Nell’epoca dei social era prevedibile che un vicenda come quella riguardante l’operazione Auchan/Conad coinvolgesse un dibattito in rete molto ampio. I tempi dei social, però, non sono quelli del business. E nemmeno quelli delle trattative sindacali.
Ai miei post registro migliaia di lettori. Soprattutto su LinkedIn. Timori e preoccupazioni travalicano i tradizionali strumenti di comunicazione delle parti e quindi il rischio di destabilizzazione è molto forte. Tanto più che la comunità coinvolta tra occupati e contesto raggiunge numeri ragguardevoli. Il problema è che in rete prevalgono le semplificazioni. E, come è noto, quando si semplifica un tema complesso, le conclusioni sono generalmente errate.
Da un lato c’è chi ha già capito come andrà a finire e quindi scrive delle corbellerie. Dall’altro chi pensa che Conad abbia già tutte risposte ma le tenga coperte per sua convenienza. In mezzo sottolineature o digressioni su singoli aspetti della questione.
Il prezzo pagato (tanto per alcuni e poco per altri), la fine o il ridimensionamento della sede centrale, il tema delle sovrapposizioni, il ruolo degli ipermercati (dove alla competenza degli uomini di Auchan, oggi destabilizzati, si sommerebbe l’inesperienza di Conad), il tema degli affiliati, la “fuga dei cervelli” e, infine, il timore degli esuberi e quindi delle prospettive di lavoro. Leggi tutto “Conad/Auchan. Le reazioni della rete e le quattro sfide…”