Una rondine non fa primavera. Però ne potrebbe segnare l’arrivo. L’8 giugno Banco Fresco lascia il suo modello periferico e sbarca in città. Arriva “FRESH”, il nuovo format cittadino della catena. Sorgerà al posto dell’ex Erbert, i cui piatti pronti andranno ad arricchire le tremila referenze Banco Fresco. Innanzitutto il format. È il classico format ZTL tipo Esse. Per ora con i suoi nove negozi milanesi l’azienda di Pioltello, non aveva concorrenti.
Negozi di vicinato ce ne sono già molti, un po’ tutti i uguali. E abbiamo in arrivo altre multinazionali ma il format un po’ “fighetto” era una esclusiva Esselunga. Adesso arriva un binomio interessante in via Moscati in zona Sempione. Dall’ortofrutta, elemento distintivo di Banco Fresco a tutto il resto però puntando ad una filosofia fondata su qualità e sostenibilità. Se sarà così credo potrà dire la sua in una città come Milano. La scelta di mantenere la partnership con Erbert è interessante. È presto per capire se è tattica o strategica. Lo vedremo più avanti.
Erbert è stata è stata definita da Michela Becchi di Gambero Rosso (forse un po’ pomposamente) la Whole Foods di casa nostra. “Certo, botteghe e negozi di nicchia, aziende e modelli virtuosi di cibo sano, etico e rispettoso dell’ambiente erano già presenti un po’ ovunque, ma quello che mancava era un vero supermercato contemporaneo attento alla salute. Una sorta di Whole Foods italiano prima maniera, l’azienda statunitense fondata da John Mackey nel 1976, ben prima del boom del biologico iniziato negli anni ’90, e acquistata da Amazon nel 2017 per quasi 14 milioni di dollari.
Sorge spontaneo il paragone con il colosso di Farinetti, ma i punti Eataly – così come quelli Naturasì – nascono con intenti e modalità diverse. Erbert a Milano, concept store che ha aperto il suo primo punto vendita nel 2020, poco dopo la fine del lockdown, ha invece come obiettivi principali la sostenibilità ambientale e la salute dei consumatori, caratteristiche che accomunano tutti i prodotti selezionati per la vendita”.
Si potrebbe sposare bene con Banco Fresco. sostenibilità, salute e gusto. A Milano sulla china della pura convenienza di insegna c’è solo da mettersi in coda. Ce ne sono di più performanti. Altra cosa è declinare la convenienza anche in termini di freschezza e qualità. Milano, l’ho già scritto offre praticamente di tutto. Dall’ortofrutta “brutta ma buona” degli ambulanti nordafricani ai mercatini agricoli che ogni fine settimana si piazzano in vari punti della città. L’ortofrutta però è il vero punto debole della GDO dove transita il grosso delle vendite.
Lo spazio quindi su Milano c’è. Due cose mi sono piaciute nelle mie visite a Banco Fresco a Varedo. L’esposizione di frutta e verdura con l’impianto di nebulizzazione che aiuta a mantenere un aspetto accettabile, altrimenti un po’ ammosciato, soprattutto degli ortaggi e i ricettari che consigliano sul come utilizzare i prodotti proposti. Piccole attenzioni utili.
Qui annunciano anche i “Food Mentors” all’interno del negozio, ai quali poter chiedere consigli per un’alimentazione sana ed equilibrata. Direi un passo avanti. Personalmente ci aggiungerei qualche consiglio sull’utilizzo culinario dei prodotti soprattutto di quelli meno noti al di là della sana alimentazione.
Humamy in rete propone ottimi piatti vegetali gourmet surgelati a cui aggiunge elementi di conoscenza dei prodotti proposti o chiacchierate con esperti in grado di comprendere esigenze e proporre soluzioni. L’ambizione salutista è meno estrema ma gli strumenti possono essere simili. Interessante quindi è anche il collegamento con il sito per creare menu personalizzati in base al proprio fabbisogno energetico e stile di vita.
Da 5 anni presenti in Italia, Lombardia e Piemonte come aree di insediamento sempre privilegiando le province adesso per Banco Fresco è un vero salto di qualità. Altri soggetti più robusti sono stati lontani da Milano visto come un luogo difficilmente penetrabile con offerte diverse da quelle già in sintonia con i milanesi. Però a Banco Fresco il coraggio non manca. A Varedo ha scelto vicini ostici con cui è difficile competere. Resto curioso di sapere come vanno le “sportellate” con Esselunga.
“Fresh è stato pensato per i cittadini del centro, per le pause pranzo, per le spese veloci, ma l’assortimento è studiato in ogni minimo dettaglio per offrire la stessa qualità dei nostri supermarket, per proporre ai clienti una vasta offerta di prodotti ricercati di qualità dai migliori produttori locali e non al miglior prezzo sul mercato.” Che dire? Per ora stiamo ai comunicati aziendali e a quello che hanno fatto finora. Questo è però un salto di qualità veramente impegnativo e sfidante.
Milano è un puzzle di difficile comprensione. Ci sono diverse declinazioni del termine “convenienza”. La città non è tutta uguale. Ci sono tante aspettative e il 2025 con quello che rappresenterà per la città è dietro l’angolo. E poi c’è l’inflazione che rimodulerà i consumi per tutte le fasce di reddito. Però di fronte ad un’apertura bisogna sempre essere ottimisti.