Le discussioni recenti sui processi di delocalizzazione coinvolgono poche imprese industriali. Situazioni politicamente rilevanti sul piano locale ma assolutamente marginali sul piano generale. Sufficienti però a scatenare polemiche inconcludenti quanto inefficaci tese a contrastare un fenomeno che ha ragioni profonde. O proposte di legge elaborate per restare in un cassetto perché destinate a produrre più danni di quelli che si vorrebbero evitare.
A volte si semplifica assegnando al termine “delocalizzazione” un significato semplicemente negativo perché legato a ciò che provoca in termini occupazionali alla realtà che chiude dimenticando che le imprese, se coinvolte in processi di internazionalizzazione della catena delle forniture restano competitive solo se inserite in catene globali di produzione.
E questo le spinge non solo ad operare sul piano dei costi e del superamento di burocrazie e vincoli legislativi locali ma a concentrarsi, attingere alle migliori risorse, a sistemi scolastici collegati, ai mercati di sbocco e di approvvigionamento più profittevoli, a nuove tecnologie di prodotto o di processo.
Leggi tutto “Delocalizzazioni e politiche attive. Una discussione partita con il piede sbagliato…”