Grande distribuzione francese: il caso HMarket. Il primo vero supermercato halal in Europa…

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La notizia è di quelle che fanno discutere. Non è tanto perché sette punti vendita Auchan in Francia chiuderanno per l’insufficiente redditività. Succede anche da noi che i punti vendita non redditizi delle GDO vengano chiusi. A Les Mureaux un comune francese  di 33  mila abitanti situato nella regione dell’Île-de-France ne chiude uno sul quale è scoppiata, sulla stampa nazionale francese, la polemica perché i prezzi bassi del concorrente HMarket hanno contribuito all’emorragia dei clienti di Auchan.

HMarket, è una catena creata nel 2006 specializzata in ‘cibo etnico’ dove si vende solo carne halal (il termine si può tradurre come “lecito” e indica, nello specifico, il cibo preparato rispettando la legge islamica), non si vendono alcolici e conta circa mille collaboratori. Opzione del tutto scontata in questa città dove è presente una numerosa comunità musulmana. La scelta delle parole dell’articolo de “Le Parisien” (https://bit.ly/3OQYjFg) scatenano reazioni a 360° e fanno riflettere. “Spietata concorrenza di Halal”, “competizione frontale”, “minaccia”, “guerra”, ecc. Altro che naturale declino di un punto vendita che fatica a competere! L’articolo, il lessico utilizzato, il titolo,  tutto serve per alimentare l’immaginario islamofobo  agitato dalla destra estrema francese come minaccia alla comunità.

Auchan ha chiuso diversi negozi in diverse città della Francia. Il “declino” della loro “redditività” in alcune regioni non è dovuto a “THE HARDLESS HALAL COMPETITOR” ma a variazioni di consumi e prezzi ritenuti troppo cari rispetto ad altri. Con questo linguaggio da crociata   tutti i principi di sostenibilità, convenienza, o di natura concorrenziale generalmente difesi dai media mainstream svaniscono quando si tratta di concorrenti e/o consumatori musulmani. Senza queste polemiche però, non avremmo mai sentito parlare di questo piccolo nuovo soggetto arrivato nella grande distribuzione francese. Sarebbe stato un peccato.

Il caso di Les Mureaux è interessante, perché lì scopriamo la specificità e la capacità concorrenziale di questa catena. La nicchia di mercato che occupano questi supermercati musulmani è particolare: le cassiere sono velate, tutti i prodotti sono halal e non servono alcolici. Gli stessi “francesi nativi” sono piuttosto contenti: l’inflazione ha permesso a HMarket, i cui prezzi sono molto vantaggiosi, di posizionarsi con grande facilità come il marchio più economico della zona.  Ed è così che i supermercati halal si stanno gradualmente affermando nel panorama della GDO francese. Dovrebbe aprire un altro HMarket, sempre a Yvelines, a Buchelay, non lontano da Mantes-la-Jolie. E ce ne saranno altri, ovunque, sempre di più. 

Nel 2022 negli Stati Uniti i prodotti kosher (il cui significato è: “adatto”,  “consentito”  e rappresenta la versione ebraica dei prodotti halal) hanno conquistato 12,3 milioni di consumatori, per un mercato che vale 12,5 miliardi di dollari. “Sempre più persone acquistano prodotti kosher – ha spiegato Menachem Lubinsky, amministratore delegato di Lubicom Marketing Consulting -. L’industria sta producendo buoni prodotti che arrivano ben oltre il bacino originario. C’è la percezione che il kosher sia più sano in quanto non usa tanti grassi animali e molti prodotti sono senza glutine. Inoltre è anche più disponibile nei negozi rispetto al passato”.  Lubinsky ha inoltre detto che a guidare questa spinta ha contribuito anche la crescita della popolazione musulmana negli Stati Uniti. Nel mondo arabo, l’equivalente di kosher è, grosso modo, halal quindi per gli islamici residenti in altri Paesi la certificazione kosher facilita la scelta dei prodotti da acquistare secondo i dettami religiosi.

È stato nel 2006 a Seine-et-Marne che la storia di HMarket è iniziata quando una famiglia di macellai di religione islamica ha deciso di intraprendere l’avventura della grande distribuzione con una promessa: offrire prodotti a prezzi bassi posizionandosi come commercianti impegnati a sostenere le comunità locali. I prezzi di HMarket sono imbattibili. Discount compresi.

Mentre noi ci stiamo interrogando sulle traiettorie del biologico, del chilometro 0, naturale o vegano che sia, la cucina Halal  sta sempre più diventando un segmento importante del mercato alimentare che oggi non può  più essere ignorato.  Parliamo di un mercato basato sulle esigenze di circa 1,8 miliardi di persone nel mondo, un dato in costante crescita. A causa dei cambiamenti demografici la religione islamica si attesterà intorno al 37% della popolazione mondiale, nell’intervallo di tempo 2010-2050. Secondo il Pew Research Center, circa il 5% della popolazione dell’Unione Europea è oggi musulmana (circa 30 milioni). E senza contare Turchia e Russia europea. 

La Francia ha la più grande popolazione di musulmani in Europa, circa sei milioni, e mentre si discute sul livello della loro integrazione nella società francese è indubbio che i musulmani stanno avendo un impatto importante sulla cultura del cibo. Che si tratti di un riflesso del loro numero o dell’aumento dei redditi degli immigrati musulmani di seconda e terza generazione, il mercato dei prodotti halal è quasi il doppio del mercato degli alimenti biologici. “È un segno di integrazione”, ha affermato Abbas Bendali, direttore di Solis, un’agenzia di ricerche di mercato, che afferma che il mercato halal sta crescendo di quasi il 10% all’anno e dovrebbe raggiungere circa 5,7 miliardi di dollari quest’anno. Solo negli ultimi cinque anni, secondo il quotidiano Le Figaro, la spesa per famiglia in cibo halal è aumentata venti volte. La forte espansione di cibo halal è un segno che la fusione di religione, commercio e cultura è stata più ampia di quanto molti credano.

Da noi, parliamo di circa 2,7 milioni di persone, ovvero il 4,9% della popolazione residente in Italia. Questo dato comprende sia i cittadini italiani sia quelli residenti con cittadinanza straniera. In quanto a componente musulmana della popolazione, l’Italia si posiziona al di sotto della media europea, pari al 6,8%.  La presenza di prodotti “halal” certificati tra l’altro non è un novità per i supermercati italiani. Nel lontano 2010 ricordo l’inaugurazione di un punto dedicato all’Ipermercato Coop di via Casilina a Roma. Ne esistono  in numerose insegne. Sono ormai molti anni che  gli alimenti halal hanno cessato di essere una nicchia di mercato esclusiva per i consumatori musulmani per divenire un fenomeno dinamico di mercato globale che può ambire a giocare – e che già in parte gioca – un ruolo significativo nel commercio mondiale, aprendo grandi prospettive non solo alla grande industria ma in particolare a piccole e medie imprese.

Nel nostro Paese oltre alle classiche macellerie islamiche e ai nord africani con i negozi di ortofrutta e sui mercati ambulanti non si è ancora verificato quel salto di qualità nella GDO che sta  avvenendo in Francia. Nella GDO locale prevale lo scetticismo quando si parla di nuovi arrivi dall’estero. Qualcuno indica come prossimo l’arrivo di aziende asiatiche o  cinesi. Le aziende del comparto credo pensino di poter governare la richiesta, insegna per insegna. Cosa che sta avvenendo. Però resta un fenomeno da osservare da vicino.

Il nostro Paese invecchia e, oltre dalle future generazioni, sarà abitato da altre culture. Oggi in italia, le aziende certificate  halal si concentrano per la maggior parte nel Nord Italia (55% del totale), in particolare in Lombardia ed Emilia Romagna; al Centro per il 15%, al Sud il 10%, e nelle Isole il 20%. Possiedono principalmente una consolidata propensione all’export, e, allo stesso tempo, cercano di rafforzare la propria posizione sul mercato domestico intercettando la crescente domanda di prodotti certificati da parte della comunità islamica nazionale.

In Francia, Germania e Regno Unito il 40% dei consumatori di prodotti halal è oggi non musulmano mentre in Italia, sulla base dei feedback ricevuti dalle aziende si stima che i consumatori che scelgono il prodotto halal come conseguenza di una particolare attitudine ad un consumo attento e critico dei prodotti agro-alimentari rappresentano quasi il 20% del totale. È un dato interessante.

Chissà se, alla Marca Del Distributore che oggi fa molto discutere gli addetti ai lavori seguirà presto una linea dedicata ad una fetta di mercato destinato a crescere in modo esponenziale  o si attenderà sereni e seduti (come sempre)  l’arrivo anche da noi di nuove iniziative commerciali tipo HMarket per poi discuterne le conseguenze in qualche convegno. 

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