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Spesso i mercati coperti sia in Italia che in altri Paesi sono stati caratterizzati da architetture molto particolari. Non è così per Milano, che, tranne quello di viale Monza, costruito nel 1933 dell’architetto Luigi Lorenzo Secchi e dell’Ingegnere Umberto Massari non sono mai stati riconoscibili per profili estetici accattivanti. Per approfondire leggi qui. Ci hanno provato un po’ tutte le giunte che si sono succedute negli anni a rilanciarli. Almeno a parole. Ricordo addirittura  la costituzione, nel 2012, di un  Comitato di saggi per individuare piani di sviluppo, idee e strategie  per il futuro e lo sviluppo dei Mercati Comunali Coperti. L’allora assessore al Commercio Franco D’Alfonso immaginava un contributo di alto livello per la realizzazione di mercati coperti sempre più tipicizzati, attraenti, sostenibili e promotori di una nuova cultura alimentare.

In seguito ci provò anche il Sindaco Giuliano Pisapia senza successo. Nessuno è andato al di là di progetti e ipotesi di lavoro. È un po’ la storia dell’Ortomercato. C’è voluta la determinazione del Sindaco Beppe Sala e, soprattutto la scelta alla Sogemi del Presidente Cesare Ferrero, per provare a ridare fiato e credibilità ad un progetto che sembrava ormai tramontato. (Leggi qui). Adesso tocca a lui un’altra “Mission Impossible”. Ce la farà sicuramente. Il Consiglio Comunale di Milano ha deliberato di conferire  a Sogemi, società già gestore dei mercati all’ingrosso, la proprietà e i progetti di riqualificazione di 15 dei 21 mercati coperti cittadini. Per un totale di 18mila metri quadrati di fabbricati, con un valore patrimoniale indicativo di 20 milioni di Euro. Sogemi si occuperà della riqualificazione delle strutture, con l’obiettivo di realizzare una rete di punti di vendita di beni alimentari al dettaglio rinnovati negli impianti, polifunzionali, integrati con altri servizi alla cittadinanza e distribuiti in tutti i Municipi della città, tranne quello del centro storico.

“Accogliamo con grande senso di responsabilità la decisione del Consiglio Comunale di conferire a SogeMi – Foody la proprietà e la riqualificazione di 15 mercati coperti del Comune di Milano. “Sogemi sarà un vero partner di sviluppo per i mercati coperti, in collaborazione con il Comune e con i Municipi, perché la crescita e la riqualificazione di tali strutture possa perseguire i migliori standard della sostenibilità economica e sociale, dell’innovazione tecnologica e organizzativa, mettendo a disposizione le nostre competenze e una visione strategica che si allarga uniformemente, con un investimento omogeneo, a tutti questi luoghi. Il cibo è un volàno di sviluppo insostituibile per la Città di Milano e i suoi quartieri, le sue comunità: il piano di rinnovo dei mercati coperti punta a rendere questa risorsa uno strumento sempre più presente e capillare di benessere, progresso imprenditoriale ed economico, equità e sicurezza diffusi” ha concluso Ferrero.

Sogemi subentrerà nella gestione dei contratti di concessione esistenti, senza modifiche, fino alle loro scadenze, che vanno dal 2025 al 2043. I mercati interessati dal provvedimento saranno quelli di Ca’ Granda, Chiarelli, Ferrara, Fusina, Gratosoglio, Montegani, Monza, Pontelambro, Prealpi, Quarto Oggiaro, in quanto non ancora interessati da procedure per l’affidamento a singoli gestori unici. A richiedere l’assegnazione dei posteggi potranno essere in prima istanza le imprese del comparto commerciale ed artigianale e, in subordine, le associazioni senza scopo di lucro, onlus, cooperative sociali, fondazioni ed istituzioni sociali. La selezione avverrà tramite avviso pubblico.

«L’operazione mira a garantire la valorizzazione e il rinnovo di strutture cruciali per l’economia cittadina, creando sinergie con le politiche di food policy e ottimizzando i servizi pubblici per la collettività», spiegano dal comune. Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico, ha sottolineato che questa iniziativa «va nella direzione di risistemare e rendere più efficienti i mercati, garantendo l’accesso a luoghi di commercio e socialità che rispondano meglio alle esigenze dei quartieri milanesi». Emmanuel Conte, assessore alle Risorse finanziarie, ha definito l’operazione come un «rilancio economico e sociale» dei mercati, che ora beneficeranno di una gestione centralizzata e più efficiente. L’idea è quella di migliorare l’accessibilità, l’estetica e la vivibilità di questi luoghi, rendendoli ancora più attrattivi per i cittadini. Sogemi, società partecipata che già gestisce mercati all’ingrosso, si occuperà della gestione dei mercati conferiti, garantendo continuità nei contratti esistenti. Questo approccio mira a superare le difficoltà riscontrate nel passato, dove la gestione singola ha portato a gare deserte e problemi di amministrazione. Cesare Ferrero e la sua squadra sono sicuramente le persone giuste per mettere a terra un progetto credibile.

Le mie riflessioni sono conseguenti  al dibattito politico che ha accompagnato questa decisione e riguardano i contenuti di questi siti e gli obiettivi. Se questi luoghi devono essere ristrutturati e messi a disposizione di artigiani, piccoli commercianti alimentari e attività ricreative di quartiere per pensionati non capisco cosa c’entri Sogemi. Se devono porsi il problema   di calmierare i prezzi dei prodotti alimentari svolgendo un ruolo concorrente rispetto alla GDO sarebbe interessante capire chi paga visto che, già oggi, alcuni di questi mercati sono più cari della grande distribuzione, senza parlare dei discount. Se dovranno trasformarsi in luoghi attrattivi per i turisti, dove sarà possibile trovare specialità gastronomiche particolari mi sembrerebbe un approccio un po’ velleitario per dove sono ubicati. Altra cosa, invece, sarebbe se l’intervento di Sogemi deve limitarsi a rendere più attrattivi sul piano architettonico e più efficiente la rete di vendita al dettaglio come nel  mercato di Rombon (Lambrate), migliorando la logistica e rendendo così accessibile a tutti i cittadini l’acquisto di prodotti freschi.

Per questo sarà interessante attendere l’esito di un eventuale tavolo di confronto tra Sogemi, il Comune e i Municipi, sulla condivisione delle trasformazioni proposte. Il vero domandone finale  riguarda però il futuro complessivo di Sogemi e la sua, a volte evocata, privatizzazione. Cesare Ferrero, questo va sottolineato, ha realizzato quella che all’inizio sembrava a tutti una missione impossibile. Ha ridato a Sogemi un’immagine forte ed un profilo preciso.  Occorre oggi capire se la sua funzione pubblica, nel 2025 e oltre, è da confermare o se le priorità del Comune di Milano sono ormai altre. E soprattutto se ci sono interlocutori privati interessati o si può pensare ad un’operazione di nuovo conio che coinvolga i milanesi. E, in subordine, il rapporto tra questi nuovi mercati coperti e la grande  distribuzione ormai diffusa in tutti i quartieri della città.

Al di là di queste considerazioni, più che legittime, la decisione assunta rappresenta un’opportunità unica per Milano per ripensare finalmente  il ruolo dei mercati coperti, all’interno dell’HUB alimentare milanese, delle opportunità che offre e delle prospettive che può rappresentare per la nostra città.

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