Milano sta accelerando. Dall’Expo alle Olimpiadi invernali che attendono la città, ha sempre saputo interpretare nuove traiettorie. Anche nell’alimentare. L’accordo tra Fiera di Parma e Milano per una gestione armonizzata delle due manifestazioni dedicate al settore agroalimentare ovvero Cibus e Tuttofood ne testimoniano la vitalità. L’azione combinata delle due fiere leader in Italia metterà in campo un nuovo soggetto in grado di competere a livello europeo, specializzando le due manifestazioni: Cibus Parma vetrina fondamentale del Made in Italy alimentare e dei suoi territori, Tuttofood Milano piattaforma globale e innovativa per il food&beverage di tutto il mondo.
Presto decollerà Foody, il Mercato Agroalimentare di Milano, che rappresenterà un polo di attrazione per aziende e professionisti italiani e internazionali della filiera agroalimentare e punto di riferimento della tradizione e dell’eccellenza del “Made in Italy” nel mondo. Mancano solo due “perle”: la scuola di Alta Cucina di Parma nel cuore di quella che viene definita la Food Valley del nostro Paese intenzionata ad aprire presto una importante sede secondaria a Milano e FICO. Quando Oscar Farinetti si stancherà di “giocare” in quel di Bologna potrà trovare nel capoluogo lombardo un approdo sicuro e redditizio. Le aree non mancano. Una città in continuo cambiamento quindi non poteva lasciare indietro la distribuzione commerciale grande e piccola nelle sue differenti proposte. I consumatori fortunatamente non sono tutti uguali.
Da un lato avanzano discount e piccoli negozi di vicinato mentre le grandi superfici sono in una fase di ripensamento, dall’altro la qualità e la consegna a domicilio di realtà come Cortilia e Humamy, per citare due aziende che fanno del mangiare sano la loro caratteristica principale. In mezzo ogni insegna della GDO si attrezza e gioca le sue carte mentre i “mercati del contadino” che servono o si avvicendano a scadenze fisse nelle diverse zone della città e l’apertura di punti vendita di fascia alta rispondono alle diverse esigenze di reddito, di gusto e di rapporto con il proprio cliente di riferimento.
Non c’è solo l’ossessione per promozioni e sconti finalizzati a sostenere quella parte dei consumatori, soprattutto a reddito fisso che l’inflazione, colpisce pesantemente. La GDO sta tenendo a fatica il punto e contemporaneamente sostiene tutte quelle iniziative che cercano di aiutare chi resta indietro. Dal Banco Alimentare alla lotta allo spreco, agli sconti sulla merce vicino alla scadenza. Milano è al centro anche in questo.
Dall’altro c’è la volontà di trovare la risposta giusta segmentando la potenziale clientela che non è tutta uguale. Su questo la marca del distributore premium cresce e sottolinea una differenza. La città è pronta per questi cambiamenti. C’è sia la ricerca sia della convenienza che della qualità. Lo stesso “Viaggiator Goloso” aveva segnalato la bontà di quella strada nel 2015 prima come temporary store e poi “crescendo e moltiplicandosi” nella città e nell’hinterland traducendo sostanzialmente in un linguaggio accessibile le intuizioni di Farinetti (senza mai dimenticare però volumi e convenienza) ma, com’era prevedibile, queste traiettorie non hanno lasciato indifferenti nel tempo i competitor più sensibili al servizio e alla qualità dell’offerta. Si è capito così che Milano era pronta da tempo al cambio di passo.
La Marca Del Distributore di fascia premium pur con nomi di fantasia si è insediata nelle diverse insegne. In alcuni casi, ha preso la sua strada. I più attenti hanno capito che la convenienza era ricercata da molti consumatori ma c’era anche una fascia medio alta che cercava altro. Negozi non eccessivamente grandi, concentrati nell’offerta, veloci da percorrere e dove la qualità fosse di casa. Dov’è è possobile consumare sul posto o farsi un aperitivo. O farsi consegnare a casa i prodotti ad un prezzo conveniente. Esselunga da leader in città non si è fatta attendere. Prima con la Esse ma soprattutto con il negozio in via Spadari “Eccellenze Esselunga” è scesa in campo con le sue produzioni. Chi l’ha vista come un potenziale concorrente di Peck non conosce Milano e i milanesi. Peck non può essere un concorrente. Resta su un altro pianeta. Ma può fare da traino.
Adesso è arrivato Banco Fresco che dalla provincia ha deciso di anticipare tutti ed ha aperto da poco il suo negozio milanese “Fresh”. Un format che mette a disposizione della clientela oltre 3.000 referenze tra ortofrutta, cuore centrale dell’offerta, macelleria, salumeria, pescheria e panetteria. All’interno è presente anche il bar caffetteria, aperto dalla colazione fino a sera. In più, è prevista la consegna a domicilio della spesa in sole tre ore. Una bella novità per la città. In via Moscati, a pochi passi da Corso Sempione. È anche il primo della nuova linea di supermercati di prossimità. Fresh è ovviamente tarato sui cittadini del centro, per le pause pranzo, per le spese veloci con un assortimento studiato. Raccoglie il testimone da Erbert i cui prodotti di gastronomia continueranno a essere disponibili anche in Fresh arricchendone l’offerta. Freschissimi e ortofrutta (soprattutto frutta) sono il futuro della GDO.
Carrefour, l’altra grande insegna presente a Milano che sta ridisegnando il suo posizionamento nel nostro Paese non poteva essere da meno. Ad un passo dallo store di viale Bezzi, in Piazza De Angeli nel cuore di una zona altrettanto interessante arriva il flag store “Terre d’Italia” la marca Carrefour di fascia alta presente in ogni punto vendita della multinazionale francese e che che ne qualifica e traina le esportazioni nel mondo. Uno shop pilota sul modello Esselunga (MDD+Elisenda) dedicato alla vendita e al consumo rapido di prodotti a marchio. La differenza? Esselunga promuove sé stessa. Carrefour va oltre e offre una vetrina ai prodotti italiani. E lo fa proponendo vini per tutte le tasche da consumarsi sul posto per un aperitivo o per un momento di convivialità accompagnando il tutto con una scelta di prodotti regionali da portare a casa.
Multinazionale importantissima per le nostre esportazioni e per la sua presenza in Filiera Italia. Carrefour è stata tra le prime aziende della GD a proporre prodotti tipici locali confezionati con il marchio Terre d’Italia. Marca premium di Carrefour pensata per i clienti che ricercano prodotti autenticamente tipici, frutto della nostra tradizione regionale. Terre d’Italia propone prodotti agroalimentari regionali, rispettosi della tradizione per disciplinare, come Igp, Dop, Pat, per ricette e metodi di lavorazione.
I fornitori sono principalmente piccole realtà produttive ubicate nella territorio di origine del prodotto, scelti con l’obiettivo di salvaguardare, valorizzare e preservare nel tempo il carattere artigianale o semi industriale del processo produttivo. Questa apertura in piazza De Angeli è, di fatto, una startup che però guarda lontano. Non solo in Italia. Mi ricorda il lancio di “Standa La casa degli italiani” allora già nel gruppo REWE, a Colonia dove vivono migliaia di immigrati italiani. Fu un grande successo. Terre d’Italia è un brand che può arrivare dovunque nel mondo dove c’è la multinazionale francese. A Milano Carrefour dunque anticipa, sperimenta e offre un nuovo formato, il quinto, che guarda lontano. Pronta a crederci fino in fondo.
Al sud Decò (e non solo) sembra muoversi nel medesimo solco. Arena e Messina staccano i concorrenti puntando anche sulla MDD. Ci ritorneremo presto. L’intero sud merita un approfondimento specifico perché a mio parere le vere novità per il futuro della GDO nazionale verrano anche da lì. Per ora tre aziende della GDO escono dagli schemi e cercano, a Milano, di leggere con occhiali diversi, il mercato e le sue nuove traiettorie possibili. Finalmente qualcosa si muove.
(in collaborazione con Retail&Food)