Grande Distribuzione. UNES, quali prospettive per il futuro prossimo?

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Se oggi mi chiedessero di indicare due insegne in Lombardia particolarmente visibili, piacevoli da visitare  e performanti (discount a parte) indicherei Iperal e Tigros. Mi aspetto molto dal nuovo corso di Carrefour italia rispetto  al punto di  partenza  e mi riservo di approfondire altre insegne subregionali al nord come al sud per completare un aggiornamento delle insegne che corrono per essere le best performer del comparto ciascuna in base alle strategie scelte dai rispettivi management. I numeri però non dicono tutto. Soprattutto cambiano in funzione degli uomini che li realizzano. Su Esselunga ho già espresso le mie perplessità. Oggi affronto  Unes, un’altra insegna che non sta ritrovando  le importanti traiettorie di business  a cui ci aveva abituato ( è l unica azienda, lo dico anche da cliente,  che per un certo periodo ho pensato potesse mettere un po’ di fiato sul collo  al leader Esselunga sulla piazza di Milano).

Comprendere perché un’insegna riesce ad affermarsi tra tante, risalire la china e imporsi ad una platea di consumatori difficili e frastornati da mille richiami e poi ricadere nell’oblio è fondamentale per rendersi conto  che, nella Grande Distribuzione, nulla è mai acquisito. Si sale e si scende alla stessa velocità. Non solo i passaggi generazionali possono rallentare o far cambiare direzione di marcia.  La differenza la fanno i manager, a cui spesso i successi non sono perdonati, quasi come gli insuccessi. Il caso di Unes è paradigmatico.

Un po’ di storia per comprenderne le traiettorie possibili.

L’azienda è di proprietà di Marco Brunelli, oggi 95 anni, che resta  a mio parere il vero dominus della Grande Distribuzione italiana. Nessuno ha collezionato i suoi successi. Cofondatore di Esselunga (in società con Bernardo e Guido Caprotti), di GS supermercati, (in società con Guido Caprotti),  fondatore e proprietario dei gruppi Finiper operante col marchio Iper la Grande I  e UNES). Inoltre, ha ricoperto la carica di presidente di Carrefour Italia. Poi c’è l’aspetto umano che per il sottoscritto conta come e più di altri giudizi. Avendo conosciuto sia Bernardo Caprotti che Marco Brunelli, posso dire di aver stimato entrambi ma sottolineo, sommessamente, che la mia  preferenza personale va al secondo. 

Brunelli acquista UNES nel 2002 dai fondatori: i fratelli Nespoli e lascia la gestione al vecchio management  per un paio d’anni, fino a quando i risultati economici e le vendite non cominciano a peggiorare. È poco più in là di quel periodo, che Brunelli e i top manager di  Rewe e Billa Italia, si incontrano ipotizzando uno scambio: gli ipermercati ex Standa a Brunelli in cambio di Unes. I fatturati allora erano sostanzialmente equivalenti. Non se ne fece nulla. Io c’ero e la mia sensazione fu che gli uomini, intorno a Brunelli, non credessero, loro per primi, in Unes. E questo, allora come oggi,  non è un elemento da poco se si guarda al futuro. Saltata l’operazione, i manager dell’azienda, tentarono di “meticciare” i due canali senza successo.

Nel 2006 arriva Mario Gasbarrino che taglia il cordone ombelicale con gli Iper e imposta le nuove traiettorie dell’insegna. Resta però la ruggine, nemmeno troppo nascosta, tra gli uomini dei due canali. Marco Brunelli lo sa e forse alimenta lui stesso la competizione. Il rancore, finito sotto il tappeto, cova  sotto  la cenere, anche perché da quel momento in poi, l’insegna comincia a macinare iniziative, numeri e risultati economici. Vengono rivisti organizzazione e politica commerciale.

A fine 2006 nasce Il primo supermercato in Italia con la formula Every Day Low Price con marchio U2 ( successivamente il 90 % della rete verra’ trasformata in U2),  il marchio alto di gamma “il Viaggiator Goloso” viene rivisto e rilanciato fino a diventare una vera e propria marca (il fatturato nel corso degli anni passa da 2 a 180 milioni di euro, con una quota di mercato che nel 2018 superava il 15%, 5 volte la media nazionale), e la quota della MDD arriva a sfondare il muro del 40 % ( valore doppio della media italia ed in linea con i principali player europei. Nel 2015 in via Belfiore a Milano apre il primo Temporary Store firmato il Viaggiator Goloso, un’idea, poi copiata da altre insegne milanesi. Nel 2016 apre, a Milano, in viale Belisario, il primo negozio ‘’Il Viaggiator Goloso‘’ e sempre in quel periodo Unes diventa la prima azienda   in Europa a fare un accordo con Amazon Prime che ha permesso ai clienti milanesi di ricevere la spesa da U2, tramite Amazon, in due ore.

Nel corso di quegli  anni,  Unes, una piccola azienda regionale con una quota nazionale che non superava l’ 1% si distingue per essere riuscita a stringere accordi di partnership con Gruppo Gros a Roma, poi con Sisa a livello Italia e poi, insieme a Finiper, con  Conad (accordo tuttora valido). Parallelamente a tutte queste iniziative le vendite volano (in 13 anni il fatturato di Unes raddoppia con lo stesso numero di  punti vendita, le vendite like x like crescono tutti gli anni a valori sempre superiori alla media del mercato) ed i risultati economici decuplicano, tanto che la Unes passa dai 2 milioni c.a di EBIT del 2005 ai 46 milioni del 2018 (di fatto la Unes è passata dalla cenerentola del gruppo alla gallina delle uova d’oro, contribuendo in maniera preponderante all’utile netto dell’impero di Marco Brunelli).

A Luglio 2019, come un fulmine a ciel sereno, il rapporto con Marco Brunelli si interrompe, e Mario Gasbarrino, complice (si racconta) il licenziamento non concordato di uno dei suoi manager più fidati e di lunga data, Gabriele Nicotra, lascia l ‘azienda. Quali siano i veri motivi che hanno portato alla rottura di questo sodalizio, che ai più sembrava indissolubile, non si  è mai capito del tutto. ‘’Anche i grandi amori prima o poi finiscono, ma vorrò sempre bene al sig. Brunelli’’ è una delle poche dichiarazioni di Mario Gasbarrino che ho trovato negli articoli del tempo. Voci interne, non verificate, parlano del riaffiorare di quei malumori , mai sopiti, tra la squadra degli Iper e quella dei Super, malumori riemersi in occasione dello sbarco, come Direttore Acquisti  Iper di Gabriele Nicotra, in precedenza direttore acquisti di Unes.

Visto da fuori, per chi fa il mio lavoro, un normale avvicendamento tra manager. Nessuno è eterno. E l’intesa tra proprietà e management quando viene a mancare, è inutile insistere. Come sempre accade  in questi casi l’intera squadra che aveva portato i risultati si sfalda. Diversi se ne vanno più o meno “spontaneamente”. Le cose cominciano  a non funzionare. In tre anni si avvicendano due DG (Rossella Brenna e Mario Spezia) e tre Direttori Acquisti. A Brenna viene  affidato un compito arduo per chiunque si fosse cimentato in quell’impresa. Non solo  sostituire un leader carismatico e vulcanico come Mario Gasbarrino ma farlo con una struttura manageriale oggettivamente indebolita. E a questo vanno  probabilmente aggiunti nel tempo qualche acquisizione  sbagliata, qualche nuova apertura o ristrutturazione non centrata, la crisi dell’EDLP, la Marca Privata che nel frattempo ha perso terreno e la frenata della crescita del Viaggiatore Goloso. 

La Unes, che dal 2008 al 2018 era sempre cresciuta,  a  parità, più del mercato,  e lo aveva fatto occupando sempre posizioni di testa nella classifica (sempre tra le prime 3 dei principali gruppi della GDO Italiana) dal 2019 al 2022 cresce molto meno del mercato. Il risultato economico tiene negli anni del covid , ma nel 21 ed ancor più nel 22 precipita tornando ai valori del 2004 (nonostante nel frattempo il fatturato sia più che raddoppiato).

E oggi, quali prospettive attendono l’insegna? La risposta spetta ai manager che governano il gruppo per nome e per conto della proprietà. Hanno lavorato per avere campo libero, oggi finalmente ce l’hanno. Mi ha indubbiamente sorpreso il recente addio di Mario Spezia dopo soli otto mesi dall’incarico ricevuto e che,  le leve decisionali, sembrerebbero di fatto,  concentrate nelle mani degli uomini degli ipermercati che hanno le loro competenze nell’altro formato. Competenze assolutamente non sovrapponibili.

Oltre tremila collaboratori e 190 punti vendita restano  una responsabilità  importante per chiunque. Ancora di più per la sensibilità di Marco Brunelli e la sua visione sociale. Quello che potrà succedere non è irrilevante. Il Gruppo Finiper ha però dalla sua un rapporto privilegiato con Conad che potrebbe aiutare entrambi, ad esempio,  a rilanciarsi sulla piazza di Milano e provincia, così come un antico e mai dimenticato rapporto con Carrefour oggi però impegnata su altri fronti. L’unica cosa che non può fare è restare a lungo nelle condizioni in cui è oggi. L’indice di stabilità di un’azienda è dato da una serie di dati ineludibili. Se mancano o sono marcatamente fuori controllo, il ribaltamento rischia di diventare difficilmente recuperabile.

 

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6 risposte a “Grande Distribuzione. UNES, quali prospettive per il futuro prossimo?”

  1. Il carisma e la competenza di Mario e di tutta la sua squadra avevano fatto realmente la differenza, come la stanno facendo in questi ultimi anni nella nuova sfida che hanno intrapreso. Have a good traVel.

  2. Ho avuto il piacere di collaborare con Mario Gasbarrino nel ruolo di area manager sin dal suo approdo alla Unes, sembrava fosse arrivato un alieno : no volantino, no collection, no fidelity, nuovo modello edlp, marca privata, Viaggiator Goloso……Alla prima convention ci ha mostrato l’etichetta prezzo chiaro che esponevamo sugli scaffali e ci ha detto che conteneva tantissime informazioni a scapito della più importante che era poco visibile al cliente: IL PREZZO!!! È da quel presupposto è partita l’avventura che ha portato in auge Unes nel mondo della GDO.
    N.B. (per tutta la sua permanenza in Unes ha custodito quella etichetta nel portafoglio per non dimenticare da dove era partito).
    Grazie Mario per i tuoi preziosi insegnamenti sei stato un grande maestro

  3. Ho sentito parlare spesso di unes. Quasi sempre bene. Mi è stato confidato che un manager slunga,in un caffè di Modena, disse ad una persona unes che il sig Caprotti considerava unes, non solo l edlp,come l unica novità da studiare della gdo. Credo avesse ragione.
    Perché l edlp non è, per quanto ne ho capito, solo una formula commerciale, ma una modello di funzionamento dell intero sistema aziendale, una filosofia organizzativa da cui discende una logica gestionale, fondamento dell offerta commerciale.
    La mdd (unes fu la prima azienda a dotarsi di un marchio proprio per i prodotto prime, il vg, alla fine del secolo scorso) è stata un elemento importantissimo della crescita di unes, dentro l edlp, la vera rivoluzione nel mercato.
    Si dice che Unes avrebbe ad un certo potuto comprare Billa, dopo aver rischiato di essere comprato da Billa. E che forse avrebbe fatto bene a farlo.
    Chi ha il format, può tutto.
    Chi ha il format può però rischiare di snaturarlo, e di renderlo meno performante.
    O di non considerarlo più necessario, preferendogli nuovi orizzonti su mercati eternamente in divenire, di scarsa redditività e di grande dispendio di energie.
    Come tutti gli altri. Non più controcorrente, ma portati dalla corrente.
    Difficile pensare che successi ed insuccessi su sviluppino fuori dal gruppo di cui si fa parte. Nessuna decisione strategica e di investimento può essere fatta fuori dall approvazione della proprietà.
    Anche in unes, credo.
    Non esiste la perfezione nello sviluppo nelle acquisizioni,nelle ristrutturazioni, tutte decise cmq dal gruppo, non solo da unes.
    Non ci sono errori non rimediabili, se ci si lavora. Qualcuno stimola, qualcuno corregge. Succede che manchi lo stimolo. E che i possibili errori commessi rimangano tali. E che tutti i decisori sbaglino.
    Si dice che il dr Gasbarrino fosse come Fonzie, impedito a dire ho sbagliato.
    Ma pervicace a sottintenderlo nel momento in cui muoveva il sistema a intervenire prontamente su qualche errore.
    Un sistema che, si dice, reagiva rapidamente.
    E che ha prodotto buoni risultati, mi pare, innanzitutto per il gruppo di appartenenza.
    Mi sembra ingeneroso fare del 2022 il momento della tragedia incombente.
    Il 2023 sarà anche per unes un anno eccellente, di vendite e di risultato economico. Lo scenario del momento non può che produrre numeri molto positivi.
    Non fosse così, il nuovo management avrebbe fallito un rigore a porta vuota.
    Unes, da cliente, ha i pv mediamente più belli della gdo. Mediamente, i meglio tenuti.
    Mediamente, il miglior rapporto con i clienti. Una grande duttilità organizzativa.
    Non me ne intendo, ma non mi sembrano brutte basi.
    Un sistema che non ha mai avuto bisogno di aver paura per funzionare bene.
    Per alcuni manager invece la paura, la cattiveria organizzativa sembrano essere il fondamento del proprio modello gestionale. Non mi sembrerebbe un grande contributo, fosse il solo.
    Nemmeno per il gruppo.

  4. Buongiorno. Sono 34 anni che lavoro in Unes, nel periodo antecedente al 2006 azienda non viaggiava in buone acque.In quel periodo c’ era anche la cassa integrazione.Entrando Mario Gasparrino la sua priorità fu la cassa integrezione preoccupandosi dei dipendenti. Gli anni passarono e azienda viaggiava col vento in poppa dal 2006 al 2019 il trend fu tutto positivo.In quel periodo c’ era molta umanita’ i valori delle persone col suo leader anno portato azienda in cima.Le aziende devono puntare sulle persone e farle crescere con valori e questi valori si trasformano in energia pura.Se al fuoco qui mettiamo sopra una coperta muore le persone devono avere modo di di tirare fuori la propria energia positiva. Ora azienda e’ cambiata non considerando i valori delle persone e soffocandole chi ha delle idee creative non viene considerato., poi la cosa fondamentale è la piu’ importante e’ formare al 100 %l i dipendenti per formare solide basi per il futuro

  5. Effettivamente i manager di Iper vogliono controllare Unes in tutto, solamente che le due realtà non sono sovrapponibili, troppo diverse. Infatti Luparelli che ora fa capo di Unes arriva da Iper…
    Non capisco perché questa contrapposizione Iper-Unes. Per Unes servono manager “indipendenti” e con visione di Supermercato poi è naturale rendere conto alla casa madre Finiper.
    Tutto questo in un anno e mezzo… quando i manager sono cambiati….
    Unes è un piccolo gioiello della GDO!
    Vedremo quello che succederà ma non bisogna attendere, si “deve” agire per il bene dei dipendenti, della società e infine ma non meno importante per il consumatore!

  6. Molti anni fa ho costruito il Fiordaliso “Brunelli Fiat”un vero imprenditore con una segretaria competente..Va da sé che manager di questa elevatura con questa ecletticita’possono solo vincere qualunque sfida,ho 10 anni in meno sono i miei, a quel tempo lo ho valutato bene, ora come allora gli dico Auguri e avanti tutta!!!!

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