Grande distribuzione. Eurospin presenta il bilancio di sostenibilità 2020

Le arance “navel” vengono vendute a 0.99 centesimi dall’ortolano sotto casa mia in Ripa di Porta Ticinese a Milano. E non serve né essere suoi clienti né comprarne due chili. A 0.99 centesimi da lui compri quasi tutta la frutta. E pure diverse verdure. Trovi  prezzi simili sui prodotti ortofrutticoli in altri supermercati blasonati. Nessun critico  però ha niente da dire. Anzi.

Se lo fa Eurospin  per una sola settimana scatta la reazione pavloviana che denuncia il contraccolpo provocato al comparto agricolo nazionale, la  scarsa redditività dei prodotti e quindi, per simpatia, la responsabilità dell’intera GDO. Eurospin diventa così il simbolo di tutti i mali dell’agricoltura nazionale. Oggi le arance, ieri le fragole e l’uva da tavola. In estate tocca all’anguria.

“In questi anni le aste hanno costretto i produttori a competere selvaggiamente per assicurarsi il contratto con la catena di distribuzione, in una guerra che spinge i prezzi verso il basso e scarica i suoi effetti dannosi sugli ultimi anelli della filiera, cioè agricoltori e braccianti” ha sostenuto Fabio Ciconte. Il meccanismo delle aste rappresenta, secondo lui, il cuore di un problema più complessivo, quello dei rapporti sbilanciati tra lavoratori e produttori agricoli, industrie e canali di distribuzione.

Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato il Decreto Legislativo che attua la Direttiva Europea del Parlamento e del Consiglio Ue in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare. Quindi adesso il problema dovrebbe essere in via di superamento. Caporali, flussi migratori relativi, e sfruttamento feroce e disumano dovrebbero subire un conseguente ridimensionamento  da questa legge. Chiunque conosca il problema e la sua genesi sa benissimo che non sarà così.

L’illegalità è un portato di problemi strutturali che sono radicati in una parte del mondo agricolo. Per certi versi l’aver voluto individuare una giustificazione consolatoria nel comportamento della GDO ha indicato una soluzione pur doverosa e importante ma tutt’altro che sufficiente. E lo vedremo nelle prossime campagne di raccolta dei prodotti agricoli nazionali.

Eurospin può precisare, come nel caso delle angurie, che “alla filiera agroalimentare è stato corrisposto il giusto prezzo e che la differenza di valore rispetto al prezzo di acquisto è stata messa da Eurospin per i suoi clienti”. Non serve a nulla. Le lobby si scatenano comunque e, buona parte dei concorrenti, tentano di sottrarsi alla gogna mediatica, scaricando sull’insegna reproba tutte le responsabilità, vere o presunte. Eurospin dunque finisce puntualmente dietro la lavagna nonostante non sembri affatto preoccupata.

Ho già scritto su questa importante realtà della GDO (https://bit.ly/3zEfDlQ). Mi ero ripromesso di ritornarci perché un’azienda italiana che tiene testa ai discount tedeschi che sono primi in Europa non la si può liquidare con la puzza sotto il naso. L’occasione è data dalla presentazione del loro bilancio di sostenibilità 2020 (https://bit.ly/3pqPDqQ).

Partiamo da un dato indiscutibile e affatto scontato, visti i tempi. I discount in generale e Eurospin nello specifico applicano i contratti nazionali firmati dalle organizzazioni datoriali più rappresentative. Eurospin applica integralmente quelli firmati da Confcommercio sia per i dirigenti,  i quadri e la totalità dei collaboratori. Fondi compresi. Non tutti gli “apprendisti giudici” con il ditino alzato delle altre insegne possono dire altrettanto delle realtà appartenenti al loro perimetro.

Eurospin è un’azienda interamente italiana conta 1.200 punti vendita, più di 15.000 dipendenti con un fatturato che nel 2019 si è attestato intorno ai 7 Miliardi di euro. Eurospin Italia SpA è una holding in cui sono presenti le funzioni di acquisto, marketing, logistica, espansione, progettazione, amministrazione, controllo di gestione, ricerca e sviluppo, risorse umane. Lo sviluppo immobiliare e le vendite sono invece in capo a 5 società operative presenti sul territorio italiano, A queste si aggiunge Eurospin EKO, che opera in Slovenia ed Eurospin Hrvatska per la Croazia.

Nel corso del 2020 sono state assunte 2.922 persone, in aumento del 13% rispetto al 2019, anche per effetto dell’apertura di nuovi punti vendita. Il 47% uomini e il 53% donne. L’88% dei dipendenti è assunto con contratto a tempo indeterminato (erano il 91% nel 2019) e il 55% ha un contratto full time. (Dati presi dal bilancio di sostenibilità 2020). Dal 2019 Eurospin collabora con l’Università di Verona per la promozione di tirocini di formazione ed orientamento in impresa.

Tutti i lavoratori sono iscritti all’ Ente di Assistenza Sanitaria Integrativa del Commercio, del Turismo e dei Servizi e dei Settori Affini (Fondo Est); inoltre, i quadri sono iscritti alla Cassa Assistenza Sanitaria Quadri (Qu.A.S) e i dirigenti al Fondo Assistenza Sanitaria Dirigenti Aziende Commerciali (FASDAC). Aggiungo che, nel mese di marzo, Eurospin  ha attivato, per tutti i dipendenti, una polizza assicurativa Covid-19 che prevede un’indennità da ricovero e un’indennità da convalescenza, oltre che servizi aggiuntivi quali l’invio del medico a domicilio, una figura dedicata alla collaborazione domestica e la consegna della spesa a domicilio.

Durante l’emergenza sanitaria, Eurospin ha erogato un contributo straordinario sotto forma di un Buono Spesa Eurospin del valore di 50 Euro per il personale nei punti vendita e del valore di 100 Euro per tutti i dipendenti del Gruppo. Poca cosa è vero visto l’impegno profuso dai collaboratori ma non tutte le insegne della  GDO lo hanno fatto. Sotto questo piano direi un’azienda non certo più criticabile di altre.

Veniamo al punto dolente. Il rapporto con i fornitori. Dal bilancio di sostenibilità Eurospin dichiara di utilizzare un metodo di selezione piuttosto severo. Da quello che si legge i fornitori che vogliono lavorare con l’azienda devono accreditarsi attraverso un portale telematico. Le polemiche che accompagnano questo punto sono sempre state al calor bianco. Pressioni sui fornitori e aste al doppio ribasso che Eurospin nega di praticare e i suoi detrattori  le imputano. Vedremo se la nuova legge rappresenterà concretamente lo strumento idoneo per superare questo aspetto importante.

Le tensioni tra fornitori e GDO sono una costante e riguardano diverse realtà. Non tutte le insegne sia chiaro. Ci sono insegne che con i fornitori costruiscono e coltivano rapporti che durano nel tempo di reciproca soddisfazione.  E questa a mio parere resta la strada maestra. Fornitori, collaboratori e clienti sono il  vero capitale di un’azienda della GDO.

Con questo bilancio di sostenibilità Eurospin si assume la responsabilità di tracciare un profilo aziendale tutt’altro che fragile su questo argomento. A mio modesto parere sarebbe inutile e controproducente dichiarare altro che non la verità. Questo documento, al contrario, presenta un’azienda moderna, impegnata nell’innovazione e nella sostenibilità, rispettosa dei propri collaboratori e interprete attenta delle esigenze dei suoi clienti. E tutt’altro che sulla difensiva.

I discount, non solo in Italia, sotto questo punto di vista continuano a marciare ad un’altra andatura rispetto alla GDO tradizionale. Esopo nella favola della lepre e della tartaruga ci dà due importanti insegnamenti: il primo è che non bisogna mai sottovalutare gli altri avendo la presunzione di essere migliori, il secondo è che i traguardi si raggiungono con calma e pazienza.

Eurospin è una realtà italiana che compete ogni giorno con aziende di primo piano che hanno addirittura inventato i discount e hanno risorse economiche notevoli. Però riesce a  tenere loro testa. E credo che questo sia indiscutibile. 

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