Ci sono due regole non scritte nelle trattative sindacali ai diversi livelli che i rispettivi negoziatori dovrebbero sempre ricordare. Mai spingersi in situazioni senza vie d’uscita è la prima regola. La seconda è che il negoziato in sé deve essere complessivamente più conveniente della semplice imposizione della propria volontà e strategia (nel breve o nel lungo periodo). Altrimenti non serve negoziare.
Nella GDO ci sono alcuni evidenti elementi ostativi al negoziato nazionale che si dovrebbe aprire sul fronte Confcommercio. Il primo riguarda l’aver accettato nel rinnovo precedente, da parte sindacale, la richiesta di Federdistribuzione di avere un proprio contratto nazionale in dumping minando così la rappresentatività negoziale della confederazione. Quel contratto, oggi scaduto, ha determinato un elemento di sperequazione tra imprese in competizione sullo stesso mercato difficile (pur non impossibile) da superare. E non ha impegnato affatto Federdistribuzione ad una maggiore disponibilità sui rinnovi futuri. Una classica situazione senza via d’uscita.
L’altro elemento, affatto secondario, è rappresentato sia dal percorso che dalle code dell’operazione di acquisizione dei PDV di Auchan Retail da parte di Conad. Una parte del sindacato di categoria ha pensato possibile sottrarsi al negoziato come reazione alla intransigenza del Consorzio impegnato a progettare e portare a termine il passaggio dei punti vendita dell’azienda francese per distribuirli e integrarli nelle sue 5 Cooperative principali e ai diversi partner commerciali coinvolti dall’intervento dell’antitrust.
Un’intransigenza uguale e contraria messa in campo non supportata però né da rapporti di forza favorevoli né da una strategia lungimirante. Tanto da rendere evidente l’inutilità del negoziato per il Consorzio alle condizioni pretese. E questa autoesclusione ha portato con sé due inevitabili effetti negativi. Ha reso irrilevante l’interlocuzione dell’intero sindacato di categoria nel processo di riorganizzazione e di rilancio di Conad, principale azienda del comparto anche di chi, come la Fisascat CISL, ha cercato in tutti i modi di governarne gli effetti e le ricadute principali. Contemporaneamente questa vicenda pesa, inutile nasconderlo, sul rinnovo del CCNL. Innanzitutto quello gestito da Confcommercio a cui Conad ha da poco aderito e, a cascata, tutti gli altri CCNL scaduti che restano inevitabilmente in attesa.
Leggi tutto “Grande Distribuzione. Perché il CCNL rischia di non rinnovarsi tanto presto…”