Non era mai successo che il mondo delle imprese fosse così preoccupato alla vigilia di una legge finanziaria. E’ vero che, per ora, le notizie che filtrano sono generalmente volute e pilotate per sondare le reazioni ma il quadro complessivo resta preoccupante.
Condoni, nuove tasse, patrimoniale sulle pensioni alte accompagnano in sottofondo e compensano gli interventi più mediatici. Quelli che hanno caratterizzato la campagna elettorale.
E’ chiaro che una coalizione così eterogenea come quella uscita dalle urne il 4 marzo vanta, comprensibilmente, priorità in conflitto tra loro sia nell’efficacia proposta che in termini di costo per la collettività.
Ma quello che preoccupa le imprese è che, mentre i risultati contenuti nelle promesse elettorali non aiutano né la ripresa né il lavoro, il rastrellamento di risorse, necessario per consentirne la spendibilità politica e mediatica, rischia di provocare un aggravio d costi e nuovo piombo alle ali.
L’aumento dell’IVA è l’incognita principale. Ed è singolare che ci si trovi quasi costretti ad accettarne, almeno concettualmente, una sua “rimodulazione” per evitare un risultato ben più pesante.
Così la realtà viene edulcorata con nuove parole, slogan soavi nella forma ma ben più preoccupanti nella sostanza, proposti come risolutivi e positivi che rischiano di confondere l’opinione pubblica. “Rimodulazione dell’IVA”, “pace fiscale”, “domeniche in famiglia”, “decreto dignità”, “quota 100”, “spazza corrotti” e via discorrendo ci preparano ad un futuro prossimo che rischia di essere ricco di incertezze e preoccupazioni soprattutto per chi è obbligato a fare i conti non fermandosi al fascino diabolico delle parole. Leggi tutto “Ma un impresa può aver paura del Governo?”