Mettere come ha fatto Federmeccanica, al centro del rinnovo del CCNL dei metalmeccanici un nuovo approccio sull’inquadramento è un segnale importante ma contemporaneamente un azzardo anche perché la classificazione dei lavoratori pur essendo puntualmente richiamata ad ogni rinnovo non è più materia di negoziazione sindacale da molti anni. Raggiunto l’inquadramento unico il sindacato ha spinto verso l’alto fino a quando ha potuto le negoziazioni nelle aziende ma a un certo punto si è dovuto fermare perché il sistema ha trovato un suo equilibrio oggettivo.
Va però sottolineato che quella è stata anche la stagione migliore per la contrattazione aziendale perché ha coinciso con la capacità del sindacato di fare sintesi tra le esigenze collettive e quelle individuali contendendo almeno in parte alle imprese l’esclusivo diritto di scelta. Una stagione nella quale, per il sindacato, il livello di inquadramento aveva a che fare con la mansione assegnata, la prevalenza del tempo collegato ad essa, la similitudine con altri colleghi. Al contrario per l’azienda che puntava alla qualità della prestazione individuale pur a parità di mansione per fare la differenza. Soprattutto nella parte più alta dell’inquadramento.
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