (-0,6% LFL nel Q4 e -2,6% nell’anno con ricavi per 4,18 miliardi di euro, Carrefour presenta risultati in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti. Il lavoro di Christophe Rabatel della sua squadra sta funzionando. Il punto è che il Gruppo non sembra sostenerne adeguatamente lo sforzo di rilancio e questo ne rallenta la velocità di ripresa. La Polonia ha registrato un calo del -2,3% nel quarto trimestre e del -3,0% nel corso dell’anno. L’America Latina ha registrato ancora una volta la crescita più forte (+25,6% nel quarto trimestre, +38,1% nell’anno). In Brasile la crescita è stata del +6,0% e in Argentina, Paese colpito dallo shock economico imposto da Javier Milei, la progressione è stata a “triple cifre”: +111% nel quarto trimestre, +176% per l’intero anno 2024. La società ha inoltre posto fine ai riacquisti di azioni proprie, adducendo come motivazione la tassazione di questo tipo di rendimento per gli azionisti in Francia. Decisione per certi versi  “razionale” seppure un annuncio che potrebbe “deludere gli azionisti”. Contemporaneamente il gruppo ha deciso di acquisire tutte le azioni della sua filiale brasiliana. Il gruppo detiene oggi il 67,4% di Carrefour Brasile e intende salire al 100% nell’ambito di un’offerta pubblica di acquisto. Il Brasile è il secondo pilastro del Gruppo, insieme al blocco Francia-Spagna. Luci e ombre, quindi. Soprattutto sembra mancare la fiducia necessaria sull’attuale  gruppo dirigente della multinazionale francese. È quindi, a mio parere,  tempo di decisioni.

Lascia un commento