C’è qualcosa che non mi convince nella riflessione di Angelo Panebianco (http://bit.ly/2RyoNf4). Innanzitutto i termini che vengono utilizzati per identificare un perimetro elettorale appartengono ad una cultura politica che li riteneva distinti e, per certi versi distanti, in una fase dove, comunque, il centro democristiano li inglobava tutti o quasi nel proprio sistema solare.
A sinistra c’erano i comunisti e poi, via via, i loro discendenti con le varie nuance, a destra il movimento sociale. Anch’esso con varie filiazioni successive niente affatto moderate. Tolto i radicali di Pannella e Bonino che cercavano faticosamente di mantenersi fuori, liberali, moderati, partito della spesa pubblica e rigoristi si sono mossi spalla a spalla. Un’area elettorale litigiosa unita solo dal non volere né i comunisti né l’estrema destra.