Conad/Auchan. La priorità è oggi l’accordo sindacale e il ricollocamento comunque e ovunque..

Il direttore generale di ANCD Sergio Imolesi è stato chiaro su questo punto nell’audizione parlamentare. Conad sosterrà con pari importo il contributo messo a disposizione delle regioni alle imprese che assumeranno esuberi di Auchan (oggi Margherita distribuzione).

Personalmente ho scritto fin dall’inizio che sarebbe stato più importante sostenere economicamente i ricollocamenti possibili piuttosto che indennizzare  i licenziamenti. In questi mesi si è però dimostrato necessario lavorare su entrambi i fronti.  Le regioni possono fare molto in termini di moral suasion.

L’auspicato accordo sindacale dovrebbe definire le regole di ingaggio. In altre parole come individuare le posizioni aperte, come certificare l’incontro tra domanda e offerta, le condizioni, i termini dei rifiuti e le conseguenze. Conad con la decisione di sostenere economicamente completa le diverse opportunità da mettere a disposizione.

È importante definire le regole, il sistema di incentivazione collegato, le verifiche e, a mio parere, un gruppo di lavoro misto che dovrà gestire le possibili contraddizioni. Quindi le carte cominciano a vedersi sul tavolo. Incentivi a chi dà le dimissioni spontaneamente, ricollocamento nell’universo Conad, ricollocamenti verso terzi che acquisiscono punti vendita o spazi negli ipermercati, ricollocamenti esterni comunque intesi. A disposizione il 2020.

E i ricollocamenti esterni riguardano tutti i soggetti economici che, a vario titolo, possono contribuire alla soluzione del problema occupazionale per quella parte di lavoratori che per professionalità (vedi le sedi) o per eccessiva concentrazione di punti vendita o preesistenti gravi problematiche (vedi regioni del sud e isole) si trovano in situazioni particolarmente svantaggiate.

In questo contesto fa un certo senso il silenzio assordante di Auchan e delle sue aziende presenti sul territorio nazionale che, a mio parere, avrebbero tutto l’interesse a proporsi. Auchan in quanto tale, sia chiaro, ha tutto il diritto di defilarsi e irritarsi per questa chiamata in campo. Ha ceduto l’azienda e con essa le responsabilità sul personale. Ma qui il problema è un altro.

Alle regioni che dovessero chiedere conto, ad esempio, a Leroy Merlin, del perché si sottrae dal considerare potabili eventuali candidature di ex Auchan, quest’ultima non avrebbe alcun titolo per nascondersi dietro accordi sottoscritti  da un’altra ragione sociale pur dello stesso gruppo. Quindi le contraddizioni che queste aziende dovranno gestire sono evidenti e difficilmente evitabili. Tanto varrebbe affrontarle proattivamente.

La petizione lanciata tre mesi fa da un gruppo di dipendenti  (http://bit.ly/39bHbST) ripresa  anche da Manageritalia che l’ha rilanciata chiede in fondo solo questo. Impedire addirittura la possibilità per quei lavoratori di candidarsi è un segnale che sfiora la provocazione.

Non tanto nei confronti di Conad che se non potrà individuare soluzioni per tutti procederà con ciò che la legge le consentirà di fare quanto nei confronti proprio dei suoi ex collaboratori che non hanno alcuna responsabilità e che vedono nel ricollocamento comunque e dovunque l’unica chance per continuare a lavorare.

Se togliamo chi auspica e purtroppo lavora (dall’interno o dall’esterno) per il fallimento di questa acquisizione, ogni posto possibile per chi non ha soluzione e non può accedere agli incentivi dovrebbe essere accolto come una buona notizia.

Il fatto che la riduzione degli esuberi coincida con gli obiettivi di Conad, del Sindacato e di quella parte dei lavoratori più esposti dovrebbe sensibilizzare tutti. Anche chi ha scelto di cedere l’impresa. Per questo non capisco l’inutile resistenza a procedere in questa direzione.

E adesso è scesa in campo anche la CFDT in Francia che appoggia la petizione (http://bit.ly/2vyB8cn) e chiede che il gruppo Auchan risponda positivamente alla richiesta dei lavoratori italiani. In Francia è normale che i piani sociali comportino parziali assorbimenti infragruppo. È evidente che questa rigidità da parte di aziende della galassia Auchan  che non c’entrano nulla con l’operazione di cessione gioca contro l’immagine del gruppo francese nel suo complesso. Eppure basterebbe poco più di un segnale. Io non dispero.

Conad ha delle responsabilità evidenti e precise di cui si dovrà fare carico. Se però c’è un dato incontrovertibile in ogni ristrutturazione è che c’è un tempo per discutere e uno per decidere. Il primo ha un timer innescato dalla procedura. Il secondo è legato al piano industriale e al mercato.

“Ogni cosa alla sua stagione” titola un bellissimo libro di Enzo Bianchi ex Priore di Bose. E questa, è la stagione dell’accordo. Personalmente non ho mai tifato per le scelte unilaterali. Ho condiviso fin da subito l’operazione, la sostengo ma ritengo sbagliato procedere da soli. Per  quello che posso, spingo  perché ci sia un accordo condiviso con il sindacato. Tanto più in progetti così complessi, ancora tutti da consolidare e che coinvolgono la principale realtà della Grande Distribuzione italiana. 

4 risposte a “Conad/Auchan. La priorità è oggi l’accordo sindacale e il ricollocamento comunque e ovunque..”

  1. Buona sera Mario, volevo sapere il suo pensiero sull’atteggiamento di una parte minoritaria del 315 quadri in forza attualmente a Margherita Distribuzione Spa.
    Grazie.

    1. Non capisco lo scopo della domanda ma provo comunque a rispondere. So che i quadri hanno chiesto il coinvolgimento di Manageritalia per rappresentare una voce specifica nel negoziato. Il numero degli iscritti in questa categoria raccolto da Manageritalia è sensibilmente più alto di quelli dichiarati da CGIL, CISL e UIL. Quindi il mandato è significativo. Non credo sia in alternativa o in contrapposizione al sindacato confederale ma integrativo su problematiche specifiche. Personalmente ritengo il middle management di Auchan meritevole di essere ascoltato e considerato da Margherita distribuzione. Manageritalia ha condotto una difficile trattativa per i dirigenti Auchan che ha trovato riscontro positivo nella maggioranza di loro. Credo che possa dare anche sui quadri un contributo decisivo. Sono convinto che in questa fase finale del negoziato le diverse istanze devono trovare una sintesi che risponda alle esigenze di tutte le categorie coinvolte.

  2. Non era una domanda che aveva uno scopo.
    Grazie per la risposta.
    Non capiamo (noi umani) il perché codesta categoria di impiegati dovrebbe avere un trattamento speciale. Sembra di capire che vogliono la botte piena (agevolazioni e aumenti del CCNL senza esporsi per non fare brutte figure) e la moglie ubriaca (trattamento di miglior favore in fase di procedura di mobilità).
    Non sto a giudicare l’operato nella società ex Auchan, ma dai commenti dei subalterni non si è avuta l’impressione che fossero dei bravi capi. Per esperienza personale posso dire che molti pensavano a fare belle figure bei confronti dei dirigenti loro superiori, piuttosto che fare il bene dell’azienda. Sapevano solo dire di si. Non me ne vogliano i quadri che hanno lavorato con spirito di servizio e si sono comportati bene con i loro subalterni.

    1. Non sono loro ma è il il codice civile (art. 2095) che prevede 4 categorie di lavoratori subordinati: dirigenti, quadri, impiegati e operai. I quadri sono una categoria specifica. Non sono “impiegati”. E quindi la loro richiesta di specificità è legittima. Esattamente come quella dei dirigenti. Sarà poi il negoziato a concedere o meno lo spazio per le diverse entità. Sui singoli comportamenti non mi posso pronunciare. In tutte le aziende c’è “grano e gramigna”. Auchan non è certamente diversa.

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